Auditorium Demetrio Stratos
Milano
via Ollearo, 5

Musicisti di strada
dal 30/5/2001 al 31/5/2001

Segnalato da

Enzo Umbaca



approfondimenti

Enzo Umbaca



 
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30/5/2001

Musicisti di strada

Auditorium Demetrio Stratos, Milano

Cecilia di Lieto presenta il concerto 'Musicisti di strada'. Titolo: "On the dark side of the street". Un progetto di Enzo Umbaca con la collaborazione di Radio Popolare.


comunicato stampa

Cecilia di Lieto presenta il concerto 'Musicisti di strada'

Titolo: "On the dark side of the street". Un progetto di Enzo Umbaca con la collaborazione di Radio Popolare

Incontrare un musicista di strada da la sensazione di una porta che si apre su una realtà parallela. La musica non ha bisogno di essere spiegata, è l'unica forma espressiva capace di dialogare abbattendo qualsiasi ostacolo, gli umori e conflitti che gli uomini creano e trasmettono, si possono accordare come gli strumenti, una fisarmonica, la chitarra la claviola e via.
Un gruppo di circa 12 artisti di strada, rumeni ed italiani che siamo abituati a vedere suonare a titolo semigratuito per le strade, saranno contemporaneamente orchestrati e diretti dal maestro FRANCESCO GRIGOLO, in un programma che prevede musica rumena e musica popolare italiana, con una chiusura finale del "CORO MICENE".
A differenza della prestazione abituale, in questo caso il pubblico sceglierà di andarli a sentire, dichiarando la propria disponibilità all'ascolto. L'incasso sarà devoluto agli artisti partecipanti quali: il maestro GEORGE MOLDOVEANU, SAVERINO, ROBERTO, JON, i "FATECIRICCHI": EUGENIO DI NORCIA e RENATO PONZIO, SALVATORE, GIOVANNI, DANIELO, percussionista: MARCO ALIVERTI, contrabbassista:NICOLA MONETA.

Il concerto sarà trasmesso in diretta, nel programma di Radio pOpolare PATCHANKA NIGHT alle ore 21
Ascoltabile anche su satellite Hot Bird 4 - 13°est - 12.673 MHz - Verticale


ON THE DARK SIDE OF THE STREET

Chi arriva in Italia per trovare condizioni di vita migliori non ha la possibilità di entrare nel sistema, è costretto a vivere ai margini, sia per fattori di diversità culturale che per questioni politiche.
ON THE DARK SIDE OF THE STREET allude a questa condizione di sopravvivenza nella penombra, tra abusivismo e desiderio di mantenere la propria identità. E' un luogo che non vuole essere macinato dal sistema, che propone, nel suo deambulare tentennante e pronto a fuggire, una forte autonomia. La città viene suddivisa in zone, ed ogni musicista sceglie un luogo in cui suonare. La divisione avviene rispetto ad esigenze che non sono solo dettate dalla musica (per es la possibilità o meno di incorrere in un controllo di polizia), succede che si ha un effetto doppio: da un lato la musica, il fare musica, rimane un lavoro connesso alla propria situazione di esule, profugo, clandestino; dall'altro la città si offre come possibile palcoscenico. Un autobus, una stazione della metropolitana, l'angolo di una strada commerciale trasfigurano in spazi per performance. Incontrare un musicista di strada dà la sensazione di una porta che si apre su una realtà parallela.

Sono sempre stato attratto dalla musica, sin da bambino, quando la mattina prima di andare a scuola mi esercitavo con il tamburo, per suonare nella banda del paese; e soprattutto dai musicisti di strada, perché catturano la mente dei passanti, ti fanno/facendo rivivere dei momenti di coinvolgimento. Se una coppia di sposi, capta in Il ritornello di una canzone captato casualmente per strada, oppure alla radio o ancora seduti spensieratamente in tram, da una coppia, è in grado di evocare sentimenti e forti emozioni.

I musicisti di strada sono sempre esistiti. In questo momento, con lo spostamento geografico, sono arrivate persone da parti del mondo più diverse, non i soliti musicisti italiani, che cantano la tradizione locale, ma trasmettono la loro tradizione e questo significa nuova conoscenza.
Succede anche che i musicisti stranieri interpretino pezzi del repertorio italiano. In metrò mi è capitato di sentire cantare un musicista dell'est, la canzone (sono un italiano vero), è una cosa allettante. La pronuncia straniera, l'intonazione, il ritmo, subiscono l'influenza indigena, le parole sono italiane. Ecco in musica ciò che si può definire razza meticcia, la razza del futuro.
La sensazione di straniamento, (che delle volte diventa paura, diffidenza) è dovuta proprio a questa combinazione inedita di linguaggi, di culture, che lasciano intravedere la possibilità di qualche cosa di precedentemente sconosciuto. Certamente, per alcuni, come per i clandestini, la condizione di estraneità è un must, ciò che spaventa noi cittadini riconosciuti è forse la possibilità il pericolo di poterci trovare nella stessa situazione. Forse sono proprio i musicisti di strada e le persone che come loro sperimentano il distacco delle proprie radici e l'esportazione delle proprie tradizioni, a fornire i primi esempi di identità multiculturale, disponibile ad aprirsi a culture diverse e a trasmettere la propria. Nel caso dei musicisti la forza propria del messaggio, del mezzo, la capacità evocativa della musica fa apparire questo processo in modo macroscopico.
Enzo Umbaca

Giovedi 31 maggio 2001, ore 21

Auditorium Demetrio Stratos, via Ollearo, Milano

Prenotazione concerto allo 02 39241409
Per informazioni: Cecilia Di Lieto,
dilieto@radiopopolare.it

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