I-box. Una scatola, un kit con le regole del gioco e le istruzioni d'uso da seguire, viene distribuita al pubblico per costruirsi, ciascuno, all'istante, la propria performance. Il meccanismo tenta di riflettere sulla democratizzazione dell'arte e sulla presenza. La performance e' preceduta dal video Ball del video-maker olandese Ries Straver per Waiting Room.
I-box
Giovedi 23 novembre alle 22.00 Raum, in Via Ca' Selvatica 4/d, presenta per
Living Room I-box (Bologna), performance ideata da Antonio Tagliarini,
coreografo e performer, e Luca Trevisani, artista visivo, preceduta dal
video Ball del video-maker olandese Ries Straver per Waiting Room (opere per
l'attesa).
Nell'arco di qualche giorno di permanenza a Bologna, Antonio Tagliarini e
Luca Trevisani crearanno una performance coinvolgendo in un processo
artistico persone lontane dal teatro, dalla danza, dall'arte.
I-box (Bologna). Un solo per tutti!
L'idea e' quella di creare un 'solo coreografico' per tutti, innescando un
meccanismo performativo che tenta di riflettere sulla democratizzazione
dell'arte e sulla presenza. Una scatola, un kit con le regole del gioco e le
istruzioni d'uso da seguire, viene distribuita alle persone coinvolte per
costruirsi ciascuna, all'istante, la propria performance. Quello che si va
costruendo non e' una casa pre-fabbricata, ma il manifestarsi di un
individuo, di una soggettivita' che permette di riflettere e di giocare, di
rendere visibile e far emergere la persona nello spazio dell'accadimento e
nell'incertezza dell'esecuzione.
Arrivo in un luogo, una citta', un paese, un centro abitato, mi guardo
intorno e poi comincio ad avvicinare persone di tutte le eta', un ventenne,
un trentenne, un settantenne e li invito a partecipare a un breve processo
artistico. Con loro faccio un percorso esperenziale che prelude l'incontro
con un pubblico, il momento "spettacolare" della performance, nella quale
queste persone, per la prima volta in vita loro si trovano ad essere
"guardate-osservate-applaudite".
I-box vuole essere una ricerca sul continuo tentativo dell'individuo di
definirsi, costruirsi, determinarsi di fronte a se' stesso e agli altri e
allo stesso tempo l'incertezza del proprio corpo, della propria identita',
dello stare nelle cose. (A. Tagliarini)
I-box e' un progetto nomade che agisce sul territorio dove si ferma. Da
aprile 2006 ad oggi si e' sviluppato in diversi paesi europei (Germania,
Polonia, Austria, Portogallo, Belgio e Italia) col supporto di APAP -
Advanced Performing Art Project.
Antonio Tagliarini, performer, autore, regista romano, con una vocazione
sempre in equilibrio tra danza e recitazione, si e' formato con Danio
Manfredini, Thierry Salmon, Raffaella Giordano, Giorgio Rossi, Marco
Baliani, Marco Martinelli, Cesare Lievi, Giorgio Barberio Corsetti, Come
autore e performer ha creato Freezy, Caramelle, A.A.Cercasi. L'ultima
produzione,Titolo provvisorio: senza titolo, si sviluppa intorno ad una
sola e ossessiva riflessione: "tutto e' al contempo vero e falso. La
rappresentazione e' piu' reale del reale, il reale e' piu' falso di una bugia
detta male." Dal 2000 collabora con Miguel Pereira, coreografo portoghese,
con cui presenta in Europa e Brasile lo spettacolo Antonio Miguel (premiato
dal Ministero della Cultura Portoghese come migliore spettacolo dell'anno).
Lavora sia in Italia che all'estero con diversi registi e coreografi tra
cui: Massimiliano Civica, Marco Baliani, Fabrizio Arcuri/Accademia degli
Artefatti, Alessandro Certini, Csilla Lakatos, B.T.Jones.
Luca Trevisani (Verona, 1979). Il suo lavoro si sposta tra scultura, video,
foto e istallazioni. Tra le mostre personali: Clinamen, Pinksummer, Genova
(2006), William Paxton¹s cluster, Palestra, GAMeC, Bergamo (2005), Equal,
Viafarini, a cura di G. Scardi, Milano (2004). Ha partecipato a numerose
collettive tra cui Il vento dal settecento all¹arte contemporanea,
Fondazione Torino Tremusei, Castagneto Po (2006), First Sudden Gone the One.
First Sudden Back, Project 133, Londra (2006), Tracce di un seminario, Assab
One, Milano (2006), Padiglione Italia out of biennale, Flash art museum,
Trevi, (2005) Report, Villa delle Rose, Galleria d'arte Moderna (2005),
Bologna, Collaudi, Villa delle Rose, Bologna (2003).
Metafisico e ironicamente periglioso, Ball e' un video-loop dalla grana
fluida in cui una bambina abbraccia un pallone rosso che si gonfia e si
sgonfia. Su un sfondo paradisiaco la bambina inizialmente sembra avere sotto
controllo le dimensioni del pallone, ma questo continua a crescere con un
sonoro minaccioso. Aspettando che il pallone scoppi si crea una tensione
precaria. Ball a prima vista e' uno studio sulla tensione e le aspettative,
ma l'aspetto premonitore della bambina lo porta ad un livello di
inquietudine premonitrice.
Ball fa parte della compilation Everything will be ok curata dalla rivista
italo-australiana This is a magazine.
Ries Straver (Bokshoop - Olanda, 1975), videomaker, vive e lavora tra
Venezia e Amsterdam. Dopo gli studi di graphic-design alla Design Academy di
Eindhoven ha lavorato ad Amsterdam come videomaker indipendente ed e' stato
borsista nel dipartimento video di Fabrica, il centro di ricerca sulla
comunicazione del Gruppo Benetton. Il lavoro di Ries e' caratterizzato da una
vena ironica e trasgressiva, con l'intento di suscitare una riflessione
personale sull'uso dei media e il linguaggio visivo che ne deriva. I suoi
lavori sono stati presentati in importanti contesti internazionali:
Extension a '010101; Art in Technological Times' exhibition - the Museum of
Modern Art - San Francisco (2001), Ultra Morph performance e installazione
al Italian Cultural Institute London (2002), e trasmessi in tv: Fuck
Television su La7 (2003), Ball su Dutch Art TV station - PARK4DTV (2004).
Mostre recenti: Crocodiles in Venice & Arte: una conversazione at the
'Multiplo 2' exhibition - N.O. Gallery in Milano (2005). Alcune opere di
Straver fanno parte della collezione permanente del Casoria International
Contemporary Art Museum a Napoli.
http://www.riesstraver.com
Living Room, e' uno sguardo sulla produzione di performer, coreografi,
artisti visivi e plastici. In Living Room convergono una serie di eventi
performativi realizzati per uno spazio ridotto, a stretto contatto con il
pubblico, aperti nel formato e nell'ideazione. Un format anomalo che nasce
per sperimentare forme di presentazione scenica non classiche, alla ricerca
di prototipi e tipologie performative attuali e colloquiali. Living Room e'
una camera di decompressione per artisti affermati; e un luogo di verifica
per chi ha ricerche in corso: ricerche sui formati, sulle forme della
rappresentazione, di cui condividere i processi e non solo gli esiti.
A Living Room si affianca lo spazio Waiting Room, spazio intercapedine in
cui vengono presentate brevi opere video e sonore.
Col supporto di Regione Emilia Romagna, Comune di Bologna, Citta' del Capo -
Radio Metropolitana, Radio Citta' Fujiko, Edizioni Zero.
Immagine: Luca Trevisani.
Giovedi 23 novembre 2006
Raum
via Ca' Selvatica 4/d - Bologna