Orfeo Hotel
Bologna
via Orfeo 4/a
338 9599361
WEB
Massimo Festi
dal 24/5/2006 al 8/6/2006
aperto da lunedi' a sabato dalle 17:00 alle 20:00 o su appuntamento

Segnalato da

Elisa Laraia



approfondimenti

Massimo Festi



 
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24/5/2006

Massimo Festi

Orfeo Hotel, Bologna

Icone statiche, pseudo ritratti di ragazzi, ragazze che l'artista ci presenta attraverso la tecnica della tecnopittura, dipinti elettronici dove i volti, spesso mascherati, si stagliano bidimensionalmente su textures di carte da parati.


comunicato stampa

Is the party over?

In linea con i concepts di Orfeo Hotel, tra i quali le tematiche identitarie come specifiche caratterizzanti le proposte espositive, Is the party over? personale di Massimo Festi, e’ un contenitore epistemologico comprendente molti degli elementi volti a definire l’identita' della nostra societa' contemporanea.

Is the party over? trasforma gli spazi di Orfeo Hotel in scenari post party, il percorso espositivo si sviluppa tra i postumi di una festa, incontrando, quasi casualmente tra coriandoli, posaceneri pieni e bicchieri sporchi, i personaggi che l’hanno animata.

Icone statiche, pseudo ritratti di ragazzi, ragazze, anche un vecchio, che Massimo Festi ci presenta attraverso la tecnica della tecnopittura, dipinti elettronici dove i volti, spesso mascherati, si stagliano bidimensionalmente su sfondi importanti, textures di carte da parati che l’artista cerca nelle case o crea lui stesso.

La festa, limbo terreno, mondo intermedio, stato d’animo, condizione psichica, e’ simbolo della nuova societa’ dell’effimero nella quale viviamo e della quale siamo protagonisti troppo attivi e troppo stimolati, dove il consumismo ha democratizzato l’idea di felicita’, dove tutti ci sentiamo spesso soli.

Is the party over? diviene contesto metonimico e metaforico, del nostro tempo, epoca poco contemporanea a se’ stessa all’interno della quale noi vaghiamo ancora tra i detriti di un passato romantico, giustificando la nostra solitudine, ricercando la nostra liberta’, costruendoci la felicita’, adottando una identita’.

Con i suoi pseudo ritratti Massimo Festi incarna l’umanita’ delle “big issues" odierne creando una sorta di “commedia umana contemporanea" della quale l’artista diviene interprete sensibile.

La maggior parte di questi personaggi indossa una maschera, non piu’ per nascondersi ma per presentarsi nella loro vera identita’ come antieroi censurati che hanno smesso di credere di essere liberi, menomati nel loro non poter lasciarsi andare completamente.

La protagonista di “la festa e’ finita" rimanda all’antieroina, manifesto stravolto nell’immaginario collettivo della consapevole lacerazione tra il nostro animo, ancora romantico, e il nostro corpo, immerso nella ferocia dei consumi sessuali, nella volubilita’ del desiderio fattosi legge comportamentale, causa di un enorme volume di sofferenza psichica e di malessere sociale.

“I quit" ci parla di anticonformismo, forse come reazione alla realta’ di giorno in giorno piu’ precaria e sconvolgente, “Bunny Boy" e’ simbolo di sensualita’ libera, forse conseguenza della deriva voyeuristica della nostra societa’ nell’era della soap opera in diretta.

Figura fuori contesto, o meglio, perfettamente calata nel contesto strabico e atrofico di questo tempo appare il vecchio di “No mask no party", sguardo triste e rassegnato di borghese, politico o pensionato qualunque, senza piu’ la maschera, usata probabilmente durante tutta la vita per copripre la sua corruzione, l’assenza di valori, dubbi e compromessi, che ormai non gli serve piu’.

Del tutto in sintonia con l’attuale contesto culturale sempre piu’ mutevole, labile e aperto, l’ambigua “Yakuza", orientale vestita da uomo che racchiude molteplici significati: la confusione e la malleabilita' dei sessi, parallela a quella dei generi, l’ascesa economica della Cina, la sua presenza forte e le conseguenti opportunita' e minacce che questa apertura comporta.

Il rosso protagonista di “Senza parole" sembra incarnare gli stereotipi del “worried happiness", felicita’ preoccupata, persone insoddisfatte dalla societa’ odierna, afflitta da rischi globali e problematiche nazionali ma soddisfatte della propria vita. Dall’aria stanca e gli occhi gonfi, nel suo monito di fare silenzio sembra zittire coloro che abbiano intenzione di lamentarsi.

La protagonista di “Today I am a woman" rappresenta lo stereotipo di tutte quelle vite dall’identita’ non bene definita, tipiche di coloro che non sono cio’ che sono o che sono cio’ che credono di essere.

Parti integranti di Is the party over? sono un video “reality" girato negli spazi di Orfeo Hotel durante “la festa" della sera prima, e un momento performativo con la partecipazione di Silvia Guandalini: nella realta’ discordante del post festa e’ rimasto qualquno, un’eroina dall’aria confusa che pare chiedersi cosa sia rimasto di vero.

Is the party over? La festa e’ finita? E adesso? Le questioni che ci pongono questi interrogativi divengono pretesti di riflessione sulla nostra situazione attuale, risultato di un passato appena trascorso e punto di partenza del futuro imminente.
Isabella Falbo

Opening 25 Maggio h.18:00

Orfeo Hotel
via Orfeo 4/a Bologna

Orario: aperto da lunedi' a sabato dalle 17:00 alle 20:00 o su appuntamento

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