Officina Giovani - Cantieri Culturali Ex Macelli
Prato
piazza Macelli, 4
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Lo studio dell'identita' sociale
dal 22/9/2007 al 24/9/2007
349 3746170
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Segnalato da

Francesco Marmorini



approfondimenti

Mario Rizzi



 
calendario eventi  :: 




22/9/2007

Lo studio dell'identita' sociale

Officina Giovani - Cantieri Culturali Ex Macelli, Prato

Trasformare la citta' di Prato in un contesto di elaborazione e comprensione delle nuove identita' sociali. Questo l'obbiettivo dell'artista Mario Rizzi che stazionera' nel comune toscano insieme ai giovani artisti partecipanti a Networking 2007 "Integration and Conflict".


comunicato stampa

NETWORKING 2007 – INTEGRATION AND CONFLICT

Guerrilla Girls, The Yes Men, Jens Haaning, Social Impact, e Mario Rizzi in un programma di dieci eventi in sette città della toscana. Conferenze tematiche, laboratori sociali, workshop con artisti internazionali ed esposizioni per sondare i luoghi di conflitto della contemporaneità e le capacità di intervento delle pratiche artistiche in contesti ‘difficili’.


La città e le condizioni di marginalità che essa crea, le differenze di genere come luogo topico del conflitto identitario, l’economia che si autolegittima in funzione della propria autoriproduzione, le forme di dipendenza come termometro dei mutamenti nelle relazioni tra individui e società. Sono alcuni dei luoghi ci conflitto in cui si articolerà la quarta edizione del progetto Networking dal titolo Integration and Conflict – Pratiche artistiche nei luoghi di conflitto. Il progetto, a cura di Giacomo Bazzani, sperimenta un nuovo modo di pensare e progettare la relazione tra pratiche artistiche e contesto territoriale e più in generale il ruolo e i significati della produzione culturale. I laboratori territoriali attivati nelle sette città della rete Networking (Arezzo, Firenze, Livorno, Monsummano Terme, Pontedera, Prato, Seravezza), sono tutti pensati e progettati a partire dalle specifiche caratteristiche del territorio e si articolano operando in ogni città all’interno di uno specifico luogo di conflitto contemporaneo: la migrazione, le dipendenze, l’informazione, l’economia, le differenze di genere, l’identità, la marginalità e il lavoro. La stretta relazione con il territorio ed i conflitti lì presenti, permetterà di creare una mappa del conflitto contemporaneo, analizzando criticamente e ripensando i luoghi, le forme e le possibilità di dirsi integrati e di sviluppare forme di conflitto sociale a partire dai significativi differenti ambiti di rottura che la contemporaneità ci consegna in seguito all’esperienza novecentesca.

Dopo la tavola rotonda iniziale dal titolo Conflitti. Arti contemporanee e mutamento sociale, che vedrà la presenza di esponenti del mondo dell’arte e delle scienze sociali, gli eventi si svolgeranno con cadenza settimanale nelle diverse città: Mario Rizzi farà lavorare i giovani artisti che parteciperanno al suo workshop a Prato sul concetto di identità all’interno della società contemporanea; Social Impact a Livorno elaborerà con i giovani artisti i nodi teorici che consentono di pensare l’idea di responsabilità ed efficacia delle pratiche artistiche fuori dal loro contesto, sperimentando poi queste pratiche nelle situazioni di marginalità della città; Live Your Life attiverà nella città di Seravezza un laboratorio di canto e libertà con ex-alcolisti; a Pontedera un laboratorio sociale farà interagire i giovani artisti toscani con gli operai dell’azienda Piaggio per realizzare un archivio fatto di opere fotografiche e documenti video sui mutamenti nel mondo del lavoro, che vedrà la partecipazione alla conferenza conclusiva di Tiziana Villani; a Monsummano Terme sarà invece inaugurato un duplice evento: una esposizione di poster del gruppo Guerrilla Girls che mostrano come la storia dell’arte sia primariamente anche una storia di discriminazione di genere e una mostra sui temi di identità e differenza di genere con i lavori dei giovani artisti di Networking 2007; ad Arezzo Jens Haaning realizzerà con i giovani artisti un progetto site specific in linea con la propria opera di decentramento verso le condizioni di marginalità culturale e sociale; a Firenze The Yes Men raccoglierà le istanze critiche e attiviste dei giovani artisti per farne un evento pubblico di sperimentazione di pratiche attiviste inedite.


Integration and Conflict


Themes…


L’idea di conflitto nella modernità occidentale è alternativamente oscillata tra due opposte interpretazioni: talvolta la parola conflitto è stata letta come una forza propulsiva del mutamento sociale, se non addirittura del progresso, talaltra invece come un accidente, un inceppamento nel regolare riprodursi della società. Chi considerava il conflitto come un fattore positivo non solo scommetteva fortemente sulla possibilità degli individui di migliorare collettivamente la propria condizione di vita, ma portava anche con sé un’immagine di fondo di società da raggiungere: una società giusta in cui, in quel momento, il conflitto sociale non sarebbe più stato necessario. Di contro, coloro che sottolineavano gli aspetti negativi del conflitto sociale, facevano emergere gli aspetti positivi del mantenimento della pace sociale: un sistema poteva dare il meglio di sé in condizioni di stabilità e di autoriproduzione nel corso del tempo. L’immagine di fondo di società che in questo caso si portava, era meno distante dalle condizioni di partenza ed una buona integrazione tra le istanze dei differenti attori sociali, sarebbe stato un ottimo punto di approdo.
Le condizioni di integrazione e conflitto sociale, non erano quindi soltanto due condizioni autoescludenti a vicenda del medesimo sistema, quanto piuttosto due orizzonti utopici distinti, due meta-teorie per molti aspetti diametralmente opposte. Chi considerava profondamente inadeguato e ingiusto lo status quo, vedeva nel conflitto, nella presa di coscienza della propria condizione di oppressi (la classe per sé) e nella lotta per spodestare l’oppressore, lo strumento cardine per l’affermazione della giustizia e della parità tra individui. Gli altri invece vedevano nella differenziazione di ruoli, mansioni, risorse e potere un ottimo modello di organizzazione sociale sostenuto da un nucleo forte di valori comuni.
L’internazionalizzazione e la mobilità dei flussi di capitale, la finanziarizzazione dell’economia, la diffusione di media e valori occidentali su scala globale, l’accelerazione dei mutamenti di prodotto e della moda, lo scollamento tra società e stato e tra rappresentanza e potere decisionale, l’individualizzazione della società e la frammentazione delle appartenenze territoriali, sono tutti caratteri che riconfigurano oggi i legami sociali e le forme di conflitto agibili ed efficaci in maniera nuova e diversa rispetto al passato. Con quali strumenti affermare la cittadinanza se la presenza stabile sul territorio di una nazione non sancisce più di per sé lo status di cittadino? Come pretendere diritti sul lavoro con una controparte deterritorializzata e acefala? Come convertire diritti de jure in diritti de facto disperdendo il potere decisionale? Come superare il conflitto tra desiderio e principio di realtà? Come dirsi ‘integrati’ se la differenziazione è alla base del processo di individuazione? Come stabilire legami significativi tra sfere di produzione del senso sempre più specializzate nei propri sottosistemi parziali?

Nella modernità, il ruolo delle pratiche artistiche ha subito due significativi smottamenti dagli ambiti del suo sviluppo tradizionale. Il primo riguarda la perdita della sua centralità tecnica e operativa nella rappresentazione della realtà e nella produzione di costrutti formalmente rilevanti, il secondo riguarda la perdita parziale del ruolo di legittimazione delle élites. Questi mutamenti sistemici, hanno aperto spazi di agibilità nuovi ma anche baratri di inconsistenza operativa. Un sistema che si è riprodotto comunque grazie al mantenimento del ruolo residuo di legittimatore delle élites, ha dovuto però aprirsi ad ambiti di significato nuovi che lo differenziassero dai nuovi sottosistemi emersi ed affermatisi al suo posto. Nello stesso tempo, negli ultimi decenni, l’azione sociale si è svincolata dalle forme tradizionali della rappresentanza e dell’agire collettivo. Le possibilità di critica emerse attengono ad ambiti ‘spuri’ dell’azione sociale: al posto della rappresentanza partitica forte e della mobilitazione di massa sono emersi movimenti e gruppi attivisti critici che, partendo da emergenze empiriche di medio raggio (l’ambiente, la marginalità urbana, la responsabilità sociale d’impresa, le forme del consumo, ecc.), hanno sviluppato modalità critiche e contestatorie che contengono critiche sistemiche un tempo appannaggio privilegiato del sistema politico. In altre parole, nel momento in cui sfere sociali distinte (economia, politica, arte, scienza…) manifestano il massimo grado di sviluppo, di differenziazione e di autoreferianzialità, gli effetti che producono seguendo le proprie logiche interne possono diventare dannosi o pericolosi per le altre sfere sociali che compongono la totalità dell’esperienza. Gli esempi abbondano negli effetti delle politiche economiche neoliberiste, nella mercificazione degli spazi pubblici, nelle bioteconologie, nella scienza applicata guerra. La possibilità di critica di tali ‘effetti collaterali’ si svincola dalle logiche interne ai sistemi che li hanno generati e si situa in ambiti di azione sociale ‘spuri’ e trasversali. Come se un sistema altamente differenziato non riuscisse più a controllare gli effetti esterni alla propria logica altamente specialistica e rendesse possibile sviluppare forme critiche soltanto a partire da un ambito indifferenziato: un luogo ancora da definire ma che si presenta in maniera prorompente sulla scena in tutta la sua forza semantica e cogenza epistemica… Tale luogo in Integration and Conflict è ovviamente quello delle pratiche artistiche, un luogo forte della perdita e della dispersione di un ruolo sociale stabile ad opera della modernità ma che, proprio in forza di tale perdita, mantiene strutture mobili di adattamento, intervento e azione. La mobilità operativa acquisita, legata alla concretezza degli spazi operativi consegnati dalla tradizione, ne hanno fatto un termometro e uno strumento flessibile di azione sociale. Pratiche e saperi eterogenei possono trovare nuove sintesi in un ambiente in cui gli ambiti di significato sono e rimangono necessariamente aperti dalla necessità di legittimarsi e legittimare all’interno di contesti di riferimento mutati. Il conflitto, come luogo del mutamento e della codifica di prospettive emancipatorie, si fa centrale nella scansione dei passaggi significativi…



...and guide


Conflitti

Conflitti. Arti contemporanee e mutamento sociale – Conferenza, presentazione di opere – venerdì 21 settembre ore 17,30, Firenze. Con la partecipazione dell’artista Mario Rizzi che presenterà nell’occasione un’opera inedita, del sociologo Marco Bontempi, del regista Giancarlo Cauteruccio, e della sociologa Gianna Maschiti.


Identità

Mario Rizzi – Prato – Workshop – 23>25 settembre
Opening – martedì 25 settembre ore 18.

Il concetto di identità ha acquisito uno status di importante centralità nel dibattito pubblico contemporaneo, sia che questo si concentri sui processi economici in corso, sulle relazioni internazionali tra stati, sulle relazioni tra gruppi sociali o, all’interno del suo uso più tradizionale, sulla sfera privata dell’individuo. Eppure, il concetto di identità non dimostra una capacità analitica molto ampia: descrive l’individuo come un’unità fissa e immutabile mentre, anche l’esperienza empirica mostra esistenze individuali fatte di contraddizioni, differenze che convivono, cambiamenti repentini e lente mutazioni. Come comprendere allora il sempre più largo uso e successo di un concetto in fondo poco rappresentativo? Per far ciòNETWORKING 2007 – INTEGRATION AND CONFLICT

Guerrilla Girls, The Yes Men, Jens Haaning, Social Impact, e Mario Rizzi in un programma di dieci eventi in sette città della toscana. Conferenze tematiche, laboratori sociali, workshop con artisti internazionali ed esposizioni per sondare i luoghi di conflitto della contemporaneità e le capacità di intervento delle pratiche artistiche in contesti ‘difficili’.


La città e le condizioni di marginalità che essa crea, le differenze di genere come luogo topico del conflitto identitario, l’economia che si autolegittima in funzione della propria autoriproduzione, le forme di dipendenza come termometro dei mutamenti nelle relazioni tra individui e società. Sono alcuni dei luoghi ci conflitto in cui si articolerà la quarta edizione del progetto Networking dal titolo Integration and Conflict – Pratiche artistiche nei luoghi di conflitto. Il progetto, a cura di Giacomo Bazzani, sperimenta un nuovo modo di pensare e progettare la relazione tra pratiche artistiche e contesto territoriale e più in generale il ruolo e i significati della produzione culturale. I laboratori territoriali attivati nelle sette città della rete Networking (Arezzo, Firenze, Livorno, Monsummano Terme, Pontedera, Prato, Seravezza), sono tutti pensati e progettati a partire dalle specifiche caratteristiche del territorio e si articolano operando in ogni città all’interno di uno specifico luogo di conflitto contemporaneo: la migrazione, le dipendenze, l’informazione, l’economia, le differenze di genere, l’identità, la marginalità e il lavoro. La stretta relazione con il territorio ed i conflitti lì presenti, permetterà di creare una mappa del conflitto contemporaneo, analizzando criticamente e ripensando i luoghi, le forme e le possibilità di dirsi integrati e di sviluppare forme di conflitto sociale a partire dai significativi differenti ambiti di rottura che la contemporaneità ci consegna in seguito all’esperienza novecentesca.
Dopo la tavola rotonda iniziale dal titolo Conflitti. Arti contemporanee e mutamento sociale, che vedrà la presenza di esponenti del mondo dell’arte e delle scienze sociali, gli eventi si svolgeranno con cadenza settimanale nelle diverse città: Mario Rizzi farà lavorare i giovani artisti che parteciperanno al suo workshop a Prato sul concetto di identità all’interno della società contemporanea; Social Impact a Livorno elaborerà con i giovani artisti i nodi teorici che consentono di pensare l’idea di responsabilità ed efficacia delle pratiche artistiche fuori dal loro contesto, sperimentando poi queste pratiche nelle situazioni di marginalità della città; Live Your Life attiverà nella città di Seravezza un laboratorio di canto e libertà con ex-alcolisti; a Pontedera un laboratorio sociale farà interagire i giovani artisti toscani con gli operai dell’azienda Piaggio per realizzare un archivio fatto di opere fotografiche e documenti video sui mutamenti nel mondo del lavoro, che vedrà la partecipazione alla conferenza conclusiva di Tiziana Villani; a Monsummano Terme sarà invece inaugurato un duplice evento: una esposizione di poster del gruppo Guerrilla Girls che mostrano come la storia dell’arte sia primariamente anche una storia di discriminazione di genere e una mostra sui temi di identità e differenza di genere con i lavori dei giovani artisti di Networking 2007; ad Arezzo Jens Haaning realizzerà con i giovani artisti un progetto site specific in linea con la propria opera di decentramento verso le condizioni di marginalità culturale e sociale; a Firenze The Yes Men raccoglierà le istanze critiche e attiviste dei giovani artisti per farne un evento pubblico di sperimentazione di pratiche attiviste inedite.


Integration and Conflict


Themes…


L’idea di conflitto nella modernità occidentale è alternativamente oscillata tra due opposte interpretazioni: talvolta la parola conflitto è stata letta come una forza propulsiva del mutamento sociale, se non addirittura del progresso, talaltra invece come un accidente, un inceppamento nel regolare riprodursi della società. Chi considerava il conflitto come un fattore positivo non solo scommetteva fortemente sulla possibilità degli individui di migliorare collettivamente la propria condizione di vita, ma portava anche con sé un’immagine di fondo di società da raggiungere: una società giusta in cui, in quel momento, il conflitto sociale non sarebbe più stato necessario. Di contro, coloro che sottolineavano gli aspetti negativi del conflitto sociale, facevano emergere gli aspetti positivi del mantenimento della pace sociale: un sistema poteva dare il meglio di sé in condizioni di stabilità e di autoriproduzione nel corso del tempo. L’immagine di fondo di società che in questo caso si portava, era meno distante dalle condizioni di partenza ed una buona integrazione tra le istanze dei differenti attori sociali, sarebbe stato un ottimo punto di approdo.
Le condizioni di integrazione e conflitto sociale, non erano quindi soltanto due condizioni autoescludenti a vicenda del medesimo sistema, quanto piuttosto due orizzonti utopici distinti, due meta-teorie per molti aspetti diametralmente opposte. Chi considerava profondamente inadeguato e ingiusto lo status quo, vedeva nel conflitto, nella presa di coscienza della propria condizione di oppressi (la classe per sé) e nella lotta per spodestare l’oppressore, lo strumento cardine per l’affermazione della giustizia e della parità tra individui. Gli altri invece vedevano nella differenziazione di ruoli, mansioni, risorse e potere un ottimo modello di organizzazione sociale sostenuto da un nucleo forte di valori comuni.
L’internazionalizzazione e la mobilità dei flussi di capitale, la finanziarizzazione dell’economia, la diffusione di media e valori occidentali su scala globale, l’accelerazione dei mutamenti di prodotto e della moda, lo scollamento tra società e stato e tra rappresentanza e potere decisionale, l’individualizzazione della società e la frammentazione delle appartenenze territoriali, sono tutti caratteri che riconfigurano oggi i legami sociali e le forme di conflitto agibili ed efficaci in maniera nuova e diversa rispetto al passato. Con quali strumenti affermare la cittadinanza se la presenza stabile sul territorio di una nazione non sancisce più di per sé lo status di cittadino? Come pretendere diritti sul lavoro con una controparte deterritorializzata e acefala? Come convertire diritti de jure in diritti de facto disperdendo il potere decisionale? Come superare il conflitto tra desiderio e principio di realtà? Co possiamo riferirci al carattere di necessità e limite di tutte le oggettivazioni e le forme stabili di descrizione della realtà che produciamo: queste sono necessarie perché danno stabilità e riconoscibilità all’orizzonte sociale in cui ci muoviamo e sono limitanti perché diventato forme di costrizione e di omologazione. Il bisogno di raccontare la propria identità, ovvero di trovare il discorso che faccia riconoscersi, è un bisogno fondamentale che attiene alla sfera della rassicurazione: consola e stabilizza dall’incertezza. Il limite di tali processi identitari è leggibile, nella contemporaneità, quando la costruzione di identità avviene cNETWORKING 2007 – INTEGRATION AND CONFLICT

Guerrilla Girls, The Yes Men, Jens Haaning, Social Impact, e Mario Rizzi in un programma di dieci eventi in sette città della toscana. Conferenze tematiche, laboratori sociali, workshop con artisti internazionali ed esposizioni per sondare i luoghi di conflitto della contemporaneità e le capacità di intervento delle pratiche artistiche in contesti ‘difficili’.


La città e le condizioni di marginalità che essa crea, le differenze di genere come luogo topico del conflitto identitario, l’economia che si autolegittima in funzione della propria autoriproduzione, le forme di dipendenza come termometro dei mutamenti nelle relazioni tra individui e società. Sono alcuni dei luoghi ci conflitto in cui si articolerà la quarta edizione del progetto Networking dal titolo Integration and Conflict – Pratiche artistiche nei luoghi di conflitto. Il progetto, a cura di Giacomo Bazzani, sperimenta un nuovo modo di pensare e progettare la relazione tra pratiche artistiche e contesto territoriale e più in generale il ruolo e i significati della produzione culturale. I laboratori territoriali attivati nelle sette città della rete Networking (Arezzo, Firenze, Livorno, Monsummano Terme, Pontedera, Prato, Seravezza), sono tutti pensati e progettati a partire dalle specifiche caratteristiche del territorio e si articolano operando in ogni città all’interno di uno specifico luogo di conflitto contemporaneo: la migrazione, le dipendenze, l’informazione, l’economia, le differenze di genere, l’identità, la marginalità e il lavoro. La stretta relazione con il territorio ed i conflitti lì presenti, permetterà di creare una mappa del conflitto contemporaneo, analizzando criticamente e ripensando i luoghi, le forme e le possibilità di dirsi integrati e di sviluppare forme di conflitto sociale a partire dai significativi differenti ambiti di rottura che la contemporaneità ci consegna in seguito all’esperienza novecentesca.
Dopo la tavola rotonda iniziale dal titolo Conflitti. Arti contemporanee e mutamento sociale, che vedrà la presenza di esponenti del mondo dell’arte e delle scienze sociali, gli eventi si svolgeranno con cadenza settimanale nelle diverse città: Mario Rizzi farà lavorare i giovani artisti che parteciperanno al suo workshop a Prato sul concetto di identità all’interno della società contemporanea; Social Impact a Livorno elaborerà con i giovani artisti i nodi teorici che consentono di pensare l’idea di responsabilità ed efficacia delle pratiche artistiche fuori dal loro contesto, sperimentando poi queste pratiche nelle situazioni di marginalità della città; Live Your Life attiverà nella città di Seravezza un laboratorio di canto e libertà con ex-alcolisti; a Pontedera un laboratorio sociale farà interagire i giovani artisti toscani con gli operai dell’azienda Piaggio per realizzare un archivio fatto di opere fotografiche e documenti video sui mutamenti nel mondo del lavoro, che vedrà la partecipazione alla conferenza conclusiva di Tiziana Villani; a Monsummano Terme sarà invece inaugurato un duplice evento: una esposizione di poster del gruppo Guerrilla Girls che mostrano come la storia dell’arte sia primariamente anche una storia di discriminazione di genere e una mostra sui temi di identità e differenza di genere con i lavori dei giovani artisti di Networking 2007; ad Arezzo Jens Haaning realizzerà con i giovani artisti un progetto site specific in linea con la propria opera di decentramento verso le condizioni di marginalità culturale e sociale; a Firenze The Yes Men raccoglierà le istanze critiche e attiviste dei giovani artisti per farne un evento pubblico di sperimentazione di pratiche attiviste inedite.


Integration and Conflict


Themes…


L’idea di conflitto nella modernità occidentale è alternativamente oscillata tra due opposte interpretazioni: talvolta la parola conflitto è stata letta come una forza propulsiva del mutamento sociale, se non addirittura del progresso, talaltra invece come un accidente, un inceppamento nel regolare riprodursi della società. Chi considerava il conflitto come un fattore positivo non solo scommetteva fortemente sulla possibilità degli individui di migliorare collettivamente la propria condizione di vita, ma portava anche con sé un’immagine di fondo di società da raggiungere: una società giusta in cui, in quel momento, il conflitto sociale non sarebbe più stato necessario. Di contro, coloro che sottolineavano gli aspetti negativi del conflitto sociale, facevano emergere gli aspetti positivi del mantenimento della pace sociale: un sistema poteva dare il meglio di sé in condizioni di stabilità e di autoriproduzione nel corso del tempo. L’immagine di fondo di società che in questo caso si portava, era meno distante dalle condizioni di partenza ed una buona integrazione tra le istanze dei differenti attori sociali, sarebbe stato un ottimo punto di approdo.
Le condizioni di integrazione e conflitto sociale, non erano quindi soltanto due condizioni autoescludenti a vicenda del medesimo sistema, quanto piuttosto due orizzonti utopici distinti, due meta-teorie per molti aspetti diametralmente opposte. Chi considerava profondamente inadeguato e ingiusto lo status quo, vedeva nel conflitto, nella presa di coscienza della propria condizione di oppressi (la classe per sé) e nella lotta per spodestare l’oppressore, lo strumento cardine per l’affermazione della giustizia e della parità tra individui. Gli altri invece vedevano nella differenziazione di ruoli, mansioni, risorse e potere un ottimo modello di organizzazione sociale sostenuto da un nucleo forte di valori comuni.
L’internazionalizzazione e la mobilità dei flussi di capitale, la finanziarizzazione dell’economia, la diffusione di media e valori occidentali su scala globale, l’accelerazione dei mutamenti di prodotto e della moda, lo scollamento tra società e stato e tra rappresentanza e potere decisionale, l’individualizzazione della società e la frammentazione delle appartenenze territoriali, sono tutti caratteri che riconfigurano oggi i legami sociali e le forme di conflitto agibili ed efficaci in maniera nuova e diversa rispetto al passato. Con quali strumenti affermare la cittadinanza se la presenza stabile sul territorio di una nazione non sancisce più di per sé lo status di cittadino? Come pretendere diritti sul lavoro con una controparte deterritorializzata e acefala? Come convertire diritti de jure in diritti de facto disperdendo il potere decisionale? Come superare il conflitto tra desiderio e principio di realtà? Coon lo scopo di escludere l’altro/gli altri dalle possibilità e dalle opportunità di cui si è possessori. L’identità non è una fortezza da difendere né un’arma da brandire, è piuttosto la ricerca di un’idea di sé che ognuno cerca, continuamente e senza soluzione definitiva, di costruire in maniera dialettica con altre persone. Mario Rizzi opera fin dall’inizio del proprio lavoro di artista all’interno di questi processi come uno dei più attenti e autorevoli autori. Il suo lavoro di artista si è svolto nei luoghi in cui le identità producono forme eclatanti di discriminazione ed esclusione sociale. Pink! (2005) è un lavoro realizzato con i transessuali di Istambul centrato sulle forme di esclusione e di punizione violenta che queste persone vivono. Il loro orientamento di genere destabilizza, mette in discussione l’immagine assoluta che gli uomini turchi cercano di dare di se stessi. Ma il conflitto identitario ha acquisito una tale centralità sociale fino al punto di essere utilizzato e strumentalizzato per produrre conflitti endemici tra popoli. Il progetto video israelo-palestinese NEIGHBOURS: Untitled (2007) è stato realizzato durante il soggiorno dell’artista in Palestina e restituisce l’asimmetricità di un conflitto fatto di rappresentazioni sociali contrapposte fino al punto della messa in gioco radicale della vita dei protagonisti. Per la città di Prato l’artista proseguirà la sua ricerca nei territori di confine tra identità reattive e forme di appartenenza comunitarie. I giovani artisti partecipanti realizzeranno un’esperienza di interazione diretta e immersione nella quotidianità delle differenti comunità della città: le opere scaturite da questo processo saranno frutto della capacità di “mettersi in gioco” in prima persona dei partecipanti. Opening martedì 25 settembre ore 18.


Marginalità

Jens Haaning – Arezzo – Workshop – 27>29 settembre.
Opening – sabato 29 settembre ore 18.

Possiamo considerare la marginalità sociale come una somma di esclusioni in cui un individuo si trova immerso. Queste condizioni di esclusione variano al mutare dei tempi e dei contesti sociali. Ogni società genera condizioni di marginalità: queste sembrano legate alla necessità di creare condizioni di stabilità, orizzonti di norme sociali e codici di comportamento stabili e non violabili, dove chi devia da queste norme incappa necessariamente in differenti gradi di sanzioni e di emarginazione. Paradossalmente, una società che produce meno marginalità è quella che accetta al suo interno un più alto grado di diversità e che riesce a distribuire potere decisionale tra tutti i suoi membri. L’artista danese Jens Haaning opera dall’inizio del proprio lavoro all’interno delle dinamiche che creano centralità e marginalità. Nel 2000 ritrae i richiedenti asilo in Danimarca elencando accanto all’immagine la marca degli abiti che indossano ed il loro prezzo. La stessa operazione è stata realizzata anche con i malati mentali. Quali sono i criteri di inclusione e esclusione sociale? Chi decide di volta in volta chi è in e che out? Ma spesso è lo stesso evento artistico ad essere decontestualizzato, indagandone la natura e i caratteri distintivi. Nel lavoro del 1999 Copenhagen – Tezas (light bulb exchange) l’artista sostituisce i tubi al neon dello spazio espositivo con quelli di un negozio di alimentari vietnamita nei sobborghi neri di Houston. Quali sono le condizioni che realizzano la centralità di significati dello spazio espositivo e dell’opera d’arte? A Bordeaux l’artista ha trasformato il Museo d’arte contemporanea cittadino in un sito di produzione di bandiere di stati immaginari, Flag production, appendendo poi le bandiere ai balconi della città, mentre con Foreigners free (1997-2001) ha reso l’ingresso ai musei d’arte gratuiti per gli stranieri. Ma anche la massiccia presenza mediatica può essere accompagnata da una siderale distanza effettiva: durante la guerra afgana nel 2003 all’uscita della città di Utrecht Haaning ha installato un cartello che segna la distanza che separa quel punto dall’Afghanistan. Per Arezzo Jens Haaning realizzerà un progetto site specific insieme ad un gruppo di giovani artisti: soltanto due sale che i partecipanti useranno alternativamente allo scadere di ogni ora. Opening sabato 29 settembre ore 18.


Differenza di genere

Guerrilla Girls – Monsummano Terme
Exhibition – 6 > 21 ottobre.
Identities – Exhibition – 6 > 21 ottobre.
Opening – sabato 6 ottobre ore 18.

Nella retorica moderna, fondata sul paradigma scientifico illuminista, assurge a fatto reale e incontrovertibile soltanto ciò che è ‘naturale’. La differenza di genere, il lavoro libero, il mercato, la devianza, ecc. sono tutti esempi di costruzioni storiche che in una determinata epoca, la modernità, hanno acquisito statuto di ‘naturalezza’. Ciò che doveva essere riconosciuto come frutto di un percorso storico fatto di incertezze, ripensamenti e continui mutamenti, è diventato uno stato di cose naturale, e perciò considerato innegabile e immutabile. La differenza di genere si è concretizzata in prassi quotidiana nei distinti ruoli all’interno delle mura familiari, nelle differenze retributive tra uomo e donna a parità di mansioni, nella scarsissima presenza femminile nei ruoli di vertice della società. Sebbene la differenza biologica non giustifichi tale stato di cose, queste differenti possibilità concesse a uomini e donne sono state e continuano ad essere spesso considerate ‘naturali’, prodotto di un supposto ‘stato di natura’ esterno alle scelte degli uomini e perciò incontrovertibile. Come affermare la storicità di ciò che chiamiamo ‘natura’, quando questa si traduce in idee e comportamenti che producono discriminazione tra gli individui? Parlando di arte femminista non si può non ricordare Guerrilla Girls: il gruppo di donne che nel 1985 visitando il MoMA di New York, scandalizzate dall’assenza di artiste femmine, decise di negare la propria identità personale per dare vita ad gruppo artistico che avesse come obiettivo la denuncia della discriminazione sessista presente nel mondo dell’arte. Da allora presero gli pseudonimi di artiste femministe del passato (Frida Kahlo, Käthe Kollwitz) e iniziarono a presentarsi con la maschera da gorilla a tutti gli eventi pubblici. Il loro nome è associato alle più popolari e significative battaglie fatte di campagne comunicative per l’affermazione delle donne nei ruoli chiave della società: dalla politica ai musei al cinema. Libri, poster, sticker e happening sono state le loro armi per colpire al cuore in maniera ironica e provocatoria un sistema che promette parità tra i sessi ma difficilmente la consente. Negli spazi del Macn, Villa Renatico Martini di Monsummano Terme sarà allestita al piano nobile una presentazione antologica che ripercorrerà le tappe più significative del lavoro di Guerrilla Girls realizzato dal 1985 al 2007. Strategie di azione dissacranti e liberatorie per superare la donna oggetto da contemplare ed essere protagonisti in prima persona del cambiamento anche nelle istituzioni museali. Mentre al piano terra e nel giardino sarà inaugurata Identities una mostra sui temi di identità e differenza di genere con i lavori dei giovani artisti di Networking 2007. Opening sabato 6 ottobre 2007 ore 18.


Dipendenza

Live Your Life – SeravezNETWORKING 2007 – INTEGRATION AND CONFLICT

Guerrilla Girls, The Yes Men, Jens Haaning, Social Impact, e Mario Rizzi in un programma di dieci eventi in sette città della toscana. Conferenze tematiche, laboratori sociali, workshop con artisti internazionali ed esposizioni per sondare i luoghi di conflitto della contemporaneità e le capacità di intervento delle pratiche artistiche in contesti ‘difficili’.


La città e le condizioni di marginalità che essa crea, le differenze di genere come luogo topico del conflitto identitario, l’economia che si autolegittima in funzione della propria autoriproduzione, le forme di dipendenza come termometro dei mutamenti nelle relazioni tra individui e società. Sono alcuni dei luoghi ci conflitto in cui si articolerà la quarta edizione del progetto Networking dal titolo Integration and Conflict – Pratiche artistiche nei luoghi di conflitto. Il progetto, a cura di Giacomo Bazzani, sperimenta un nuovo modo di pensare e progettare la relazione tra pratiche artistiche e contesto territoriale e più in generale il ruolo e i significati della produzione culturale. I laboratori territoriali attivati nelle sette città della rete Networking (Arezzo, Firenze, Livorno, Monsummano Terme, Pontedera, Prato, Seravezza), sono tutti pensati e progettati a partire dalle specifiche caratteristiche del territorio e si articolano operando in ogni città all’interno di uno specifico luogo di conflitto contemporaneo: la migrazione, le dipendenze, l’informazione, l’economia, le differenze di genere, l’identità, la marginalità e il lavoro. La stretta relazione con il territorio ed i conflitti lì presenti, permetterà di creare una mappa del conflitto contemporaneo, analizzando criticamente e ripensando i luoghi, le forme e le possibilità di dirsi integrati e di sviluppare forme di conflitto sociale a partire dai significativi differenti ambiti di rottura che la contemporaneità ci consegna in seguito all’esperienza novecentesca.
Dopo la tavola rotonda iniziale dal titolo Conflitti. Arti contemporanee e mutamento sociale, che vedrà la presenza di esponenti del mondo dell’arte e delle scienze sociali, gli eventi si svolgeranno con cadenza settimanale nelle diverse città: Mario Rizzi farà lavorare i giovani artisti che parteciperanno al suo workshop a Prato sul concetto di identità all’interno della società contemporanea; Social Impact a Livorno elaborerà con i giovani artisti i nodi teorici che consentono di pensare l’idea di responsabilità ed efficacia delle pratiche artistiche fuori dal loro contesto, sperimentando poi queste pratiche nelle situazioni di marginalità della città; Live Your Life attiverà nella città di Seravezza un laboratorio di canto e libertà con ex-alcolisti; a Pontedera un laboratorio sociale farà interagire i giovani artisti toscani con gli operai dell’azienda Piaggio per realizzare un archivio fatto di opere fotografiche e documenti video sui mutamenti nel mondo del lavoro, che vedrà la partecipazione alla conferenza conclusiva di Tiziana Villani; a Monsummano Terme sarà invece inaugurato un duplice evento: una esposizione di poster del gruppo Guerrilla Girls che mostrano come la storia dell’arte sia primariamente anche una storia di discriminazione di genere e una mostra sui temi di identità e differenza di genere con i lavori dei giovani artisti di Networking 2007; ad Arezzo Jens Haaning realizzerà con i giovani artisti un progetto site specific in linea con la propria opera di decentramento verso le condizioni di marginalità culturale e sociale; a Firenze The Yes Men raccoglierà le istanze critiche e attiviste dei giovani artisti per farne un evento pubblico di sperimentazione di pratiche attiviste inedite.


Integration and Conflict


Themes…


L’idea di conflitto nella modernità occidentale è alternativamente oscillata tra due opposte interpretazioni: talvolta la parola conflitto è stata letta come una forza propulsiva del mutamento sociale, se non addirittura del progresso, talaltra invece come un accidente, un inceppamento nel regolare riprodursi della società. Chi considerava il conflitto come un fattore positivo non solo scommetteva fortemente sulla possibilità degli individui di migliorare collettivamente la propria condizione di vita, ma portava anche con sé un’immagine di fondo di società da raggiungere: una società giusta in cui, in quel momento, il conflitto sociale non sarebbe più stato necessario. Di contro, coloro che sottolineavano gli aspetti negativi del conflitto sociale, facevano emergere gli aspetti positivi del mantenimento della pace sociale: un sistema poteva dare il meglio di sé in condizioni di stabilità e di autoriproduzione nel corso del tempo. L’immagine di fondo di società che in questo caso si portava, era meno distante dalle condizioni di partenza ed una buona integrazione tra le istanze dei differenti attori sociali, sarebbe stato un ottimo punto di approdo.
Le condizioni di integrazione e conflitto sociale, non erano quindi soltanto due condizioni autoescludenti a vicenda del medesimo sistema, quanto piuttosto due orizzonti utopici distinti, due meta-teorie per molti aspetti diametralmente opposte. Chi considerava profondamente inadeguato e ingiusto lo status quo, vedeva nel conflitto, nella presa di coscienza della propria condizione di oppressi (la classe per sé) e nella lotta per spodestare l’oppressore, lo strumento cardine per l’affermazione della giustizia e della parità tra individui. Gli altri invece vedevano nella differenziazione di ruoli, mansioni, risorse e potere un ottimo modello di organizzazione sociale sostenuto da un nucleo forte di valori comuni.
L’internazionalizzazione e la mobilità dei flussi di capitale, la finanziarizzazione dell’economia, la diffusione di media e valori occidentali su scala globale, l’accelerazione dei mutamenti di prodotto e della moda, lo scollamento tra società e stato e tra rappresentanza e potere decisionale, l’individualizzazione della società e la frammentazione delle appartenenze territoriali, sono tutti caratteri che riconfigurano oggi i legami sociali e le forme di conflitto agibili ed efficaci in maniera nuova e diversa rispetto al passato. Con quali strumenti affermare la cittadinanza se la presenza stabile sul territorio di una nazione non sancisce più di per sé lo status di cittadino? Come pretendere diritti sul lavoro con una controparte deterritorializzata e acefala? Come convertire diritti de jure in diritti de facto disperdendo il potere decisionale? Come superare il conflitto tra desiderio e principio di realtà? Coza - Social Lab e concerto – 10>13 ottobre.
Concerto – sabato 13 ottobre ore 18

La dipendenza dalle attenzioni degli altri segna profondamente l’inizio della vita degli individui. Un bambino, per poter crescere e sviluppare un attaccamento sicuro, necessita di una relazione simbiotica con la madre, un interscambio profondo a tal punto da non consentirgli di percepire differenza tra sé e la madre. Sarà attraverso faticosi e talvolta problematici successivi distacchi che si affermerà un progressivo riconoscimento del sé e della propria autonomia. Ma se il processo di individuazione non può mai dirsi concluso, la relazione con gli oggetti sé, siano essi interni o esterni all’individuo, prosegue per tutto il corso della vita. In questo movimento continuo tra slanci di autoaffermazione e condizioni di dipendenza affettiva e materiale si situa una condizione di autonomia dell’individuo mai completamente risolta. In queste fluttuazioni leggiamo e riconosciamo una parte importante del mutamento delle forme di socializzazione. Tra queste, anche il consumo di droga subisce mutamenti importanti nel corso del tempo: nei soggetti coinvolti, nel tipo di sostanza, nell’opinione diffusa rispetto alla questione, nella risposta delle istituzioni. La recente affermazione della cocaina sull’eroina, ad esempio, segna un significativo passaggio nelle attese dei consumatori: se l’eroina è la droga dell’evasione dalla realtà, la cocaina segna il desiderio di essere coinvolti e inclusi performando al meglio se stessi di fronte agli altri. Ciò che emerge è una difficoltà diffusa a sentirsi inclusi, parti e protagonisti delle propria realtà sociale, attori e autori delle proprie scelte. Se i modelli dominanti segnano la presenza di stili di vita e comportamenti inarrivabili, quale è la risposta possibile per colmare il gap che separa e sopire il senso di inadeguatezza? E se le risorse individuali non consentono la costruzione di identità autonome e indipendenti chi difende dal fallimento? Nel conflitto tra la promessa di emancipazione universale dell’individuo e le possibilità concrete che ad esso vengono concesse si apre un varco che talvolta pare incolmabile.
Il gruppo canoro Live Your Life è uno straordinario esempio di risposta possibile ed efficace alla frammentazione delle appartenenze e all’interiorizzazione del conflitto sociale. Live Your Life è formato da persone che hanno scelto di uscire dall’alcolismo e attorno al canto hanno realizzato un progetto di libertà, autodeterminazione e cambiamento radicale di se stessi.
Il gruppo realizzerà nella città di Seravezza un laboratorio sociale di coinvolgimento della popolazione nella loro attività canora: il canto come strumento di libertà e di emancipazione ma anche la realizzazione di pratiche comunitarie di autoaiuto e autorganizzazione. Nel palazzo mediceo di Seravezza si terrà il concerto conclusivo del gruppo canoro sabato 13 ottobre alle ore 18.


Lavoro

Lotte senza classi – Pontedera – Social Lab, conferenza e esposizione – 10 settembre>20 ottobre.
Opening – sabato 20 ottobre ore 17

“Il giorno del mio ingresso in fabbrica, ormai trenta anni fa, fu un giorno di emozione fortissima per me e per tutta la mia famiglia. La notte precedente non avevo dormito. Quell’ingresso segnava la mia vita, mi consegnava un ruolo importante nella società…” Già queste prime parole consegnate da un operaio Piaggio danno un’idea di quanto sia cambiata l’immagine ed i significati che coinvolgono il lavoro in fabbrica da trenta anni a questa parte. Probabilmente oggi l’ingresso in fabbrica contiene in sé un’attesa e un’aspettativa molto diversa da allora. La presenza di giovani migranti, un ruolo della famiglia di origine più disarticolato, un’appartenenza ai gruppi sociali meno univoca e totalizzante, sono tutti elementi nuovi del panorama sociale che riconfigurano il rapporto con la fabbrica e più in generale con l’idea di lavoro. Questi nuovi modi che legano le persone, nella molteplicità delle loro storie individuali, al mondo della fabbrica e delle lotte operaie saranno indagati e raccontati dai giovani artisti toscani attraverso il progetto Postfordist reality a Pontedera che, con interviste video e immagini fotografiche, narrerà la vita, le storie, i desideri e le frustrazioni di chi agisce oggi la vita di fabbrica. L’esposizione finale del loro lavoro ricostruirà l’esperienza realizzata dagli artisti toscani a stretto contatto con gli operai dell’azienda Piaggio.
Ma se le relazioni che legano gli operai alla fabbrica e li rendono una classe si sono modificate molto negli ultimi anni, molto probabilmente le lotte per i diritti che questi si trovano ad affrontare mantengono gli stessi obiettivi di fondo di sempre. Di queste modifiche parziali e sostanziali riguardanti il mondo del lavoro e più in generale l’intero assetto sociale tra fordismo e postfordismo si parlerà nella conferenza contemporanea all’inaugurazione della mostra finale che vedrà la presenza, oltre agli operai della Piaggio, della filosofa e direttrice della rivista Millepiani, Tiziana Villani, sabato 20 ottobre alle ore 17.


Economia neoliberale

The Yes Men – Firenze - workshop – 26>27 ottobre.
Opening – sabato 27 ottobre ore 18

Nello scollamento tra società e Stato, tipico dei mutamenti in atto, sembra che difficilmente i conflitti e le disuguaglianze sociali che esplodono possano trovare soluzione nelle forme di rappresentanza politica tradizionale basata sull’appartenenza territoriale. Le imprese transnazionali, i flussi di capitale, le lobby deterritorializzate sono poteri difficilmente soggetti a controllo ma che hanno acquisito un’importanza crescente nella determinazione degli orientamenti legislativi e nello sviluppo dell’economia. Come può il cittadino, svuotato il potere tradizionale di rappresentanza nelle istituzioni, essere attore del cambiamento e fattore di mutamento sociale?
The Yes Men rispondono a questa domanda utilizzando le armi della comunicazione mediatica e della razionalità economica, gli stessi strumenti dei loro avversari, per sovvertire le regole e cambiare l’agenda dei media. Come fare se una strage di persone o un disastro ambientale può comportare anche un costo economico? Semplice, basta calcolarlo nel rischio d’impresa. Come risolvere la fame del mondo senza costi improduttivi? Facile, utilizzando gli escrementi prodotti dagli hamburger mangiati nei paesi ricchi per produrre nuovi hamburger per il terzo mondo. Come risolvere la crisi petrolifera ed evitare il rischio di catastrofi climatiche? Niente di più facile, bruciamo le persone al posto del petrolio per produrre energia.
Queste soluzioni non sono opera di un comico poco divertente, ma le tesi che The Yes Men ha sostenuto di fronte ha consessi internazionali di studiosi di economia e di legge. Fingendosi di volta in volta i rappresentanti delle più importanti istituzioni o imprese internazionali (WTO, Dow Chemical, Exxon Mobile…) questi artisti-attivisti hanno riscosso consensi ed entusiasmo per le loro proposte, non importa quando fossero ciniche e inumane. Un film che hanno girato sulle loro performance di fronte ai “più potenti criminali del mondo”, che ha già riscosso numerosi premi ai festival internazionali, verrà presentato ai Cantieri Goldonetta di Firenze all’arrivo di The Yes Men in Italia.
La loro presenza a Firenze proseguirà con un workshop con i giovani artisti toscani selezionati, primo progetto di The Yes Men pensato appositamente per l’Italia. In linea con i loro modi d’intervento visionari, surreali e grotteschi, ma sempre efficacissimi, The Yes Men attiverà un laboratorio in cui si elaboreranno progetti attivisti per la specifica realtà italiana che daranno vita ad un evento conclusivo ad hoc negli spazi di Cango a Firenze sabato 28 ottobre alle ore 18.



Migrazione

Social Impact – Livorno - Workshop – 30 ottobre>3 novembre.
Opening – sabato 3 novembre ore 18

I processi migratori sembrano oggi l’unica possibilità per avviare una redistribuzione a livello globale di risorse e opportunità. Con l’estendersi della disuguaglianza a livello globale e con la diffusione mondiale dei miti di successo, consumo e benessere, la pressione migratoria verso i paesi ricchi è in costante crescita. Per contro, le risposte sviluppate dai sistemi politici su scala nazionale, non riescono a riequilibrare gli squilibri globali ma soltanto a invocare vacue chiusure dei confini nazionali. Questa risposta inadeguata al problema, oltre a non porre le basi per una sua soluzione, ha fatto dei confini dell’Europa uno sterminato cimitero di persone senza nome e senza volto. Il mar mediterraneo, così come i confini orientali dell’Europa, sono confini varcati quotidianamente da migliaia di persone in viaggi in condizioni disperate dove molti periscono. Ma anche chi supera il viaggio spesso si trova ad affrontare percorsi di inserimento sociale spesso segnati dalla clandestinità giuridica e dalla marginalità sociale dove si infrangono i sogni che accompagnavano la partenza. Social Impact ha cercato di rispondere a questa tragedia quotidiana realizzando una guida ai percorsi sicuri per entrare in Europa che non mettano a rischio l’incolumità delle persone. Indagando i confini austriaci Social Impact ha mappato i sentieri sicuri per entrare nell’Unione Europea senza rischiare la vita. I tracciati, con la descrizione del percorso da seguire, sono stati poi raccolti in un libro e pubblicati sul web assieme alle informazioni su come, una volta entrati, inoltrare la richiesta d’asilo alle autorità. Ma la condizione di marginalità riappare anche in altri lavori di Social Impact, come in E45 On the situation of sex worker along the E45 dove il gruppo ha realizzato un’indagine sulla condizione delle prostitute che lavorano su una delle più grandi vie di comunicazione dell’Europa centrale e, successivamente, assieme a degli psicologi criminali, ha realizzato un corso e del materiale informativo per l’autodifesa delle prostitute.
Per la città di Livorno, Social Impact, creerà un laboratorio con i giovani artisti toscani per indagare le condizioni di marginalità che la città produce e poi proporre e realizzare progetti che mettano al centro l’idea di efficacia e responsabilità delle pratiche artistiche fuori dal loro contesto. Il laboratorio avrà carattere sia teorico che pratico attraverso un’indagine nella città e un’elaborazione di pratiche e progetti che saranno presentati nella mostra finale presso i Bottini dell’Olio sabato 3 novembre alle ore 18.

(Giacomo Bazzani)

NOTE BIOGRAFICHE E LINK UTILI


GIACOMO BAZZANI
Nel 2003 fonda Renshi.org, un progetto artistico con cui cura e realizza interventi in importanti spazi istituzionali e gallerie internazionali. Il gruppo nasce in diretta relazione con le tensioni che la città di Prato viveva per il momento di crisi economica e per il diffondersi di pregiudizi e stereotipi nei confronti dei cittadini con passaporto cinese (10% della popolazione).
Alla paura e alla chiusura identitaria si sono contrapposte pratiche, progetti e forme di relazione nuove e fondate sulla partecipazione diretta. All’idea di identità si è contrapposta quella di appartenenze, mutevole, sincroniche e diacroniche; alla definizione dei confini si è preferito il loro attraversamento.
Dall’esperienza sviluppata nella città di Prato è stato sviluppato un metodo di analisi delle tensioni sociali e di intervento che lo ha portato a realizzare interventi in spazi pubblici in numerose città europee (Londra, Milano, Barcellona, Berlino) e a presentare il proprio lavoro in importanti musei, gallerie e spazi pubblici (l’Espai Cultural Caja di Madrid, il Museo Pecci di Prato, il Museo d’arte contemporanea Villa Croce di Genova, la Stazione Leopolda di Firenze, l’Università di Ferrara, etc.).
Suoi scritti sono stati pubblicati in cataloghi e riviste d’arte specializzate.
http://www.renshi.org


TIZIANA VILLANI
Scrittrice e saggista. Dirige la rivista Millepiani e è ricercatrice presso il Dipartimento di Filosofia Urbana dell’Université Paris XII. Tra le sue pubblicazioni: Parcours dans l’oeuvre de Leonor Fini, Trinkwell, Paris-Bruxelles, 1988; Cavalieri del vuoto, il nomadismo del moderno orizzonte urbano, Mimesis, Milano, 1992; Una stagione in fuga, Mimesis, Milano, 1994; Athena Cyborg. Per una geografia dell’espressione: corpo, territorio, metropoli, Mimesis, Milano, 1995; Gilles Deleuze. Un filosofo dalla parte del fuoco, Costa & Nolano, Milano, 1998; la voce Corpo in Lessico Postfordista (a cura di U. Ladini e A. Zanini) Feltrinelli, Milano, 2001. Collabora con numerose riviste italiane e straniere.
http://www.millepiani.org


MARIO RIZZI
Nato nel 1962 a Barletta, lavora attualmente a Torino. Se le forme di relazione e la realizzazione di appartenenze sono nella contemporaneità sempre più mitigate dalla distanza spaziale e dai media tecnologici, il lavoro di Mario Rizzi propone e sperimenta forme di esperienza legate alla relazione diretta, allo scambio emozionale e al lavoro di raccolta del vissuto individuale come forme di terapia sociale. Invitato alle più prestigiose esposizioni internazionali, Mario Rizzi ha fatto della sua esperienza di artista un viaggio itinerante che indaga, riporta e descrive i luoghi in cui marginalità sociale e conflitto interpersonale si addensano e si fanno indici e sismografi di smottamenti e cesure nei rapporti tra individuo e società.
Mostre personali recenti: 2004, MART – Museo d’Arte Contemporane a di Rovereto e Trento, Italia; 2002, Galerie Diana Stigter, Amsterdam, Olanda.
Mostre collettive recenti: 2007, This Day, Tate Modern, Londra, UK; The London Palestine Film Festival 2007, Barbican Centre, Londra, UK; World Factory, Walter & Mc Bean Galleries, San Francisco Art Institute, USA.
http://www.rizziart.com


JENS HAANING
Nato nel 1965 a Copenhagen, considera le condizioni ad i contesti all’interno dei quali realizza le proprie opere mai come elementi accessorio esterni al progetto, ma come parte centrale da dove l’intero processo prende avvio. Già presente a Documenta 11 ed a numerose biennali e mostre nei più importanti musei del mondo, Jens Haaning spesso spiazza l’osservatore lavorando sugli aspetti nascosti e sottesi del sistema dell’arte e del sistema sociale in generale. La marginalità trova un ruolo centrale nella sua opera dove i caratteri e i significati minoritari si mescolano ibridando in maniera innovativa la cultura maggioritaria.
Mostre personali recenti: 2007 Jens Haaning, Institut d'art contemporain, Villeurbanne, France; 2005 DANMARK, Galleri Nicolai Wallner, Copenhagen, Denmark; Knud, Erik, Brian, Nina..., Rote Zelle, München, Germany; Galleri Antonio Molina, Copenhagen, Denmark.
Mostre collettive recenti: 2007 World Factory, San Francisco Art Institute, San Francisco, USA; Silly Adults, Galleri Nicolai Wallner, Copenhagen, Denmark; Emergency Room, PS1, New York, USA (Catalogue); Shake Your Money Maker, Galerie Barbara Thumm, Berlin, Germany.
http://www.jenshaaning.com
http://www.nicolaiwallner.com


GUERRILLA GIRLS
Il gruppo nasce nel 1985 in seguito alla visita di una mostra allestita al MoMa di new York dove su 165 artisti solo 17 erano donne. Da allora le Guerrilla Girls hanno assunto i nomi di famose artiste scomparse e si presentano in pubblico sempre con indosso una maschera da gorilla, cancellando così le loro identità personali per concentrare l’attenzione sul problema della discriminazione sessuale.
In questi anni le Guerrilla Girls hanno prodotto più di 90 posters, azioni, tabelloni, cartoline, libri e progetti editoriali affrontando il problema della discriminazione femminile nell’arte, nella cultura e nella politica, all’interno dei maggiori musei e delle più importanti esposizioni internazionali e ricevendo numerosi premi.
Nel 1992 esce il film documentario Guerrillas in our Midst di Amy Harrison.
http://www.guerrillagirls.com


SOCIAL IMPACT
Progetto artistico fondato nel 1997 da Hans Heis and Harald Schmutzhard. Hans Heis si ritira dal progetto nella primavera del 2000 per motivi personali. Da allora, Harald Schmutzhard, ha portato avanti Social Impact in collaborazione con diversi partners. I progetti sono di solito realizzati appoggiandosi di volta in volta a diverse squadre interdisciplinari che includono esperti dai campi della sociologia, lavoro comunitario, architettura, pianificazione di rete, processi di sviluppo e altro.
Tra gli ultimi progetti realizzati: Common (RE)source center for social change, online dal 12/05; http://homepage.waere.net, online dal 10/05; E55 /// On the Situation of Sex Workers Along the E55, A, CZ, D dal 05/04 - in progress; Austria. Waits for You!, Austria dal 05/04 - in progress.
http://www.social-impact.at


THE YES MEN
La storia degli Yes Men (Andy Bichlbaum e Mike Bonanno) comincia nel 1999, poco prima del vertice di Seattle, in occasione della cui apertura Andy e Mike mettono in rete un falso sito della Wto. Il malinteso nasce nel momento in cui alcuni imprenditori e uomini d’affari scambiano il sito degli Yes Men per quello vero e li invitano a partecipare, in veste di relatori, a conferenze e dibattiti sul mercato mondiale. Gli Yes Men non si lasciano sfuggire questa occasione per presentarsi sulla ribalta del palcoscenico dell’economia mondiale ed esporre le loro tesi contro le degenerazioni del libero mercato, nascondendosi dietro la maschera di “autorevoli studiosi”. Il paradosso di questa performance sta nella generale approvazione che i due riscuotono. Le loro tesi sono applaudite non solo dal pubblico, ma anche da politici ed esperti di finanza.
Nel 2003 esce negli Usa il film documentario The Yes Men di Dan Ollmann, Sarah Price, Chris Smith con la partecipazione straordinaria di Michael Moore.
Il libro The Yes Men – Il potere è nudo, ed. Sonda, è invece uscito in italiano nel 2007.
http://www.theyesmen.org

LIVE FOR LIFE
Gruppo canoro gospel attivo già dal 2002. Il gruppo, nelle città in cui opera, realizza workshoop con la popolazione locale, portandola a partecipare attivamente attraverso lezioni di canto e libertà.
La specificità del gruppo consiste nel fatto che i membri del coro gospel sono persone che hanno superato la dipendenza dall’abuso di alcool.




Per ulteriori informazioni contattare:
Ufficio stampa – Francesco Marmorini
tel. 3493746170 / e-mail francesco.marmorini@libero.it



NETWORKING è promosso da: Provincia di Arezzo; Comuni di Firenze, Livorno, Monsummano Terme, Pontedera, Prato e Serravezza. Con il contributo di: Regione Toscana (Tra Art – Rete Regionale per l’Arte Contemporanea) e Provincia di Firenze.

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Workshop con Mario Rizzi

Domenica 23 settembre si apre a Prato il workshop dell’artista Mario Rizzi nell’ambito della manifestazione Networking Integration and Conflict.

Trasformare la città di Prato in un contesto di elaborazione e comprensione delle nuove identità sociali. Questo l’obbiettivo dell’artista Mario Rizzi che dal 23 al 25 settembre stazionerà nel comune toscano per condurre un workshop di tre giorni con i giovani artisti partecipanti a Networking 2007 “Integration and Conflict”, presso lo spazio di Officina Giovani – Ex Macelli, con apertura al pubblico martedì 25 settembre alle ore 18.
“Vorrei portare i ragazzi alla scoperta delle piccole storie che si nascondono negli angoli di questa città dove si trovano due grandi comunità di immigrati – ha spiegato Rizzi. I marocchini rappresentano infatti una buona parte della popolazione, e ancor più i cinesi che sono riusciti a creare un sistema economico quasi autonomo all’interno di una comunità ospitante. E’ in casi come questi che si pongono problemi come quello dell’identità, non solo dei singoli individui ma dell’intera società”. “Farò lavorare i partecipanti sul territorio attraverso dei lavori di gruppo collettivi organizzati intorno ai loro ricordi, alle loro storie, alle loro percezioni dell’ambiente circostante – ha concluso Rizzi”.

Nato nel 1962 a Barletta, attualmente residente a Torino, Mario Rizzi propone e sperimenta forme di esperienza legate alla relazione diretta, allo scambio emozionale e al lavoro di raccolta del vissuto individuale come forme di terapia sociale. Invitato alle più prestigiose esposizioni internazionali, l’artista ha fatto della sua esperienza di artista un viaggio itinerante che indaga, riporta e descrive i luoghi in cui marginalità sociale e conflitto interpersonale si addensano e si fanno indici e sismografi di smottamenti e cesure nei rapporti tra individuo e società.

Su Prato un lavoro molto importante legato alla comunità cinese era già stato realizzato negli anni precedenti dal gruppo renshi.org del quale fa tuttora parte il curatore di Networking 2007 Giacomo Bazzani.
Dopo Prato sarà la volta di Arezzo con Jens Haaning (27/29 settembre), Monsummano Terme con Guerrilla Girls (6/21 ottobre), Seravezza con Live Your Life (13 ottobre), Pontedera con il laboratorio/mostra Postfordit reality (10 settembre/20 ottobre), Firenze con The Yes Men (26/27 ottobre) e Livorno con Social Impact (30 ottobre/3 novembre).
Programma completo su http://www.integrationandconflict.net


Per ulteriori informazioni contattare:
Ufficio stampa – Francesco Marmorini
tel. 3493746170
e-mail francesco.marmorini@libero.it


NETWORKING è promosso da: Provincia di Arezzo - Assessorato alle Politiche Giovanili Comune di Firenze - Assessorato alla Cultura Comune di Livorno - Assessorato alle Culture, Beni culturali e Spettacolo Comune di Monsummano Terme - Assessorato alla Cultura Comune di Pontedera - Assessorato alla Cultura Comune di Prato - Assessorato alla Cultura e Politiche giovanili Comune di Seravezza - Assessorato alla Cultura

SPONSOR PER IL WORKSHOP FIRENZE
APT Firenze - Agenzia per il Turismo Firenze

Inaugurazione al pubblico martedi 25 settembre alle 18

Officina Giovani – Ex Macelli
piazza Macelli, 4, Prato
Ingresso libero

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Vitrine
dal 18/11/2015 al 5/12/2015

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