Antonio Rovaldi
Sabrina Mezzaqui
Giovanni Ozzola
Michelangelo Consani
Robert Pettena
Pier Luigi Tazzi
L'esposizione presenta i lavori di 5 artisti italiani: Antonio Rovaldi, Sabrina Mezzaqui, Giovanni Ozzola, Michelangelo Consani e Robert Pettena. Le opere in mostra non sono frutto di una ricerca specifica e predeterminata, ma visioni materializzatesi in forme fluide, come quelle offerte dalla fotografia, dal disegno e dal video. A cura di Pier Luigi Tazzi.
a cura di Pier Luigi Tazzi
Antonio Rovaldi, Sabrina Mezzaqui, Giovanni Ozzola, Michelangelo Consani, Robert Pettena
Riapre l’attività espositiva di Casa Masaccio, centro per l’Arte Contemporanea, con la mostra ITALIANI IN VACANZA, curata da Pier Luigi Tazzi. L’esposizione presenta i lavori di cinque artisti italiani: Antonio Rovaldi, Sabrina Mezzaqui, Giovanni Ozzola, Michelangelo Consani e Robert Pettena.
Italiani in Vacanza nasce come fast show – un’occasione, una necessità, un’idea – e si sviluppa come uno slow project - accorpamento di opere che si sono venute concretizzando al di fuori di ogni programma in tempi diversi. Si è trattato, infatti, di incontri fortuiti che si danno ogni volta che l’artista, italiano in questo caso e non a caso, rilascia l’assillo della progettazione e dell’elaborazione, svuota la mente, va in vacanza. Da questo svuotamento, da questa vacanza, da questa caduta dell’attenzione, da questo sonno vigile, sorgono le apparizioni, le visioni incontrollate, gli incontri”.
Le opere dei cinque artisti, non sono frutto di una ricerca specifica e predeterminata, ma visioni materializzatesi in forme fluide, come quelle offerte dalla fotografia, dal disegno e dal video, svincolate da qualsiasi programma operativo e scaturite dal vuoto e dall’altrove. L’artista le ha come messe a dimora nell’opera avendo abbassato la soglia del giudizio selettivo. L’opera così realizzata da conto di un incontro e di una meraviglia, ed è allo stesso tempo un riconoscimento, una rammemorazione, che riconduce ciascun artista a se stesso, alla propria più profonda e segreta sostanza. Il mondo nella sua estensione e nella sua apertura, e il viaggio fantastico o reale dentro di esso, sono l’occasione che permette l’emergenza della visione e la pratica di un’esperienza. La sensibilità dell’artista è la materia molle pronta a ricevere l’impronta di quelle. La Thailandia di Antonio Rovaldi, le tavole di iscrizione di Sabrina Mezzaqui, il deserto e la notte di Giovanni Ozzola, il Peloponneso di Michelangelo Consani, la spiaggia atlantica di Robert Pettena, sono regioni dell’anima più che entità geografiche.
La storia è quella di ognuno, come lo sono la memoria e la capacità di formalizzazione sollecitate a restituire nell’immediato dell’opera – fast -, nel momentum che ciascuna opera è e che tuttavia si inscrive nell’onda lunga – slow – della reciproca coscienza di essere al mondo e nel mondo.
All’interno dello spazio espositivo la dislocazione delle opere tende a riprodurre e restituire l’esperienza iniziale che le ha rispettivamente generate.
Antonio Rovaldi - nato a Parma nel 1975 -
Ha studiato Arte e fotografia alla Naba di Milano dove si è diplomato nel 2000.
Da allora la sua ricerca si muove intorno a tematiche relative la percezione dei luoghi, del paesaggio, mettendo sempre in relazione i differenti media utilizzati, come la fotografia, il video, la scultura ed il disegno. La dimensione della distanza fra i luoghi, l’attraversamento fisico e mentale in essi, veri o immaginari essi siano, sono una costante nella ricerca dell’artista.
Dal 2006 ad oggi Rovaldi divide Milano con New York. Nel 2006 è stato uno dei vincitori del ‘Premio New York’ alla Columbia University e nel 2009 sarà residente agli Iscp artist studio program sempre a New York.
Dal 2007 è docente al master di arte e architettura del paesaggio ‘Paesaggi straordinari’ alla Naba di Milano.
Sabrina Mezzaqui - Bologna 1964, vive e lavora a Marzabotto (Bo) –
La Mezzaqui porta il proprio sguardo sulle cose più minute della vita. Il suo è un lavoro riservato e solitario, fatto di gesti ripetuti, di tempi dilatati fino a diventare una sorta di meditazione e di recupero della memoria. Le sue opere sono frutto di una disciplina riflessiva e autoimposta, di manualità ed esercizio calati nella sospensione temporale del rito. Mezzaqui utilizza materiali comuni: disegno a matita o pennarello, carta, pagine ritagliate. La scrittura ricorre spesso nel lavoro dell’artista, recuperata o trasformata, oppure solo immaginata o ancora negata nella quadrettatura di un foglio parzialmente inciso i cui ritagli cadono a terra, tra permanenza e instabilità. Nelle sue installazioni, proiezioni di ombre o luci o ancora immagini di real-life riprese con telecamera fissa, riesce ad ottenere suggestioni di grande forza. Tra le numerose mostre realizzate si ricorda: C’è un tempo alla GAM di Torino, 2006 e Come acqua nell’acqua a Castel Sant’Elmo, Napoli, 2007-2008.
Giovanni Ozzola - Firenze 1982, vive e lavora tra Firenze e Prato –
Le opere di Giovanni Ozzola sono come segnali di luce che indicano un bagliore, una porta d’ingresso verso la possibilità di una differente percezione. La ricerca complessa e carica di forti tensioni vitali corrisponde ad rappresentazione semplice, basata sull’analisi dei piccoli eventi, apparentemente trascurabili, frammenti di vita, fenomeni naturali che ogni giorno si ripetono miracolosamente, uguali a se stessi e pur sempre unici e diversi. L’artista, già presente in importanti appuntamenti in Italia e all’estero, è da considerarsi tra le realtà emergenti italiane più interessanti di questi ultimi anni. Tra le mostre realizzate ricordiamo le personali a Firenze a Forte Belvedere nel 2007, e alla Galleria Continua a San Gimignano nel 2006; le collettive Scirocco a cura di Pier Luigi Tazzi e Antonio Catelani, Künstlerhaus a Bregenz, 2006; Guardami, Percezione del video, a cura di Lorenzo Fusi, Palazzo delle Papesse, Siena, 2005; in-visibile in-corporeo, a cura di Pier Luigi Tazzi, MAN Museo d’Arte, Nuoro, 2005; Museo Pecci Progetto Collezione, a cura di Daniel Soutif e Samuel-Fuyumi Namioka, project room, Museo Pecci, Prato, 2004; Happiness. A survival guide for art and life, a cura di David Elliott e Pier Luigi Tazzi, Mori Museum, Tokyo, 2003; Via Pal. Il confine delle notti, a cura di Fabio Cavallucci, Galleria Civica di Arte Contemporanea, Trento, 2002.
Michelangelo Consani - Livorno 1971. Vive tra Livorno e Den Haag (Olanda) per un programma studio - L’opera di Consani trae spesso origine dall’esperienza delle relazioni interpersonali e della vita quotidiana; i fatti veri e propri vi trovano raramente un riscontro puntuale, avendo piuttosto, l’artista, interesse a coglierne gli aspetti ineffabili, ad approfondire la questione della conoscibilità della natura delle cose e delle persone e la nozione di un’identità che si gioca nel rapporto con l’altro o con il contesto, e che risulta, di conseguenza, necessariamente mobile. Le sue opere sono caratterizzate da un’incompiutezza, da una ‘mancanza, da un senso di “Positiva sospensione” e di “vuoto” che ne definiscono il carattere. Per far questo Consani utilizza qualsiasi mezzo dal video, alla fotografia, alla scultura rifuggendo ad ogni effetto di spettacolarizzazione.
L’artista ha preso parte a numerosi eventi espostivi sia in Italia che all’estero, tra questi ricordiamo: 2007 Suitcase Illuminated #5 on Informal Economy, a cura di K.Anguelova e A.Poggianti, P74 Center and Gallery, Ljubljana, Mac/Val Musee d'Art Contemporain du Val de Marne, Parigi; unDEAF, Dutch Eletronic Art Festival, The Hangar space, Rotterdam; 2006 Belef, Belgrad Summer Festival, a cura di A.Bruciati e A.Crippa, Palazzo Kapetan Misino Zdanje, Belgrado; La necessità di un isola, a cura di A.Poggianti e B.Theis, Isola Art Center, Milano; 2005 Fear, a cura di M.Gandini, Artandgallery, Milano; ARCO 05, New Territories a cura di A.Vettese, Associazione Prometeo, Madrid; 2004 Crash Landing, a cura di M.Schwander, 2WK2, Berlino; Spread in Prato a cura di P.L.Tazzi, Dryphoto Arte Contemporanea; Macrovideoteca, a cura di V.Valentini, MACRO, Roma; 2003 Artkliazma, Festival of Contemporary Art at the Klazminskoye Reservoir, a cura di J.Deitch, P.Ellis, L.Martin, Mosca.
Robert Pettena - Pembury (GB) 1970, vive e lavora a Firenze – Segno distintivo di numerose video-installazioni di Robert Pettena è l’interrogarsi sulla propria identità, raccogliendo-riordinando materiali della storia famigliare e della propria memoria, innestando riflessioni sul sociale. Combinandoli alla fitta ragnatela di corporeità che ci circonda. Relazionando l’interno e l’esterno. Come in ‘Wind Farm Game’ (2002), ‘Harold’ (1999),’Sink House’(2002), ‘Freestyle’ (2004). Pettena sposta continuamente i confini del suo lavoro, è sempre in fuga, ma nel mirino di una ipotetica videocamera puntata sulla sua corsa, la sua immagine resta sempre a fuoco. Gioca con i tabù, li esorcizza. Troppo consapevole per non essere ironico, ma anche così lucido da considerare ogni sua opera un prezioso campo d’esperienza. Tra le mostre realizzate si ricordano: 2000 Once again in your bones, Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, ideazione Bruno Corà; 2002 Pentagon Play a cura di Mike McGee, Main Art Gallery di Fullerton, Los Angeles. Tra le collettive: 2002 Video Festival, Museum of New Art, Detroit, U.S.A; 2003 Spread in Prato, a cura di Pier Luigi Tazzi, Prato; 2003 Palazzo delle Libertà, Palazzo delle Papesse, Siena; 2004; XIV QUADRIENNALE ANTEPRIMA TORINO, Promotrice delle Belle Arti, Torino; 2005 Prague Biennale 2, direzione artistica G.Politi, Praga; CLIP IT rassegna video a cura di Luca Beatrice, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo; 2006 The Food Show: The Hungry Eye, a cura di Robert G. Edelman e Gina Fiore, Chelsea Art Museum, New York, USA; 2007 52° Biennale di Venezia, eventi collaterali, Beuys Boys, progetto di Robert Pettena e Pier Luigi Tazzi; Good Morning Babilonia, Galleria Marella, Beijing, China; 2008 Identities in Touch, Università di Waseda, a cura di Michyo Myake, Tokio, Giappone.
Ufficio Stampa
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e.mail:ambranepicomunicazione@gmail.com
Inaugurazione sabato 16 febbraio 2008 ore 18.00
Casa Masaccio Centro per l’Arte Contemporanea
Corso Italia, 83 San Giovanni Valdarno
Orari: feriali 16/19 festivi 10/12-16/19, lunedì chiuso
Ingresso: gratuito