L’ensemble musical-popolare dei Khukh Mongol proviene direttamente da Ulaanbaator, la capitale della Mongolia. Il nome del gruppo significa Mongolia Blu, in quanto il cielo di questo paese per oltre 300 giorni l’anno offre ai propri abitanti un intenso e spettacolare colore blu. I quattro artisti principali suonano, con costumi locali, strumenti tipici della mongolia costruiti artigianalmente, dal Limbo (flauto particolare a tre note) allo Yoochin (un contrabbasso trapezoidale), dallo Ikh Hurr (un basso con due corde di crine) al Morin Khuur (un violino con corde di crine) e al Tschuluun Chögsin (una specie di xilofono fatto con dei sassi). Inizio alle 21.30.
L’Euromeet Jazz Festival è una grande manifestazione internazionale, con
artisti provenienti dalle regioni più lontane e meno note dei cinque
continenti.
La conferma di questa ambiziosa affermazione viene anche e
soprattutto dall’inserimento nel lungo calendario del festival da parte dell
’associazione Veneto Jazz di quattro esibizioni dei Khukh Mongol, con la
seconda di esse che si terrà a Palazzo Grassi a Chioggia (Ve).
Dalle 21:30,
pagando un biglietto di ingresso di 10000 lire, tutti gli appassionati di
musica avranno la possibilità di entrare in contatto con le sonorità tipiche
e affascinanti del popolo mongolo: la musica permetterà cioè il superamento
di quella distanza culturale tra occidente ed oriente che per altre forme di
comunicazione si manifesta spesso incolmabile.
L’ensemble musical-popolare dei Khukh Mongol proviene direttamente da
Ulaanbaator, la capitale della Mongolia. Il nome del gruppo significa
Mongolia Blu, in quanto il cielo di questo paese per oltre 300 giorni l’
anno offre ai propri abitanti un intenso e spettacolare colore blu. Il
gruppo è stato costituito nel maggio del 1997, proprio nella capitale, da
musicisti professionisti.
I quattro artisti principali suonano, con costumi locali, strumenti tipici
della mongolia costruiti artigianalmente, dal Limbo (flauto particolare a
tre note) allo Yoochin (un contrabbasso trapezoidale), dallo Ikh Hurr (un
basso con due corde di crine) al Morin Khuur (un violino con corde di crine)
e al Tschuluun Chögsin (una specie di xilofono fatto con dei sassi).
L’altra grande peculiarità di questo straordinario gruppo, che vive anche
del contributo di ballerine e altri artisti che suonano strumenti
complementari (sempre rigorosamente mongoli), è la tecnica vocale, dal
momento che il cantante riesce a far vibrare le corde vocali in modo da
produrre due differenti suoni contemporaneamente.
Inizio alle 21.30
Ingresso: 10000 lire
Ufficio stampa: Marco Catalani, Alessandro Zaltron
Per informazioni:
tel. 0424-505470, cell. 340-6462551, fax 0424-506281
Palazzo Grassi, Chioggia (Venezia)