Teatro Manzoni
Milano
via Manzoni, 42
02 7636901 FAX 02 76005471
WEB
Tenor giant!
dal 6/10/2001 al 7/10/2001
02 7636901

Segnalato da

Viviana Allocchio




 
calendario eventi  :: 




6/10/2001

Tenor giant!

Teatro Manzoni, Milano

"Aperitivo in Concerto" ospita un evento di grandissima rilevanza: il ritorno a Milano, dopo lunga assenza, del leggendario sassofonista Johnny Griffin, strumentista che ha contribuito in modo determinante allo sviluppo del linguaggio improvvisativo e che, non a torto, è considerato fra i più grandi artisti africani-americani viventi.


comunicato stampa

Torna a Milano una leggenda del jazz
Unica data in Italia

Domenica 7 ottobre 2001, alle ore 11.00, al Teatro Manzoni (via Manzoni, 42), "Aperitivo in Concerto" ospita un evento di grandissima rilevanza: il ritorno a Milano, dopo lunga assenza, del leggendario sassofonista Johnny Griffin, strumentista che ha contribuito in modo determinante allo sviluppo del linguaggio improvvisativo e che, non a torto, è considerato fra i più grandi artisti africani-americani viventi.
Protagonista dell'evoluzione del cosiddetto hard bop, Griffin è strumentista dalle straordinarie doti tecniche, poste al servizio di un'espressività intensa, bruciante, che sa però dispiegarsi anche in liriche volute di fremente poeticità.

L'opera di questo sassofonista, come quella di artisti quali Dexter Gordo, Gene Ammons, Eddie "Lockjaw" Davis, Hank Mobley (per parlare di musicisti affini), ha letteralmente contribuito a "reiventare" uno strumento come il sassofono, sviluppandone la tecnica ma anche il linguaggio, costantemente ancorato non solo ai valori fondamentali del jazz, ma a quelli dell'intera tradizione musicale africana-americana. Non casualmente, Griffin presenterà a Milano un suo personale omaggio ai più importanti sassofonisti del vasto periodo hard bop.
Griffin si ripresenta al pubblico milanese affiancato da alcuni musicisti che è appropriato definire eccezionali: il pianista Mulgrew Miller, solista che è ormai figura storica del pianismo africano-america improvvisato, Niels-Henning Ørsted Pedersen, uno fra i più grandi contrabbassisti in assoluto (come prova, fra l'altro, anche la sua prolungata militanza nel quartetto del leggendario pianista Oscar Peterson), e Alvin Queen, straordinario batterista dalla illustre carriera.

JOHNNY GRIFFIN
Johnny Griffin è nato il 24 aprile 1928 a Chicago. Inizialmente influenzato da Ben Webster, Johnny Hodges, Don Byas e Lester Young, comincia l'apprendimento del clarinetto a 13 anni e quello del sassofono a 14 sotto la guida di un ben noto insegnante chicagoano, Walter Dyett, che gli insegna anche il pianoforte, l'oboe, il corno inglese e persino la steel guitar. Nel 1945 il giovane sassofonista entra a far parte della celebre orchestra guidata da Lionel Hampton; due anni dopo affianca il gruppo del trombettista Joe Morris e prosegue i suoi studi, facendosi profondamente influenzare dalla lezione di Charlie Parker e collaborando al contempo con artisti di storica rilevanza quali Thelonious Monk (della cui musica Griffin diverrà uno fra i più accreditati interpreti), Bud Powell, Elmo Hope, Walter Bishop. Dopo un lungo ingaggio con Monk, conclusosi nel 1958, Griffin si esibisce soprattutto a capo di suoi gruppi, pur concedendosi a molteplici collaborazioni discografiche con Art Blakey, ancora Monk, John Coltrane, Hank Mobley, Count Basie, Chet Baker: in quel periodo egli si afferma per la tecnica eccezionale (viene, infatti, definito: the world's fastest saxophonist), nonché per la brillantezza pressoché frenetica delle sue interpretazioni e per la capacità di riallacciarsi a valori fondamentali della cultura africana-americana come il blues.
Nel 1963, al culmine della sua popolarità (era allora alla guida di un affermato gruppo con un altro celebrato tenorista, Eddie "Lockjaw" Davis), il sassofonista si trasferisce in Europa, dove ancora oggi vive (in Francia, dopo un breve periodo trascorso in Olanda) e dove ha collaborato con musicisti quali Dexter Gordon, Kenny Clarke, Art Taylor, Horace Parlan, Kenny Drew, Martial Solal, Steve Grossman, la Kenny Clarke-Francy Boland Big Band, Benny Bailey. Nel 1978 riprende a presentarsi regolarmente negli Stati Uniti, dove viene giustamente accolto come una celebrità e dove collabora con tutti i migliori artisti sulla scena, da Steve Turre a Roy Hargrove, da Kenny Barron a Milt Jackson. Assieme a Sonny Rollins egli è forse il più grande tenorista vivente.

MULGREW MILLER
Mulgrew Miller è fra i più autorevoli e geniali esponenti di una ricchissima generazione di interpreti creativi, e non è certo errato affermare che egli sia fra i massimi esponenti del pianismo improvvisativo contemporaneo, da anni dedito al rinnovamento linguistico del suo strumento e al recupero delle principali e più fertili tematiche dell'hard bop in ambito contemporaneo, con risultati di eccezionale valore. Egli è sicuramente, assieme a Kenny Barron, il più importante e innovativo pianista a emergere da quella "generazione di mezzo" posta a fare da vero e proprio spartiacque, fra l'esaurimento della spinta creativa dell'hard-bop e l'incalzare delle più iconoclaste istanze del free jazz. A tale generazione è toccato il compito inizialmente ingrato di rinnovare il cosiddetto mainstream, il vocabolario aggiornato della tradizione jazzistica, riallacciandosi alla stessa tradizione e al contempo rinnovandola con l'elaborazione del contributo di idee dei musicisti più avanzati e meno conservatori. Artisti come Miller hanno così portato a termine un compito difficile, che ai nostri giorni emerge però in tutta la sua nettezza e importanza, e cioè quello di conferire ulteriore modernità al continuum della cultura musicale africana-americana, presenza fra le più significative nel panorama artistico e culturale del XX secolo.
Nato a Greenwood, nello stato del Mississipi, nel 1955, Miller studia allo stesso tempo l'improvvisazione jazzistica, la tradizione africana-americana e quella accademica europea, laureandosi infine alla Memphis State University (dove ha anche occasione di incontrare e ascoltare il celeberrimo pianista Phineas Newborn, una fra le sue principali influenze, assieme a McCoy Tyner, Wynton Kelly e Horace Silver). Esordisce nel 1975 come pianista della Duke Ellington Orchestra, guidata dal figlio di Ellington, Mercer. Collabora poi con la nota cantante Betty Carter (1980), con il trombettista Woody Shaw (1981-1983), con i Jazz Messengers di Art Blakey (1983-1986) e con il batterista Tony Williams (1986-1994). Nel frattempo avvia una brillantissima carriera come leader e come accompagnatore, affiancando artisti come Bob Belden, Jerry Bergonzi, Carl Allen, Kenny Garrett, Cecil Bridgewater, Joe Chambers, Donald Byrd, Benny Golson, Antonio Hart, Terence Blanchard, Larry Coryell, Gary Burton, Vincent Herring, Johnny Griffin, Frank Morgan, Freddie Hubbard, Bobby Hutcherson, Stefon Harris, Steve Turre, Cassandra Wilson, Bobby Watson, Toots Thielemans, Wallace Roney, Dianne Reeves, James Moody, Harold Land, Joe Lovano, Branford Marsalis, e altri ancora.

NIELS-HENNING ØRSTED PEDERSEN
Uno dei più grandi contrabbassisti di tutti i tempi, Niels-Henning Ørsted Pedersen è una leggenda vivente in giovane età. Nato nel 1946 a Osted, in Danimarca, egli inizialmente studia il pianoforte per sei anni, prima di passare al contrabbasso. Sin dalla prima giovinezza esibisce un eccezionale virtuosismo e una non meno eccezionale musicalità: a soli 17 anni, infatti, viene invitato da Count Basie a far parte della sua orchestra, offerta che egli rifiuta, ancorché a malincuore, per proseguire i propri studi. Nel frattempo si esibisce a Copenhagen, dove in breve tempo occupa il posto di contrabbassista fisso presso uno fra i più famosi club di jazz locali, il Montmartre Jazzhouse. Lì ha occasione di collaborare con solisti di passaggio quali Bud Powell, Dexter Gordon, Ben Webster, Tete Montoliu, Albert "Tootie" Heath, Kenny Drew. Mentre la sua fama s'accresce e consolida, viene invitato a collaborare da Sonny Rollins, Bill Evans, Dexter Gordon, Rahsaan Roland Kirk, Teddy Wilson, Albert Ayler nei principali festival musicali europei e americani. Agli inizi degli anni Settanta inizia un rapporto privilegiato, che dura a tutt'oggi, con il leggendario pianista Oscar Peterson, con il cui quartetto si esibisce in tutto il mondo. Al contempo allaccia proficue collaborazioni con musicisti del calibro di Kenny Drew, Phil Woods, Ulf Wakenius, Joe Pass, Johnny Griffin, Count Basie, Philip Catherine, Stéphane Grappelli, Dizzy Gillespie, Stan Getz, Duke Jordan, Yehudi Menuhin, Karin Krog, Archie Shepp, Jackie McLean, Jean-Luc Ponty, Duke Jordan, Ben Webster, Toots Thielemans, Zoot Sims, Warne Marsh, Lee Konitz una vera enciclopedia della musica. Non stupisce perciò che molti lo considerino il più grande contrabbassista vivente.

ALVIN QUEEN
Sicuramente uno fra i protagonisti della batteria moderna e contemporanea, Alvin Queen è nato il 16 agosto 1950 a New York. Ancora giovanissimo esordisce a fianco della nota cantante blues Ruth Brown; di famiglia poverissima, per mantenersi agli studi musicali lavora come shoe shine nei marciapiedi della città, soprattutto di fronte ai club di jazz, alternando il lavoro con la partecipazione estemporanea a delle jam session: collabora così con Art Blakey, Philly Joe Jones, Art Taylor, Ben Webster e Thelonious Monk e, nel 1962, sostituisce per una sera Elvin Jones nel quartetto di John Coltrane.
Dotato di tecnica eccezionale e di un supremo senso dello swing, Queen lavora nuovamente con Ruth Brown nel 1966, e poi con Don Pullen, Horace Silver e, per un anno, con George Benson. A tali collaborazioni segue un prolungato periodo di lavoro con il trombettista Charles Tolliver (con il quale compie la sua prma tournée europea), che lo lancia definitivamente; dagli anni Settanta Queen lavora con un numero straordinariamente ampio di artisti di eccezionale levatura: Pharoah Sanders, Milt Jackson, Art Farmer, Wild Bill Davis, Mercer Ellington, Arnett Cobb, Dolo Cocker, Al Cohn, Eddie Gomez, Horace Parlan, Plas Johnson, Buddy Tate, Jay McShann, Mickey Tucker, Randy Weston, Buddy De Franco, Terence Blanchard, John Hicks, Wynton Marsalis, Dizzy Gillespie, George Coleman e molti altri. Dal 1979 vive a Ginevra, in Svizzera.
Queen è forse il più richiesto batterista free lance sulla scena mondiale, per la sua capacità di situarsi, come età ma anche come raffinata evoluzione stilistica, fra i grandi percussionisti degli anni Cinquanta e Sessanta e i più recenti sviluppi della contemporaneità.

JOHNNY GRIFFIN ALL STARS
Johnny Griffin, sassofono tenore
Mulgrew Miller, pianoforte
Niels-Henning Ørsted Pedersen, contrabbasso
Alvin Queen, batteria

TEATRO MANZONI
via Manzoni, 42 - Milano tel: 02 7636901
DOMENICA MATTINA, ORE 11.00
Biglietto ingresso: Lit. 20.000
Ridotto giovani: Lit. 15.000

per ulteriori informazioni:
Viviana Allocchio
Iniziative Speciali Teatro Manzoni
Palazzo Canova, VII° piano Centro Direzionale 20090 MILANO 2 (Segrate)
tel.: 0221025118 fax: 0221025110

IN ARCHIVIO [36]
Aperitivo in Concerto
dal 7/2/2015 al 7/2/2015

Attiva la tua LINEA DIRETTA con questa sede