The Colony, Why We Came e The Apartment. Il collettivo artistico torna a Bologna proponendo tre lavori: un live, un video ed una installazione. Nell'ambito di "art facts [sound facts], Sound Art video e installazioni negli spazi del Museo".
art facts [sound facts]
Sound Art video e installazioni negli spazi del Museo
a cura di ZimmerFrei - Bologna
The Colony
Expanded Cinema
concept e realizzazione ZimmerFrei
produzione Festival Videodance07 - Atene
sceneggiatura Anna Rispoli
fotografia Edoardo Emanuele
montaggio Anna de Manincor
suono Massimo Carozzi
musica ZimmerFrei, Manuele Giannini, Stefano Pilia
performer Maria Nikoloulea, Anna Rispoli, Vagelis Telonis
durata 40 min
anno 200
"Now it’s time to return home: back to our galaxy" Werner Herzog - The Wild Blue Yonder
Chapter I. The first colony
Chapter II. The second landing
Chapter III. A new planet
Le prime colonie di visitatori alieni si sono installate sulla Terra già da tempo. Alcuni di loro attendono l’arrivo dei rinforzi e predispongono una rudimentale pista di atterraggio, muovendosi con il loro tempo extraterrestre (una dimensione dalle coordinate differenti dalle nostre).La location è strategica, al centro esatto della città d’origine di una delle civiltà più longeve del pianeta azzurro.Nessuno all’orizzonte.Ma il cielo è carico di presagi e alla fine i segnali e le invocazioni scatenano gli elementi: pioggia, luci, tuoni, fulmini e cani riempiono lo schermo dopo che tutti hanno lasciato il campo. Il video è stato girato ad Atene, in Propylea platia, la piazza dell’Università, e dall’alto della collina del Lycabettus, da cui si vede tutta la metropoli.
La colonna sonora del film è eseguita dal vivo da Massimo Carozzi, Anna de Manincor, Anna Rispoli (ZimmerFrei) e da Manuele Giannini (Sinistri) e Stefano Pilia (3/4HadBeenEliminated), chitarristi protagonisti della scena della ricerca musicale italiana.
Why We Came
Video
"Why We Came" riscopre il deserto, quello spazio che ha forgiato la storia del cinema americano e forse l´immagine del cinema stesso. Questo film-cosmogonia stabilisce un rapporto minerale con la natura e con ciò che eccede l´umano: i grandi cieli accelerati, gli spazi vergini, in cui è possibile tracciare un segno, ma solo sulla sabbia. Le figure incidono l´inquadratura in attesa di scoprire il motivo della loro venuta. Modificano il paesaggio con interventi strutturali. Disegnano traiettorie ostinate. Come provvisoria opera di bonifica, una pala infilzata nella sabbia scava e svela l´inadeguatezza del corpo alla fatica o alla stasi. E il paesaggio in
incessante trasformazione si mangia i segni dell´uomo ristabilendo una gerarchia di permanenza.
"Why we came" è un grande oggetto sensoriale in cui immergersi; si confronta con il vuoto, lo scorrimento laterale, l´azione, l´attesa. Alla visione è concesso un intervallo di tempo eccedente l ´ordinario. Il tempo si impregna del luogo: cielo, roccia, vento, acqua, sabbia, e lo taglia in quattro Vedute, una per ogni punto
cardinale.Cercare la possibilità dell´apparizione della figura umana.
Here we are
Stuck by this river,
You and I
Underneath a sky that's ever falling down, down, down
Ever falling down.
Through the day
As if on an ocean
Waiting here,
Always failing to remember why we came, came, came:
I wonder why we came.
You talk to me
as if from a distance
And I reply
With impressions chosen from another time, time, time,
From another time.
By This River - Brian Eno 1977
The Apartment
Stereoscopic PhonoPhotographies
Part of the Stereorama serie, The Apartment, uses an empty house as set for an anti-plot: a man with a balaclava, a woman in red, somebody is sleeping on the floor, the warm light is revealing the link.
By looking into a special stereoscopic visor built by ZimmerFrei, you dip into a huge space, in which horizon is far away: as in a cinematic panorama.
The images inside the object are stills of situations that you can observe with your own tempo: time is frozen as in photography but you can imagine that a movie develops thanks to volume, perspective and sound.
The Stereorama series are close to the “stillstand” described by Benjamin as dialectic images, the death of the intention, a border between stillness and movement.
Venerdì 23 novembre h21.30
Museo della Musica
Strada Maggiore 34 - Bologna
Ingresso libero