Simone Tosca
Antonio Barletta
Karla Black
Jean Paul Carradori
Alessandro Ceresoli
Tobias Collier
Peggy Franck
Nicola Gobbetto
Paolo Gonzato
Dacia Manto
Jonathan Monk
Ian Kiaer
Jurgen Ots
Jordan Wolfson
Stutzpunkt
Lisi Raskin
Marco Tagliafierro
Perno della mostra e' l'installazione ambientale Stutzpunkt, una sorta di bunker, un'architettura nell'architettura di Lisi Raskin. Le pareti sbilenche, sghembe, di Stutzpunkt originano uno spazio anomalo che riprende la forma dell'ex capannone industriale. La mostra, a cura di Marco Tagliafierro, propone anche opere site specific di Jonathan Monk, Simone Tosca e molti altri.
Collettiva
a cura di Marco Tagliafierro
Questo è il secondo appuntamento con l’arte contemporanea a Lambretto, Lambrate, Milano. Lambretto è l’ultimo baluardo della fabbrica dove si produceva un mito del design italiano: la Lambretta, è l’ultimo capannone di un architettura abbandonata ma in fase di riconversione; da un anno infatti Lambretto ospita mostre che indagano le relazioni fra arte contemporanea e architettura.
Il group show What remains. Quello che rimane è eco ambientale, architettonico e sensibile del passato illustre dei capannoni di Lambrate, è un raffinato gioco di scatole cinesi, di rinvii segnici volto a dimostrare che la decadenza fisica, materiale, formale, al pari di quella culturale, può essere l'occasione di riprendere in considerazione concetti ed elementi trascurati in precedenza.
Perno della mostra l’installazione ambientale Stützpunkt, una sorta di bunker, un’architettura nell’architettura dell’artista americana Lisi Raskin. Le pareti sbilenche, sghembe, di Stützpunkt originano una architettura anomala che riprende la forma dell’ex capannone industriale, anch’esso una struttura architettonica bizzarra, dalla pianta trapezoidale, che devia e si inclina per seguire il fiume Lambro.
All’interno ed all’esterno di questa struttura d’emergenza saranno incastonate le opere di: Antonio Barletta, Karla Black, Jean Paul Carradori, Alessandro Ceresoli, Tobias Collier, Peggy Franck, Nicola Gobbetto, Paolo Gonzato, Dacia Manto, Jonathan Monk, Ian Kiaer, Jurgen Ots, Jordan Wolfson, per la maggior parte site specific.
Ad avvolgere gli interventi l’installazione luminosa e sonora di Simone Tosca che simula la vita dell’edificio stesso nel quale, ormai avvolto nel silenzio, si sentono il fruscio dell'acqua e il vibrare delle tubature scosse dagli agenti atmosferici.
Lambretto attualmente è al suo ground zero, la regressione strutturale ha compiuto una analfabetizzazione architettonica, ha compiuto un percorso entropico. Siamo ad un primitivismo di ritorno: vetri rotti, infissi caduti, pareti scrostate. Le infiltrazioni d’acqua hanno aperto la strada ai muschi, alle muffe e agli odori intensi d’umidità trasformando lo spazio in una caverna contemporanea. Gli artisti coinvolti, attraverso la regia diretta dal curatore Marco Tagliafierro, evidenziano questo paradossale mutamento segnino che si pone come la reazione di ciò che rimane.
Lambretto
Via Arrighi, 19 - Milano
Orario: 12 - 20
Ingresso libero