Fondazione Ugo e Olga Levi
Venezia
San Marco, 2893
041 786777 FAX 041 786751
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Authentic/Ex-centric
dal 6/6/2001 al 30/9/2001
041 786777

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Manifestazioni culturali




 
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6/6/2001

Authentic/Ex-centric

Fondazione Ugo e Olga Levi, Venezia

Mostra a latere alla 49 Esposizione Internazionale d'Arte, a cura di Salah Hassan e da Olu Oguibe con la curatela aggiunta di Emma Bedford. Africa in and out of Africa presenta il lavoro di sette noti artisti contemporanei dell'Africa e della Diaspora africana che operano concettualmente con pitture, sculture, fotografie e installazioni video e multimediali.


comunicato stampa


Africa in and out of Africa

Mostra a latere alla 49 Esposizione Internazionale d'Arte

Mostra curata da Salah Hassan e da Olu Oguibe con la curatela aggiunta di Emma Bedford, e patrocinata dalla Biennale di Venezia, Authentic/Ex-centric: Africa in and out of Africa presenta il lavoro di sette noti artisti contemporanei dell'Africa e della Diaspora africana che operano concettualmente con pitture, sculture, fotografie e installazioni video e multimediali. La mostra si propone di mettere in evidenza le attuali tendenze dell'arte contemporanea africana per mezzo di opere che parlino apertamente delle problematiche connesse alla Diaspora, all'esilio, alla memoria, alla rappresentatività e ad altri aspetti dell'esperienza africana.

Authentic è la parola del titolo che allude metaforicamente alla reazione degli artisti in mostra sia al problema della rappresentatività nel circuito internazionale dell'arte sia a quei paradigmi che tendono a oggettivare le culture africane e quelle Altre. Tale concetto mette pertanto in gioco la nozione di determinismo culturale e, parimenti, mette in discussione quelle equivoche pretese di 'autenticità e di 'esotismo', peraltro esterne ed estranee al continente, che hanno finito con l'informare certi criteri di riconoscimento e di accettazione della produzione artistica africana odierna. Diversi lavori in mostra problematizzano queste nozioni di originalità e di autenticità, denunciando la prospettiva etnocentrica con cui vengono formulate e pertanto la loro discutibile fondatezza.

Ex-centric fa riferimento alla realtà delle politiche culturali che affliggono gli artisti africani che operano in patria o in esilio. Questa parola illustra inoltre la specificità di quell'estetica e quella coscienza transculturali e transnazionali che caratterizzano le pratiche artistiche contemporanee africane. La mostra pone in evidenza il continuo e reciproco flusso di idee e di influenze tra il continente africano e le altre parti del mondo, offrendo una panoramica dei modi in cui gli artisti africani hanno interpretato e tradotto, e con il tramite di una sensibilità globale, le specifiche esperienze sociali ed estetiche dell'Africa pre- e post-coloniale.

Nell'installazione Panifice, l'artista sudafricano Willem Boshoff continua una serie di precedenti sperimentazioni che interessano il linguaggio e i passi biblici. L'artista rievoca la domanda di Cristo "Qual è l'uomo fra voi che, se il figlio gli chiederà del pane, egli gli darà una pietra?" (Matteo, VII, 9), e la scolpisce su enormi pani di pietra traducendola in varie lingue. Boshoff utilizza così l'idea di comunione, ovvero di 'spezzare il pane' (panifice), per rivolgersi a quell'universalità dell'esperienza umana che travalica gli spartiacque dettati da lingua, razza o cultura. Illusorie differenze di lingua o di luogo, suggerisce l'artista, sono secondarie rispetto all'evidenza di una comune umanità.

Spoken Softly with Mama è l'opera dell'artista afrocubana Maria Magdalena Campos-Pons che fa parte di una serie di lavori dal titolo History of People who were not Heroes, in cui viene esplorata tutta una serie di problemi relativi alla Diaspora, all'esilio, alla razza e alla disparità fra i sessi. In quest'installazione multimediale la Campos-Pons rielabora una vicenda personale per indagare i modi in cui la storia e la tradizione vengono tramandati da una generazione all'altra e come, simultaneamente, la memoria collettiva si deposita e viene preservata anche nei più semplici oggetti d'uso quotidiano.

Con Lord Byron's Room, Godfied Donkor prosegue la sua opera volta a riesumare storie dimenticate di persone di colore in Europa. L'artista attinge sia a fonti d'archivio sia a fonti orali e popolari per portare alla luce, rielaborandoli, le circostanze e i momenti chiave della presenza di africani nei circoli elitari europei. Rivangando la reputazione del nobiluomo dell'età vittoriana, entusiasta di pugilato quando i neri avevano già stabilito una supremazia in questo sport, Donkor esuma così la segreta relazione tra Byron e il suo circolo di amici, di cui facevano parte anche i più noti pugili di colore dell'epoca: una notizia che a stento sopravvive nella narrativa del periodo vittoriano. L'idea dell'artista è quella di ricostruire il sostrato di complessità nella storia delle relazioni transculturali e dell'interazione umana, specialmente laddove essa pare essere stata sistematicamente cancellata.

La stupefacente abilità calligrafica dell'artista algerino Rachid Koraïchi, che oggi vive e lavora a Parigi, è ben visibile ne Le Chemin de Roses, opera in cui propone una sorta di percorso trascendente nel pensiero islamico Sufi. Koraïchi rievoca le peregrinazioni dell'erudito e viaggiatore Jalal al-Din al-Rumi attraverso il Mediterraneo fino a Konya (Turchia), dove la leggenda vuole il suo incontro con Ibn Arabi, il grande poeta e mistico Sufi. L'installazione di Koraïchi iconizza il viaggio di al-Rumi per vari continenti con bacini d'abluzione in ceramica manufatti in Turchia, tele di lino dorate provenienti dal Marocco, e con una serie di sculture in metallo, a sottolineare il prodigioso incontro tra due maestri Sufi e tre continenti ma anche, al contempo, la teoria di al-Rumi circa l'inseparabilità tra estetica e metafisica, là dove l'arte è tutt'uno con il divino.

L'artista sudafricana Berni Searle prosegue un suo lavoro d'esplorazione incentrato sul concetto di 'pesantezza' del colore della pelle. Searle, i cui antenati abbracciano tre diversi continenti, con l'installazione video che evoca ironicamente la nota fiaba di Biancaneve, Snow White, porta lo spettatore a contemplare un itinerario di visibilità e cancellazione a ricordo delle drammatiche vicissitudini causate dall'ideologia dell'apartheid.

In maniera non dissimile l'artista algerina Zineb Sedira, che attualmente vive e lavora a Londra, si rivolge ai modi in cui la propria identità è pervasa da questioni religiose, culturali e di differenziazione sessuale. Con l'installazione Quatre générations de femmes, Sedira si appropria di un'arte tradizionalmente riservata ai soli uomini: quella di creare piastrelle in ceramica decorate con motivi arabeggianti. Nel video Don't Do to Her What You Did to Me l'artista rappresenta invece il modo in cui nella Diaspora africana le forze sociali si scontrano con l'identità.

Vacation, l'installazione di Yinka Shonibare, sembrerebbe apparentemente un'innocua esplorazione spaziale volta a celebrare le magnifiche sorti progressive dell'uomo. A ben vedere, tuttavia, gli astronauti di Shonibare indossano tute spaziali fatte con i 'tradizionali' tessuti africani di cotone stampati a cera, che certo non sono gli indumenti che normalmente associamo a un viaggio nello spazio. Così, se l'equipaggiamento della famiglia di astronauti evoca da un lato una sorta di costume indigeno, esso allude nondimeno alla possibilità di un dominatore 'Altro'. La proposta dell'artista di rappresentare il paradosso concettuale di alieno/Altro nella veste di colonizzatore/esploratore manifesta in tal senso la complessità delle dinamiche di potere tra gruppi.

Ognuno di questi artisti, in definitiva, articola a proprio modo la complessa realtà dell'arte africana contemporanea nell'ambito di un progetto internazionalista che s'inscrive nel sistema globale dell'arte, restando tuttavia fedele a una specificità storica e d'esperienze propriamente africane.


La mostra sarà accompagnata da un libro che tratterà per esteso le problematiche relative al concettualismo e al post-modernismo in prospettiva africana e le questioni inerenti un'estetica interculturale e transnazionale

Organizzazione: The Forum For African Arts, Inc., New York

A cura di Salah Hassan e Olu Oguibe

Artisti:
Willem Boshoff, Maria Magdalena Campos-Pons, Godfried Donkor, Rachid Koraïchi, Berni Searle, Zineb Sedira, Yinka Shonibare

Inaugurazione Fondazione Levi 7 giugno 2001 ore 12.30

Vernissage della mostra 8 giugno 2001 ore 20 fino a mezzanotte


Per maggiori informazioni contattare:

Negli Stati Uniti:
Kim Cornish
Forum for African Arts
Tel (607) 255-1890/0696
Fax (607) 254-5000
E-mail: afrartists-mailbox@cornell.edu

A Venezia:
Tiziana Bottecchia
Marta Savaris
Anna Toscano
Fondazione Querini Stampalia
5252 Castello, 30122 Venezia
Tel. 0412711411 fax 0412711445
E-mail: manifestazioni.querini@provincia.venezia.it
artecontemporanea.querini@provincia.venezia.it

Il Forum for African Arts

Il Forum for African Arts di New York si è assunto il compito di sostenere e rafforzare la presenza di artisti africani alla Biennale di Venezia. Il Comitato del Forum, che è composto da eminenti curatori, artisti, critici e studiosi africani e non, si propone di stimolare dei progetti di qualità e di nominare dei curatori ad hoc per le prossime mostre di arte africana contemporanea patrocinate dalla Biennale di Venezia.

Il Forum agisce come promotore per lo sviluppo e la realizzazione di progetti e strategie a lungo termine per garantire la presenza di artisti africani nei più importanti appuntamenti artistici di carattere internazionale. Il Forum costituisce il Comitato consultivo della mostra Authentic/Ex-centric: Africa in and out of Africa, che ha proposto in occasione della 49ma Biennale di Venezia e che verrà inaugurata nel giugno 2001.

Il Forum è un'istituzione registrata senza fini di lucro, impegnata a dare carattere istituzionale a numerosi progetti di arte contemporanea e attivo per facilitare sponsorizzazioni e ricevere sussidi e donazioni.

Orario di apertura: tutti i giorni dalle 10 alle 18, chiuso il lunedì. Ingresso libero

Fondazione Levi
San Marco, 2893
30124 Venezia
Tel. 041 786777

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