Si tratta di un'ampia retrospettiva. Per questa occasione sono state selezionate piu' di quaranta opere (una trentina di dipinti, sei sculture in terracotta e bronzo, e una serie di disegni) che documentano ad alto livello, e in modo significativo, le principali fasi della ricerca dell'artista novecentesco.
Retrospettiva
Una mostra di Felice Casorati è sempre un evento di grande interesse specialmente a Torino, la sua città d’elezione. Soprattutto quando si tratta di un’ampia retrospettiva come questa proposta dalla Mazzoleni Arte Moderna, la terza dopo quelle del 1993 e del 1999-2000. Per questa occasione sono state selezionate più di quaranta opere (una trentina di dipinti, sei sculture in terracotta e bronzo, e una serie di disegni) che documentano ad alto livello, e in modo soddisfacente, le principali fasi della ricerca del maestro.
L’elegante e raffinato “Ritratto di signora (ritratto della sorella Elvira)”, la prima opera di Casorati esposta alla Biennale di Venezia nel 1907, inaugura il percorso espositivo. Della produzione degli anni ‘20 c’è un raro “Profilo di donna” (1922) di plastica evidenza dipinto a olio secco su carta. Con la stessa tecnica è realizzato un bellissimo “Nudo seduto nello studio” del 1929. Insieme a dei paesaggi (per esempio “Il giardino di via Mazzini”) e delle nature morte, sono soprattutto alcune figure femminili come “Giannina” (1932), di morbida sensibilità tonale, “Donna seduta con chitarra” (1938), uno dei capolavori del pittore, e “Donna con scodella e libro giallo” (1942) a testimoniare la vitalità creativa di Casorati dagli anni ’30 alla guerra.
Numerosi sono poi le figure, le nature morte e i paesaggi, a tempera e ad olio, della produzione degli ultimi decenni. Tra questi dipinti va segnalato almeno “L’alunno” (1954-55), che fa parte di un trittico che è un rifacimento del famoso “Lo studio”, bruciato negli anni ‘20 al Glaspalast di Monaco di Baviera. Un'altra opera di notevole interesse è il grandissimo pannello (375 x 190 cm), realizzato dall’artista per il foyer del Teatro Nuovo di Torino nel 1948. Ci sono infine varie sculture, tra cui il “Suonatore di chitarra” in terracotta e due rilievi in bronzo “Danzatrici” e “Capre”, che derivano dalle opere plastiche del teatro privato di Gualino, progettato e decorato da Casorati nel 1923.
La scelta delle opere caratterizza in maniera esemplare le peculiarità della Galleria, diretta da Gianni Mazzoleni e dai suoi figli Davide e Luigi, che con grande coerenza, da oltre vent’anni propongono lavori di eccelsa qualità dei Maestri del Novecento, come dimostrano le ultime grandi mostre tenutesi alla Galleria Mazzoleni. Accompagna la mostra un catalogo edito da Mazzoleni Arte Moderna, il cui testo introduttivo è di Francesco Poli.
Felice Casorati nasce a Novara il 4 dicembre 1883, da Francesco, ufficiale in servizio permanente effettivo e da Caterina Borgarelli. Nei primi anni di vita del pittore, la professione paterna induce la famiglia Casorati a frequenti spostamenti, fino al 1895, anno durante il quale il nucleo familiare si stabilisce a Padova. Nella città veneta Felice compirà i suoi studi, fino a laurearsi in giurisprudenza nel luglio del 1906, con una interessante tesi dal titolo “Studio sulla Corte d’Assise”. Agli studi accademici accompagna, in maniera sistematica, quelli di natura artistica e musicale.
Nel 1907, tra le tre opere inviate alla VII Biennale di Venezia, “Ritratto della sorella”, è accolta favorevolmente dalla Commissione Internazionale. Nel 1908 la famiglia Casorati si trasferisce a Napoli, città il cui clima lo deprime, inasprendo la sua malinconia; sono gli anni di “Le vecchie” e di “ La cugina”. Nel 1910 partecipa alla IX Biennale di Venezia, con “Le ereditiere”, dove è sicuramente molto colpito dalla grande sala individuale dedicata a Klimt. Dal 1911 al 1915 la famiglia Casorati si trasferisce a Verona, dove il pittore lavora intensamente. È il periodo de “ Le signorine”, opera con la quale partecipa nel 1912 alla XI Biennale di Venezia. Nel 1913 partecipa per la prima volta alla Mostra degli artisti di Ca’ Pesaro, dove partecipa con 41 opere. Il 1915 è l’anno della mostra individuale alla Secessione Romana, dopo la quale verrà richiamato alle Armi. Nel 1917 muore il padre, in seguito al cui decesso Felice porta la madre e le sorelle a Vercelli. Spintosi a Torino, conosce Piero Gobetti, che ritrova nel 1918, quando si trasferisce a Torino in Via Mazzini 52. Nel 1923, Casorati ottiene dalla Presidenza della Promotrice delle Belle Arti una sala della Quadriennale, nella quale invitare artisti da lui liberamente scelti, tra i quali Giorgio de Chirico, Carlo Carrà e Francesco Mencio. Nasce la “scuola” di Casorati, nello studio dell’artista di Via Mazzini.
Nel 1925, con Alberto Sartoris, Annibale Rigotti e Mario Sombrero fonda la Società di Belle Arti “Antonio Fontanesi” della quale egli è anche Presidente. Sempre con Sartoris, nel 1927 organizza una mostra d’arte contemporanea che è ospitata dal Museo Rath di Ginevra. Nel luglio del 1930 sposa Daphne Maugham, e il 2 luglio del 1934 nasce il figlio Francesco. Sono gli anni in cui lavora sollecitamente per il teatro: disegna le scene e i costumi per Orfeo, di Claudio Monteverdi (1934), per “Norma” di Vincenzo Bellini (1935), per “La Valchiria” di Wagner. Accompagnerà per molti anni l’attività di scenografo a quella di pittore.
Nel 1939 gli viene conferito il Premio Pittura all’Esposizione Internazionale d’Arte di San Francisco ed il 1 ottobre 1941 è nominato titolare della Cattedra di Pittura all’Accademia Albertina di Torino, della quale diventerà Direttore nel 1952. Nello stesso anno gli viene assegnata una sala personale alla XXVI Biennale di Venezia. Il 13 settembre 1960 muore la sorella Elvira. Nel 1961 un embolo gli arresta il flusso della gamba sinistra: i medici sono costretti ad amputare l’arto. Nel 1962 alla XXXI Biennale di Venezia, nella sezione dedicata alla “Grafica Simbolista Italiana”, Felice è presente con 17 opere. Il 1 marzo del 1963, dopo un’agonia di oltre 20 giorni, Felice Casorati muore nel suo studio assistito dalla moglie Daphne, dal figlio Francesco, dalla sorella Pina, dal Dott. Tullio Grassi, dal Dott. Giuseppe Bartasso e altri fedeli amici.
La biografia è tratta da “Casorati”, Torino, 1980.
Inaugurazione 11 ottobre
Galleria Mazzoleni
piazza Solferino, 2 - Torino
Orario: da martedì a domenica 10.00-13.00 e 16.00-19.30. Chiuso lunedì
Ingresso libero