Padre Cicero - il piu' grande culto cattolico del nord-est brasiliano. Per decenni la storia di questo padre salesiano ha riguardato solo gli abitanti di queste regioni, che da generazioni lo ricordano con devozione, poi nel 2001, improvvisamente, la sua storia e' tornata di attualita'. Fotografie.
Padre Cicero - il più grande culto cattolico del nord-est brasiliano
Nell’estremo sud dello stato brasiliano del Cearà sorge Juazeiro do Norte, una città che conta 250.000 anime ed è la più grande tra quelle dell’interiore. Nonostante si trovi geograficamente all’interno di quella regione denominata Sertão, nota per il suo clima semi-arido e il suo territorio inospitale, Juazeiro sorge in una valle di origine vulcanica, “Vale do Cariri”, ricca di vegetazione e con un clima ben più sostenibile. Il motivo per cui la fama di Juazeiro raggiunge anche gli angoli più remoti dell’ immenso nord-est brasiliano, è quello di essere stata la terra di “Padre Cicero”, un prete nato e vissuto da queste parti tra il 1844 e il 1934.
Per decenni la storia di questo padre salesiano ha riguardato solo gli abitanti di queste regioni, che da generazioni lo ricordano con grande affetto e devozione, poi nel 2001, improvvisamente, la storia di Padre Cicero è tornata ad essere un fatto di attualità. Quell’anno giunge a Crato, diocesi di cui Juazeiro fa parte, un nuovo vescovo, l’ italiano don Fernando Panico, mandato qui dalla curia di Roma. A distanza di poco tempo dal suo arrivo, don Fernando viene informato dalla Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile, che il cardinale Ratzinger, allora presidente della Congregazione per la Dottrina della Fede, ha manifestato interesse per il caso di Padre Cicero.
In una lettera indirizzata al vescovo appena insediato, il futuro papa, chiede un parere sulla possibilità di aprire una nuova commissione di studio sulla figura del sacerdote e, dopo due incontri a Roma per definire i dettagli, viene ufficialmente designata una commissione diocesana di indagine. In questi anni, come racconta don Fernando, il cardinale Ratzinger ha continuato a seguire il lavoro investigativo per la riabilitazione, orientando egli stesso i procedimenti per la finalizzazione degli studi. Ed è così che lo scorso 31 maggio una delegazione della città di Juazeiro, coordinata dal vescovo Fernando Panico e accompagnata da alcuni dirigenti politici locali, è stata ricevuta durante l’udienza papale del mercoledì. In un clima di estrema fiducia per l’esito della vicenda, sono stati portati a papa Benedetto XVI gli ultimi documenti necessari per il processo di beatificazione.
Nel marzo del 2001 Padre Cicero era stato eletto da Rete Globo, il Cearense del secolo, cioè il più importante cittadino di questo stato, in tutto il ventesimo secolo. Molti sono i luoghi a Juazeiro che ricordano la presenza e l’attività di questo prete, ma due sono sicuramente i più significativi. Uno è la “Capela do Perpetuo Socorro”, costruita interamente dal padre salesiano e dove oggi sono conservate le sue spoglie; tra le chiese è quella che richiama il maggior numero di pellegrini. L’altro è la “Serra do Horto”, un altura che domina la città, dove Padre Cicero amava fare i suoi ritiri spirituali, e dove sorge una statua del prete che, con i suoi 25 metri, è la terza più alta del mondo, dopo quella della Libertà a New York e quella del Cristo a Rio de Janeiro
Lo spazio della “Serra do Horto” è gestita dai padri salesiani di Don Bosco.
Il responsabile del santuario, che oltre la statua comprende un piccolo museo delle cere dedicato alla vita di Padre Cicero, è ancora una volta un italiano, l’attivissimo padre Josè Venturelli. Questo tenace veronese, arrivato qui circa 10 anni fa, è riuscito, con l’ appoggio della Fondazione Educativa Salesiana Padre Cicero, a conquistare spazio ed interesse per la causa di Padre Cicero. Nel 2004 sono riusciti ad inaugurare una nuova emittente, Rádio Educativa Salesiana Padre Cícero, che trasmette direttamente dalla “Serra do Horto”, grazie ad una potentissima antenna autorizzata dalle dall’ amministrazione locale. Mentre proprio in questi mesi stanno ultimando un altro ambizioso progetto: costruire, proprio nella “Serra do Horto”, una nuova chiesa che prenderà il nome di “ Bom Jesusu do Horto” e sarà il più grande tempio cattolico di tutto il nord-est.
Senza il richiamo creato da questa mitica figura, Juazeiro sarebbe un’ anonima città di provincia, quella provincia più rurale e sconosciuta che è ancora possibile incontrare in tante regioni di questo immenso paese. Il numero di pellegrini che ogni anno giungono in città da tutto il nord-est e anche dal resto del Brasile, è di circa un milione. Questo immenso flusso di visitatori fa di Padre Cicero il culto cattolico più importante di tutto il nord-est. Ed è appunto il turismo religioso il vero volano di un economia che in fondo non possiede grandi risorse. L’affluenza di così tanti pellegrini non solo garantisce lavoro a quelle attività che normalmente traggono beneficio dalla presenza di turisti, come ristoranti, alberghi, bar; ma permette anche il fiorire di una economia sommersa, fatta da gente che sopravvive sfruttando in una qualche maniera l’immagine del prete.
Ecco allora che nascono laboratori di statue: da quelli dove si lavora artigianalmente, tutto a mano, come una volta, a quelli dove si producono statuette in catena di montaggio, con degli stampi di lattice, spesso ricavati illegalmente da una statua acquistata. Nel centro proliferano i negozi di oggetti religiosi, ed è frequente trovare, in mezzo a cristi e madonne di gesso, un infinità di statuette di Padre Cicero, da quello “tascabile” fino a quelli che raggiungono una grandezza naturale. Il Brasile con cui si viene a contatto da queste parti è distante, non solo geograficamente, da quello colorito e folkloristico della costa. E siamo lontani anche dal clima frenetico delle grandi metropoli brasiliane. Qui la provincia è fatta ancora di gente semplice, dotata di una forte identità culturale ed animata da un sano sentimento religioso.
E’ in questo contesto che ogni anno, il 20 di marzo, si apre la celebrazione della “Settimana dedicata a Padre Cicero”, che culmina nei festeggiamenti del giorno 24, data della sua nascita. Per 6 giorni la vita a Juazeiro si trasforma e tutto appare segnato da un grande fervore religioso. E’ incredibile il numero di pellegrini che partecipa alle varie messe che si celebrano ogni giorno; spesso i fedeli si radunano in preghiera anche fuori dalle chiese che non ce la fanno ad ospitarli tutti, e seguono la funzione dagli altoparlanti in un clima di forte spiritualità. Nelle vie del centro quasi tutti i negozi e i bar tengono esposte statue del prete, e in moltissime case è possibile scorgere altari, semplici e dignitosi, dedicati alla venerata figura di questo sacerdote.
Accanto a questa anima più mistica, la festa è anche un momento per riscoprire le tradizioni e i riti popolari, che qui la gente custodisce ancora gelosamente. Ogni sera si esibiscono gruppi folkloristici che rivelano nei costumi,nei balli, nelle musiche, quelle radici della cultura afro-brasiliana a cui si ispirano.
E poi non potevano mancare gli infaticabili venditori ambulanti , che offrendo cibo, santini o braccialetti, riescono a guadagnarsi qualcosa per vivere. La notte del 24, anniversario della nascita, i festeggiamenti raggiungono il culmine. Dopo una messa serale e una lunga veglia a lume di candela ,viene divisa tra migliaia di fedeli, una torta gigantesca preparata nel pomeriggio sulla piazza principale. Se si dovesse descrivere l’atmosfera così particolare che si respira , in questo angolo di Brasile, durante questi giorni di festa, verrebbe da dire che sembra di trovarsi in un “film neo-realista”.
E’ come se Juazeiro si trasformasse in un immenso set, e la quotidianità di queste giornate rimanda incredibilmente alle immagini di un Italia scomparsa. Un Italia di qualche decennio fa, più rurale, più religiosa, magari un po’ bigotta, ma con un forte gusto per le cose semplici. Ogni anno,nella città di Juazeiro do Norte, nella regione del Sertão brasiliano, si svolge la celebrazione della Settimana dedicata a “Padre Cicero. A partire dal giorno 20 di marzo iniziano i festeggiamenti che culminano il 24, data della sua nascita, con una veglia notturna a lume di candela.
La devozione con cui la gente ricorda questo prete, vissuto in queste terre tra la fine del l’ ottocento e l’inizio del novecento, , fa di questa figura il più grande culto dell’ intero nord-est brasiliano. Il fatto che ogni anno circa un milione di pellegrini raggiungano questa città per vedere i luoghi dove visse il sacerdote, spiega come mai la sua fama raggiunga anche gli angoli più remoti di questa immensa regione. In questi giorni Juazeiro si trasforma in un grande set e tutto sembra voler essere un richiamo alla figura di questo padre
Ed è appunto il turismo religioso il vero volano di un economia che in fondo non possiede grandi risorse. L’affluenza di così tanti pellegrini non solo garantisce lavoro a quelle attività che normalmente traggono beneficio dalla presenza di turisti, come ristoranti, alberghi, bar; ma permette anche il fiorire di una economia sommersa, fatta da gente che sopravvive sfruttando in una qualche maniera l’immagine del prete.
Ecco allora che nascono laboratori di statue: da quelli dove si lavora artigianalmente, tutto a mano, come una volta, a quelli dove si producono statuette in catena di montaggio, con degli stampi di lattice, spesso ricavati illegalmente da una statua acquistata . Nel centro proliferano i negozi di oggetti religiosi, ed è frequente trovare, in mezzo a cristi e madonne di gesso, un infinità di statuette di Padre Cicero, da quello “tascabile” fino a quelli che raggiungono una grandezza naturale.
Per 6 giorni la vita a Juazeiro si trasforma e tutto appare segnato da un grande fervore religioso.
Nelle vie del centro quasi tutti i negozi e i bar tengono esposte statue del prete, e in moltissime case è possibile scorgere altari, semplici e dignitosi, dedicati alla venerata figura di questo sacerdote.
Accanto a questa anima più mistica, la festa è anche un momento per riscoprire le tradizioni e la cultura popolare, che qui la gente custodisce ancora gelosamente. Ogni sera si esibiscono gruppi folkloristici che rivelano nei costumi,nei balli, nelle musiche, quelle radici della cultura afro-brasiliana a cui si ispirano.
E poi non potevano mancare gli infaticabili venditori ambulanti , che offrendo cibo, santini o braccialetti, riescono a guadagnarsi qualcosa per vivere.
La notte del 24, anniversario della nascita, i festeggiamenti raggiungono il culmine. Dopo una messa serale e una lunga veglia a lume di candela ,viene divisa tra migliaia di fedeli, una torta gigantesca preparata nel pomeriggio sulla piazza principale. Se si dovesse descrivere l’atmosfera così particolare che si respira , in questo angolo di Brasile, durante questi giorni di festa, verrebbe da dire che sembra di trovarsi in un “film neo-realista”. E’ come se Juazeiro si trasformasse in un immenso set, e la quotidianità di queste giornate rimanda incredibilmente alle immagini di un Italia scomparsa.
Nell'ambito di Fotografia - Festival Internazionale di Roma 27 http://www.fotografiafestival.it
Inaugurazione 21 aprile 2007
Officine Fotografiche
via Casale de Merode, 17a
Ingresso libero