Cecilia di Lieto presenta il concerto 'Musicisti di strada'. Titolo: "On the dark side of the street". Un progetto di Enzo Umbaca con la collaborazione di Radio Popolare.
Cecilia di Lieto presenta il concerto 'Musicisti di strada'
Titolo: "On the dark side of the street". Un progetto di Enzo Umbaca con la collaborazione di Radio Popolare
Incontrare un musicista di strada da la sensazione di
una porta che si apre
su una realtà parallela.
La musica non ha bisogno di essere spiegata, è
l'unica forma espressiva
capace di dialogare abbattendo qualsiasi ostacolo, gli
umori e conflitti che
gli uomini creano e trasmettono, si possono
accordare come gli strumenti,
una fisarmonica, la chitarra la claviola e via.
Un gruppo di circa 12 artisti di strada, rumeni ed
italiani che siamo
abituati a vedere suonare a titolo semigratuito per le
strade, saranno
contemporaneamente orchestrati e diretti dal maestro
FRANCESCO GRIGOLO, in
un programma che prevede musica rumena e musica
popolare italiana, con una
chiusura finale del "CORO MICENE".
A differenza della prestazione abituale, in questo
caso il pubblico
sceglierà di andarli a sentire, dichiarando la propria
disponibilitÃ
all'ascolto. L'incasso sarà devoluto agli artisti
partecipanti quali: il
maestro GEORGE MOLDOVEANU, SAVERINO, ROBERTO, JON, i
"FATECIRICCHI":
EUGENIO DI NORCIA e RENATO PONZIO, SALVATORE,
GIOVANNI, DANIELO,
percussionista: MARCO ALIVERTI, contrabbassista:NICOLA
MONETA.
Il concerto sarà trasmesso in diretta, nel programma
di Radio pOpolare PATCHANKA NIGHT
alle ore 21
Ascoltabile anche su satellite Hot Bird 4 - 13°est -
12.673 MHz - Verticale
ON THE DARK SIDE OF THE STREET
Chi arriva in Italia per trovare condizioni di vita
migliori non ha la
possibilità di entrare nel sistema, è costretto a
vivere ai margini, sia
per fattori di diversità culturale che per questioni
politiche.
ON THE DARK SIDE OF THE STREET allude a questa
condizione di sopravvivenza
nella penombra, tra abusivismo e desiderio di
mantenere la propria
identità .
E' un luogo che non vuole essere macinato dal sistema,
che propone, nel suo
deambulare tentennante e pronto a fuggire, una forte
autonomia.
La città viene suddivisa in zone, ed ogni musicista
sceglie un luogo in cui
suonare. La divisione avviene rispetto ad esigenze che
non sono solo dettate
dalla musica (per es la possibilità o meno di
incorrere in un controllo di
polizia), succede che si ha un effetto doppio: da un
lato la musica, il
fare musica, rimane un lavoro connesso alla propria
situazione di esule,
profugo, clandestino; dall'altro la città si offre
come possibile
palcoscenico. Un autobus, una stazione della
metropolitana, l'angolo di una
strada commerciale trasfigurano in spazi per
performance.
Incontrare un musicista di strada dà la sensazione di
una porta che si apre
su una realtà parallela.
Sono sempre stato attratto dalla musica, sin da
bambino, quando la mattina
prima di andare a scuola mi esercitavo con il tamburo,
per suonare nella
banda del paese; e soprattutto dai musicisti di
strada, perché catturano la
mente dei passanti, ti fanno/facendo rivivere dei
momenti di coinvolgimento.
Se una coppia di sposi, capta in
Il ritornello di una canzone captato casualmente
per strada, oppure
alla radio o ancora seduti spensieratamente in
tram, da una coppia, è
in grado di evocare sentimenti e forti emozioni.
I musicisti di strada sono sempre esistiti. In questo
momento, con lo
spostamento geografico, sono arrivate persone da
parti del mondo più
diverse, non i soliti musicisti italiani, che cantano
la tradizione locale,
ma trasmettono la loro tradizione e questo significa
nuova conoscenza.
Succede anche che i musicisti stranieri interpretino
pezzi del repertorio
italiano. In metrò mi è capitato di sentire cantare un
musicista dell'est,
la canzone (sono un italiano vero), è una cosa
allettante. La pronuncia
straniera, l'intonazione, il ritmo, subiscono
l'influenza indigena, le
parole sono italiane. Ecco in musica ciò che si può
definire razza meticcia,
la razza del futuro.
La sensazione di straniamento, (che delle volte
diventa paura, diffidenza) è
dovuta proprio a questa combinazione inedita di
linguaggi, di culture, che
lasciano intravedere la possibilità di qualche cosa di
precedentemente
sconosciuto.
Certamente, per alcuni, come per i clandestini, la
condizione di estraneitÃ
è un must, ciò che spaventa noi cittadini riconosciuti
è forse la
possibilità il pericolo di poterci trovare nella
stessa situazione.
Forse sono proprio i musicisti di strada e le persone
che come loro
sperimentano il distacco delle proprie radici e
l'esportazione delle proprie
tradizioni, a fornire i primi esempi di identitÃ
multiculturale, disponibile
ad aprirsi a culture diverse e a trasmettere la
propria. Nel caso dei
musicisti la forza propria del messaggio, del mezzo,
la capacità evocativa
della musica fa apparire questo processo in modo
macroscopico.
Enzo Umbaca
Giovedi 31 maggio 2001, ore 21
Auditorium Demetrio Stratos, via Ollearo, Milano
Prenotazione concerto allo 02 39241409
Per informazioni: Cecilia Di Lieto,
dilieto@radiopopolare.it