Galleria Fonti
Napoli
via Chiaia, 229
081 411409 FAX 081 411409
WEB
Michel Auder
dal 18/1/2007 al 18/2/2007
dal martedi' al venerdi' 16.30-19.30

Segnalato da

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Michel Auder



 
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18/1/2007

Michel Auder

Galleria Fonti, Napoli

In mostra 4 video: Dope, 2006, My last bag of Heroin (For Real), 1986, Polaroid Cocaine, 1993 e My first pipe of opium since 1973, 2004. Nella sua opera, Auder, non da messaggi, non educa, non informa, semplicemente osserva, guarda, crea una grande intimita' con cio' che riprende. Presso Kaplan Project (Via dei Tribunali 362, ore 21.30) proiezione del video "New Mexico Chronicles".


comunicato stampa

Dope and narcotica series

In mostra quattro video: Dope, 2006 ,e tre video della serie "Narcotica" My last bag of Heroin (For Real),1986, Polaroid Cocaine,1993 e My first pipe of opium since 1973, 2004.

In "Dope", l’artista realizza un video-collage di due registrazioni, una in bianco e nero dei primi anni ‘70 e una recente a colori, dove il gesto di sniffare cocaina viene riproposto in due momenti temporali distinti.In My last bag of Heroin (for real), Auder e' l’attore protagonista e dichiara drammaticamente la sua tossicodipendenza con queste parole “Tu sai di essere dipendente dall’eroina quando cominci a dire che ogni dose e' l’ultima". Polaroid Cocaine e' un breve montaggio di immagini sulla morte, distruzione e desiderio, dove il brivido della cocaina diventa metafora della loro consunzione, il titolo e la musica sono di Jean-Jacques Shul e la voce narrante e' di Ingrid Caven. In My first pipe of opium since 1973, realizza un video dove unisce immagini reali con immagini costruite cosicche' questa dichiarata ossessione per la droga viene ridimensionata dalle parti fittizie.

I video, estratti da questo ricchissimo archivio, sono in parte registrazioni dirette, altri, invece, sono stati montati anni dopo essere stati girati, in un processo di esplicita ricomposizione, non per ricostruire, ma per riconsiderare il processo della memoria di certe situazioni, persone e immagini, attraverso il presente, come mezzo per raccontare storie e comunicare.

Nella sua opera, Auder, non da messaggi, non educa, non informa, semplicemente osserva, guarda, crea una grande intimita' con cio' che riprende, questa incredibile curiosita' voyeuristica gli permette di accorgersi di piccoli dettagli, magari invisibili a tutti, ma per lui particolari essenziali, come il libro di Sade “La philosophie dans le boudoir" in Dope, non esclude nulla, gli interessa tutta la realta' (come i fiammiferi in My last bag of heroin).

Galleria Fonti
via Chiaia, 229 - Napoli
Ingresso libero

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