Galleria Triangoloarte
Bergamo
via Palma il Vecchio 18/E
035 403374

Nella Lunga Notte...
dal 30/10/2007 al 28/11/2007
10-12.30 e 16-19.30

Segnalato da

Galleria Triangoloarte




 
calendario eventi  :: 




30/10/2007

Nella Lunga Notte...

Galleria Triangoloarte, Bergamo

Una mostra collettiva, con 13 artisti, dedicata al tema della morte e alla sua interpretazione nell'arte visiva contemporanea. Molteplici sono gli esiti di un lavoro corale e individuale al tempo stesso, con proposte di pittura e scultura.


comunicato stampa

Il tema inquietante e affascinante della morte, vissuto attraverso i risvolti culturali della tradizione popolare e contemporanea, è di nuovo protagonista di un progetto multidisciplinare voluto dalla Fondazione Ravasio e dal Museo Bernareggi.
Nell’ambito di una serie di iniziative che coinvolgeranno le arti visive e teatrali in una “danza” macabra e attraente, la galleria Triangoloarte lancia la sfida di una mostra collettiva, dedicata al tema della morte e alla sua interpretazione nell’arte visiva contemporanea. Lo fa chiamando tredici artisti, già noti sulla scena italiana attuale, a riflettere su quello che la morte è ed è stata per l’uomo e per la società. Ciascuno secondo la propria sensibilità personale e artistica, senza l’imposizione di vincoli tematici in senso stretto.
Se quindi la danza macabra, titolo del progetto, rappresenta uno spunto concreto, molteplici saranno gli esiti di un lavoro corale e individuale al tempo stesso, con un risultato complessivo decisamente interessante. Sul versante della pittura si snocciola un ventaglio di temi e di stili che leggono la morte sotto varie e personali angolature.

Marco Luzi si mantiene in effetti molto vicino alla rappresentazione della danza rituale mortuaria, ammiccando alla classicità con la sua figurazione estemporanea.
Con Maurizio Bonfanti ci si colloca invece nell’ambito della cronaca, in un’installazione che mescola pittura e realtà alludendo simbolicamente al tema scottante della lapidazione delle donne musulmane.
Così come per il milanese Tom Porta, il cui lavoro è dedicato alla guerra vista attraverso i caccia e i piloti giapponesi. Un passo indietro rispetto all’attualità, ma sempre sul versante della cronaca, lo fa Angelo Zanella, che dedica la propria tela in bilico tra figurazione e astrazione ai cumuli di teschi nella Cambogia di Pol Pot.
I due artisti comaschi Walter Trecchi e Fabrizio Musa prendono invece le mosse da un elemento concretamente calato nel presente, per poi dare alla riflessione un respiro universale ed estemporaneo: il primo vede la morte come distruzione nell’archeologia industriale di uno spazio in rovina, nella fattispecie l’edificio dell’ex Ticosa a Como. Il secondo muove dal mondo del cinema d’autore, e riporta su una tela di grande formato un fotogramma del film “Shining” di Stanley Kubrick: celebrazione pop della paura della morte e al tempo stesso della possibilità di esorcizzarla.
Con Enrico Cazzaniga ci si allontana invece da qualsiasi riferimento temporale o concreto e si riflette sulla morte in sé e per sé, attraverso la sua simbologia più antica: il teschio e l’uomo terrorizzato sono ritratti sulla tela con la sua peculiare tecnica di decolorazione sul fustagno.
Altrettanto vale per i lavori di Danilo Buccella, per cui la morte in abito da sera è una figura inquietante al limite tra bellezza e terrore, e di Marco Grassi. Anche quest’ultimo riprende l’iconografia universale lavorando sul tema del teschio con le sue pennellate liquide e materiche.
Per Tina Sgrò la morte è invece soprattutto una sensibilità, uno stato d’animo cui alludere cromaticamente con una gamma di colori spenti e intimisti, profondamente malinconici.
Gli stessi che sceglie l’artista africano Mouhamadou Lamine Seck, per il suo lavoro primitivista e stilizzato che guarda al suo paese d’origine nello stile e nell’atmosfera.
Scelgono infine il mezzo espressivo della scultura Sergio Battarola e Ugo Riva. Il primo propone un portale in legno intarsiato con un’intricata simbologia della morte, che guarda alla secolare tradizione iconografica del Medioevo. Il secondo omaggia invece Giovanni Testori con una scultura in ferro, in cui compaiono una testa raffigurante Testori e un crocifisso: incontro tra sacro e profano su un tema che contempla inevitabilmente entrambi i versanti.

Opening 31 ottobre ore 18.30

Galleria Triangoloarte
via Jacopo Palma Il Vecchio, 18 Bergamo
orari: 10.00 - 12.30 e 16.00 - 19.30

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