Willem Boshoff
Maria Magdalena Campos-Pons
Godfried Donkor
Rachid Koraichi
Berni Searle
Zineb Sedira
Yinka Shonibare
Salah Hassan
Olu Oguibe
Emma Bedford
Mostra a latere alla 49 Esposizione Internazionale d'Arte, a cura di Salah Hassan e da Olu Oguibe con la curatela aggiunta di Emma Bedford. Africa in and out of Africa presenta il lavoro di sette noti artisti contemporanei dell'Africa e della Diaspora africana che operano concettualmente con pitture, sculture, fotografie e installazioni video e multimediali.
Africa in and out of Africa
Mostra a latere alla 49 Esposizione Internazionale d'Arte
Mostra curata da Salah Hassan e da Olu Oguibe con la curatela aggiunta di Emma
Bedford, e patrocinata dalla Biennale di Venezia, Authentic/Ex-centric: Africa
in and out of Africa presenta il lavoro di sette noti artisti contemporanei
dell'Africa e della Diaspora africana che operano concettualmente con pitture,
sculture, fotografie e installazioni video e multimediali. La mostra si propone
di mettere in evidenza le attuali tendenze dell'arte contemporanea africana per
mezzo di opere che parlino apertamente delle problematiche connesse alla Diaspora,
all'esilio, alla memoria, alla rappresentatività e ad altri aspetti dell'esperienza
africana.
Authentic è la parola del titolo che allude metaforicamente alla reazione degli
artisti in mostra sia al problema della rappresentatività nel circuito
internazionale dell'arte sia a quei paradigmi che tendono a oggettivare le culture
africane e quelle Altre. Tale concetto mette pertanto in gioco la nozione di
determinismo culturale e, parimenti, mette in discussione quelle equivoche pretese
di 'autenticità e di 'esotismo', peraltro esterne ed estranee al continente, che
hanno finito con l'informare certi criteri di riconoscimento e di accettazione
della produzione artistica africana odierna. Diversi lavori in mostra
problematizzano queste nozioni di originalità e di autenticità , denunciando la
prospettiva etnocentrica con cui vengono formulate e pertanto la loro discutibile
fondatezza.
Ex-centric fa riferimento alla realtà delle politiche culturali che affliggono gli
artisti africani che operano in patria o in esilio. Questa parola illustra inoltre
la specificità di quell'estetica e quella coscienza transculturali e transnazionali
che caratterizzano le pratiche artistiche contemporanee africane. La mostra pone in
evidenza il continuo e reciproco flusso di idee e di influenze tra il continente
africano e le altre parti del mondo, offrendo una panoramica dei modi in cui gli
artisti africani hanno interpretato e tradotto, e con il tramite di una sensibilitÃ
globale, le specifiche esperienze sociali ed estetiche dell'Africa pre- e
post-coloniale.
Nell'installazione Panifice, l'artista sudafricano Willem Boshoff continua una serie
di precedenti sperimentazioni che interessano il linguaggio e i passi biblici. L'artista
rievoca la domanda di Cristo "Qual è l'uomo fra voi che, se il figlio gli chiederà del
pane, egli gli darà una pietra?" (Matteo, VII, 9), e la scolpisce su enormi pani di pietra
traducendola in varie lingue. Boshoff utilizza così l'idea di comunione, ovvero di
'spezzare il pane' (panifice), per rivolgersi a quell'universalità dell'esperienza
umana che travalica gli spartiacque dettati da lingua, razza o cultura. Illusorie
differenze di lingua o di luogo, suggerisce l'artista, sono secondarie rispetto
all'evidenza di una comune umanità .
Spoken Softly with Mama è l'opera dell'artista afrocubana Maria Magdalena
Campos-Pons che fa parte di una serie di lavori dal titolo History of People
who were not Heroes, in cui viene esplorata tutta una serie di problemi relativi
alla Diaspora, all'esilio, alla razza e alla disparità fra i sessi. In
quest'installazione multimediale la Campos-Pons rielabora una vicenda personale
per indagare i modi in cui la storia e la tradizione vengono tramandati da una
generazione all'altra e come, simultaneamente, la memoria collettiva si deposita
e viene preservata anche nei più semplici oggetti d'uso quotidiano.
Con Lord Byron's Room, Godfied Donkor prosegue la sua opera volta a riesumare storie
dimenticate di persone di colore in Europa. L'artista attinge sia a fonti d'archivio
sia a fonti orali e popolari per portare alla luce, rielaborandoli, le circostanze e
i momenti chiave della presenza di africani nei circoli elitari europei. Rivangando
la reputazione del nobiluomo dell'età vittoriana, entusiasta di pugilato quando i neri
avevano già stabilito una supremazia in questo sport, Donkor esuma così la segreta
relazione tra Byron e il suo circolo di amici, di cui facevano parte anche i più noti
pugili di colore dell'epoca: una notizia che a stento sopravvive nella narrativa del
periodo vittoriano. L'idea dell'artista è quella di ricostruire il sostrato di
complessità nella storia delle relazioni transculturali e dell'interazione umana,
specialmente laddove essa pare essere stata sistematicamente cancellata.
La stupefacente abilità calligrafica dell'artista algerino Rachid Koraïchi, che oggi
vive e lavora a Parigi, è ben visibile ne Le Chemin de Roses, opera in cui propone una
sorta di percorso trascendente nel pensiero islamico Sufi. Koraïchi rievoca le
peregrinazioni dell'erudito e viaggiatore Jalal al-Din al-Rumi attraverso il
Mediterraneo fino a Konya (Turchia), dove la leggenda vuole il suo incontro con Ibn
Arabi, il grande poeta e mistico Sufi. L'installazione di Koraïchi iconizza il viaggio
di al-Rumi per vari continenti con bacini d'abluzione in ceramica manufatti in Turchia,
tele di lino dorate provenienti dal Marocco, e con una serie di sculture in metallo,
a sottolineare il prodigioso incontro tra due maestri Sufi e tre continenti ma anche,
al contempo, la teoria di al-Rumi circa l'inseparabilità tra estetica e metafisica,
là dove l'arte è tutt'uno con il divino.
L'artista sudafricana Berni Searle prosegue un suo lavoro d'esplorazione incentrato sul
concetto di 'pesantezza' del colore della pelle. Searle, i cui antenati abbracciano
tre diversi continenti, con l'installazione video che evoca ironicamente la nota fiaba
di Biancaneve, Snow White, porta lo spettatore a contemplare un itinerario di
visibilità e cancellazione a ricordo delle drammatiche vicissitudini causate
dall'ideologia dell'apartheid.
In maniera non dissimile l'artista algerina Zineb Sedira, che attualmente vive e
lavora a Londra, si rivolge ai modi in cui la propria identità è pervasa da questioni
religiose, culturali e di differenziazione sessuale. Con l'installazione Quatre
générations de femmes, Sedira si appropria di un'arte tradizionalmente riservata ai
soli uomini: quella di creare piastrelle in ceramica decorate con motivi arabeggianti.
Nel video Don't Do to Her What You Did to Me l'artista rappresenta invece il modo in
cui nella Diaspora africana le forze sociali si scontrano con l'identità .
Vacation, l'installazione di Yinka Shonibare, sembrerebbe apparentemente un'innocua
esplorazione spaziale volta a celebrare le magnifiche sorti progressive dell'uomo.
A ben vedere, tuttavia, gli astronauti di Shonibare indossano tute spaziali fatte con
i 'tradizionali' tessuti africani di cotone stampati a cera, che certo non sono gli
indumenti che normalmente associamo a un viaggio nello spazio. Così, se
l'equipaggiamento della famiglia di astronauti evoca da un lato una sorta di costume
indigeno, esso allude nondimeno alla possibilità di un dominatore 'Altro'.
La proposta dell'artista di rappresentare il paradosso concettuale di alieno/Altro
nella veste di colonizzatore/esploratore manifesta in tal senso la complessitÃ
delle dinamiche di potere tra gruppi.
Ognuno di questi artisti, in definitiva, articola a proprio modo la complessa realtÃ
dell'arte africana contemporanea nell'ambito di un progetto internazionalista che
s'inscrive nel sistema globale dell'arte, restando tuttavia fedele a una specificitÃ
storica e d'esperienze propriamente africane.
La mostra sarà accompagnata da un libro che tratterà per esteso le problematiche
relative al concettualismo e al post-modernismo in prospettiva africana e le questioni
inerenti un'estetica interculturale e transnazionale
Organizzazione: The Forum For African Arts, Inc., New York
A cura di Salah Hassan e Olu Oguibe
Artisti:
Willem Boshoff, Maria Magdalena Campos-Pons, Godfried Donkor, Rachid Koraïchi, Berni Searle, Zineb Sedira, Yinka Shonibare
Inaugurazione Fondazione Levi 7 giugno 2001 ore 12.30
Vernissage della mostra 8 giugno 2001 ore 20 fino a mezzanotte
Per maggiori informazioni contattare:
Negli Stati Uniti:
Kim Cornish
Forum for African Arts
Tel (607) 255-1890/0696
Fax (607) 254-5000
E-mail: afrartists-mailbox@cornell.edu
A Venezia:
Tiziana Bottecchia
Marta Savaris
Anna Toscano
Fondazione Querini Stampalia
5252 Castello, 30122 Venezia
Tel. 0412711411 fax 0412711445
E-mail: manifestazioni.querini@provincia.venezia.it
artecontemporanea.querini@provincia.venezia.it
Il Forum for African Arts
Il Forum for African Arts di New York si è assunto il compito di sostenere e rafforzare
la presenza di artisti africani alla Biennale di Venezia. Il Comitato del Forum, che
è composto da eminenti curatori, artisti, critici e studiosi africani e non, si propone
di stimolare dei progetti di qualità e di nominare dei curatori ad hoc per le prossime
mostre di arte africana contemporanea patrocinate dalla Biennale di Venezia.
Il Forum
agisce come promotore per lo sviluppo e la realizzazione di progetti e strategie a lungo
termine per garantire la presenza di artisti africani nei più importanti appuntamenti
artistici di carattere internazionale. Il Forum costituisce il Comitato consultivo della
mostra Authentic/Ex-centric: Africa in and out of Africa, che ha proposto in occasione
della 49ma Biennale di Venezia e che verrà inaugurata nel giugno 2001.
Il Forum è un'istituzione registrata senza fini di lucro, impegnata a dare carattere
istituzionale a numerosi progetti di arte contemporanea e attivo per facilitare
sponsorizzazioni e ricevere sussidi e donazioni.
Orario di apertura: tutti i giorni dalle 10 alle 18, chiuso il lunedì. Ingresso libero
Fondazione Levi
San Marco, 2893
30124 Venezia
Tel. 041 786777