Opera prima. L'artista ha completamente trasformato la galleria che, per una volta, ha dovuto abbandonare il suo ruolo tradizionale di semplice contenitore per divenire il luogo nel quale e' possibile entrare fisicamente in relazione con l'opera. Protagonista e' il colore.
Opera prima
Per questa prima mostra personale assoluta Daniele Innamorato (nato nel 1969 a Milano, dove vive e lavora) non si è limitato a proporre i suoi lavori, ma ha completamente trasformato la galleria che, per una volta, ha dovuto abbandonare il suo ruolo tradizionale di “semplice” contenitore per divenire il luogo nel quale è possibile entrare fisicamente in relazione con la sua opera.
L’effetto è estremamente coinvolgente perché i mobili presenti nelle sale comunicano allo spettatore l’impressione di trovarsi non in una galleria, ma in un ambiente domestico. Il tavolino con i mozziconi di sigaretta, le puntine da disegno, il diario sono tutti oggetti carichi di vita vissuta che ci danno la sensazione di essere nello studio dell’artista.
Il colore, lasciato colare più o meno liberamente, è il vero protagonista della mostra e ci circonda da tutti i lati: lo ritroviamo infatti sulle pareti, sui quadri e sugli oggetti esposti. L’artista usa tinte vivaci, fosforescenti, che acquistano ancora maggiore intensità perché sono stese, o meglio lasciate gocciolare, su un fondo bianco, seducendo lo spettatore con la bellezza del colore.
Innamorato non vuole soltanto “decorare”: per mezzo di una tale esplosione di colori, mira a trasmetterci il suo senso di felicità e di amore per la vita. Il fatto che il colore venga applicato anche su oggetti comunissimi come sedie e tavoli sta a significare che l’arte non deve per forza stimolare una riflessione o approfondire questioni teoriche o filosofiche, ma può anche contribuire a farci vivere meglio, a infonderci un po’ di energia e ottimismo.
E anche i teschi che troviamo nella mostra come negli antichi memento mori ci ricordano che siamo esseri umani e qual è il nostro destino e ci invitano ad apprezzare fino in fondo i piaceri di ogni giorno.
vernissage: 8 novembre 2007. ore 18
Galleria Curti/Gambuzzi
Via Pontaccio 19 - Milano
Orario: da lunedì al venerdì 11-19
Ingresso libero