Galleria Paolo Curti/Annamaria Gambuzzi
My fellow primates. All'apparenza semplici e schematiche, le tele dell'artista statunitense nascono da un'approfondita e meditata analisi della storia dell'arte contemporanea; nonostante la loro natura astratta, intendono parlarci dell'uomo di oggi, con tutti i suoi problemi di relazione con gli altri.
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La galleria Paolo Curti/Annamaria Gambuzzi & Co. è lieta di annunciare la
mostra dell’artista americano Greg Bogin che inaugurerà il 6 marzo in via
Pontaccio 19 a Milano.
All’apparenza semplici e schematiche, le opere di Greg Bogin (nato nel 1965
a New York, dove vive e lavora) nascono da un’approfondita e meditata
analisi della storia dell’arte contemporanea.
I primi riferimenti che vengono in mente sono quelli del Minimalismo per la
presenza di pochi elementi, generalmente di natura geometrica, delimitati
con estrema precisione e organizzati in composizioni estremamente rigorose.
Le tinte vivaci e contrastanti e gli effetti ottenuti con le gradazioni da
un colore ad un altro creano effetti simili a quelli dell’arte optical,
mentre l’uso delle forme, per lo più limitate al quadrato, al cerchio e alla
loro combinazione, rimanda alle sculture con strutture primarie dei primi
anni ’60. Infine compaiono richiami alla grafica commerciale degli anni
settanta, con i suoi loghi, marchi, il lettering gonfio e tozzo e lo spirito
allegro.
Le opere di Bogin dimostrano una notevole padronanza della superficie e dei
materiali: il loro aspetto è così perfetto, liscio, con i colori esattamente
applicati all’interno delle aree loro assegnate che non sembrano recare
traccia di un intervento manuale. Questo aspetto freddo e asettico viene
controbilanciato dalla forma inconsueta delle tele e dalle gradazioni di
colore che infondono vitalità e movimento all’insieme.
I 7 quadri esposti in galleria possiedono un forte impatto visivo dovuto
alle dimensioni, al fatto di essere quasi monocromatici e alla brillantezza
della superficie, ottenuta grazie a resine poliuretaniche e vernici per
carrozzeria.
All’apparenza sembrano esprimere uno spirito spensierato o comunque nascere
da riflessioni astratte e tutte interne alla pittura. I titoli invece ci
indicano che Bogin vuole parlarci anche dell’uomo di oggi, con i suoi
problemi di relazione con gli altri (Il volo del misantropo, 2007, vernice
uretanica su tela, cm 172,7x210,8) e il pessimismo generale sulla situazione
attuale (Distopia, che significa il contrario di utopia e denota quindi una
società indesiderabile sotto tutti i punti di vista). Le sue opere possono
leggersi in quest’ottica come una metafora e una critica della società
moderna che sotto il manto superficiale del benessere e del progresso, in
cui tutto sembra luccicante e senza macchia, nasconde spesso una realtà
differente.
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Galleria Paolo Curti/Annamaria Gambuzzi & Co. is proud to present the
exhibition by the American artist Greg Bogin, opening on 6 March at Via
Pontaccio 19, Milan.
Apparently simple and schematic, the works of Greg Bogin (born in 1965 in
New York, where he lives and works) conceal a profound, perceptive analysis
of the history of contemporary art.
The first references that come to mind are those of Minimalism, due to the
presence of only a few elements, generally geometric, bordered with extreme
precision and organized in extremely rigorous compositions. The lively,
contrasting tones and the effects obtained with shadings from one color to
another have an impact similar to that of Op Art, while the use of forms,
practically limited to the square, the circle and their combination, reminds
us of the sculptures with elementary structures of the early 1960s. There
are also echoes of the commercial graphics of the 1970s, with their logos,
trademarks, chunky lettering and cheerful spirit.
Bogin’s works demonstrate remarkable mastery of surfaces and materials:
their appearance is so perfect, so smooth, with colors applied precisely in
the areas assigned to them, that they seem to bear no traces of manual
intervention. This cold, aseptic aspect is balanced by the unusual form of
the canvases and the shadings of color that give vitality and movement to
the whole.
The 7 paintings exhibited at the gallery have strong visual impact due to
their size, the fact that they are almost monochromatic, and the brightness
of the surface, thanks to the use of polyurethane resins and automotive
paints.
The works seem to express a carefree spirit or to provoke abstract
reflections entirely concentrated on painting. But the titles indicate that
Bogin also wants to tell us about people today, with their problems of
relating to others (The Flight of the Misanthrope, 2007, urethane paint on
canvas, 172.7 x 210.8 cm) and the general pessimism of the present situation
(Dystopia, the opposite of utopia, indicating a society that is undesirable
from all points of view). Bogin’s works can be interpreted, in this sense,
as a metaphor and a critique of modern society, which under its superficial
cloak of wellbeing and progress, in which everything seems shiny and
spotless, actually conceals a different reality.
Inaugurazione giovedì 6 marzo ore 18. Sarà presente l’artista.
Paolo Curti/Annamaria Gambuzzi & Co.
via Pontaccio, 19 - Milano
Orario: da lunedì a venerdì 11-19, escluso festivi, sabato su appuntamento
Ingresso libero