Connecting Cultures
Milano
via Giorgio Merula, 62
02 89181326
WEB
FuoriLuogo
dal 5/3/2008 al 5/3/2008

Segnalato da

Connecting Cultures




 
calendario eventi  :: 




5/3/2008

FuoriLuogo

Connecting Cultures, Milano

Parco: un progetto di Marina Ballo-Charmet; intervengono Stefano Boeri e Marco Belpoliti. FuoriLuogo riflette sul rapporto tra arte e territorio, sul tema dell'ambiente e del paesaggio con un percorso che lascia spazio a diverse linee di ricerca.


comunicato stampa

La seconda edizione di incontri per riflettere oggi sul territorio attraverso interventi di arte pubblica

FuoriLuogo torna a riflettere sul rapporto tra arte e territorio, concentrandosi in questa seconda edizione sul tema dell’ambiente e del paesaggio, costruendo un percorso tematico che lasci spazio a diverse linee di ricerca, indipendenti tra loro ma legate da un filo rosso che si snoda attraverso progetti in progress – da sempre al centro dell’interesse di ricerca di Connecting Cultures – locali e internazionali.
Nel suo eterno alternarsi tra realtà e rappresentazione, ogni paesaggio presuppone una condizione umana e un’immaginazione formatrice che insegna a vedere.

Cos’è oggi il Paesaggio? E’ un concetto che ci può ancora essere d’aiuto nel comprendere il mondo che vediamo quotidianamente davanti ai nostri occhi? Come dare un senso a ciò che osserviamo? La percezione (o la mancata percezione) che abbiamo del paesaggio dipende dal bagaglio di immagini che portiamo con noi, o meglio, dalla molteplicità di abiti mentali del guardaroba personale che ciascuno di noi porta con sé in base alla propria cultura, origine e provenienza.

Perché il paesaggio riacquisti un senso per noi cittadini contemporanei, forse, bisogna re-imparare a guardare, capire il senso dei suoi linguaggi sovrapposti, accogliere la profonda poesia di molti di quei luoghi “segnati”, ai quali gli anni e la nostra incuria hanno inferto gravi patologie, ma che possono ritrovare senso per noi soltanto se prima vengono compresi e conosciuti. E nonostante tutto, a ben guardare, in qualche maniera sopravvivono affiancati, per lembi e frammenti, tanti paesaggi diversi, fonte ancora oggi di delizia e di gioia profonde per chi ha occhi per vedere.

I progetti presentati parlano di ambiente e paesaggio, ma anche di verde urbano, come nel progetto Parco di Marina Ballo Charmet: oggetto del suo lavoro è l’ordinario che vediamo sempre “con la coda dell’occhio”. Si tratta del margine della percezione, dove il lavoro è incentrato sui modi del nostro percepire lo spazio interno/esterno. Sulla città, la casa, il corpo in relazione allo spazio e sulle modalità dell’abitare le istituzioni e i luoghi pubblici. Questa ricerca è stata realizzata in alcune metropoli europee (Milano, Roma, Parigi, Berlino, Londra) dove esiste da tempo una forte presenza di persone straniere/immigrate: qui l’artista ha effettuato diverse riprese fotografiche, concentrandosi su uno dei principali luoghi pubblici della città, il parco situato proprio all’interno del perimetro urbano. I modi dell’abitare del parco portano in primo piano il tema del privato/pubblico; il tema del domestico portato all’esterno e del portarsi fuori, con sè, la casa.
Piero Gilardi è stato invitato a presentare il progetto PAV: il Parco d’Arte Vivente nasce a Torino, in un’area industriale dismessa dove fino agli anni Novanta ferveva la produzione dell’industria metalmeccanica. Il territorio del parco durante questa ultima trasformazione è rimasto abbandonato a se stesso, un terrain vague, un luogo sospeso nel tempo dove presto, si diceva nel quartiere, si sarebbe realizzata un’area verde attrezzata. In questo terreno in transito, a suo modo selvaggio, utilizzato come discarica di macerie edilizie, questo “Terzo Paesaggio” - nella definizione di Gilles Clément - diviene uno spazio transitorio dotato di una vitalità propria. Uno spazio in tensione verso un’inedita trasformazione che è divenuta oggetto di trattative tra una pluralità di attori finalizzate alla realizzazione del Parco d’Arte in sostituzione del previsto parco attrezzato.

Francesco Jodice inizia a lavorare con la fotografia, il video, la scrittura e la creazione di mappe nel 1995. Nel 2000 è uno dei membri fondatori di Multiplicity, network internazionale di architetti ed artisti.
City Tellers è un progetto che tocca diversi luogo nel mondo: il capitolo dedicato a Sao Paulo ci fa viaggiare attraverso la vita quotidiana della megalopoli brasiliana: un racconto di persone, storie e luoghi inimmaginabili, precursori di un nuovo stile di vita del Ventunesimo secolo. Al centro del film, una tra le tante storie raccolte narra dell'elaborazione di una paura indotta, basata su sequestri, aggressioni e violenza generalizzata, elementi di una strategia pianificata che ha favorito recentemente l'utilizzo di elicotteri privati come taxi per gli spostamenti urbani da parte delle classi sociali più ricche. Lo scenario rappresentato è reale, ma le esperienze che vi si consumano appartengono già al nostro domani.

Claudia Losi si diploma nel 1994 all'Accademia di Belle Arti di Bologna e poi alla Facoltà di Lingue e Letterature Straniere. La riflessione e la pratica artistica di Losi hanno origine nell’interesse per la natura e nella coesistenza di un approccio emotivo e uno più analitico, concettuale della realtà. L’artista porta avanti, da diversi anni, una linea di ricerca che si radica nell’osservazione attenta del mondo naturale e delle sue trasformazioni su macro e micro scala. Inoltre sviluppa, di pari passo, progetti che indagano le dinamiche di relazione tra individui, tra le persone e il loro immaginario. Claudia Losi con il progetto Camminare Paesaggi estende l’invito a Matteo Meschiari, scrittore e poeta: “Esattamente come per un indiano Hopi o uno scienziato ecodinamico la natura non è un’entità ma un fascio dinamico di funzioni, così il paesaggio che stiamo cercando deve essere indagato di profilo, a partire dai dettagli: una mappa che va disegnata dai margini e non dal centro”(M. Meschiari).

Gli incontri saranno a cadenza mensile a partire dal mese di Marzo fino a Giugno 2008, presso gli spazi di Connecting Cultures, agenzia di ricerca-azione nel campo dell'arte contemporanea che si occupa di politiche culturali, formazione e applicazione di processi creativi nella comunità e nella rigenerazione del territorio fondata nel 2001 da Anna Detheridge, critica e teorica delle arti visive.

FuoriLuogo si svolgerà presso gli spazi del Centro di Documentazione di Connecting Cultures, dedicato alla ricerca e documentazione di Arti Visive e Arte Pubblica. Il centro è un luogo di ricerca e progettualità, sempre dinamico e specializzato: i materiali raccolti rappresentano la storia degli ultimi cinquanta anni di produzione nei settori delle arti visive (arte, fotografia, architettura, urbanistica, design, video, arte digitale, moda) e molti documenti rari, che hanno segnato momenti ed eventi di fondamentale importanza nel campo dell'arte.

Parco, un progetto di Marina Ballo-Charmet; intervengono Stefano Boeri e Marco Belpoliti

PAV, un progetto Piero Gilardi; intervengono Gianluca Cosmacini e Gaia Bindi

São Paolo_City Tellers, un progetto di Francesco Jodice

Camminare paesaggi. Camminare parole. Camminare idee, cose sognate, piste pensate, un progetto di Claudia Losi; interviene Matteo Meschiari

Connecting Cultures
Via Giorgio Merula, 62 - Milano

IN ARCHIVIO [25]
Arte come dialogo
dal 3/11/2013 al 3/11/2013

Attiva la tua LINEA DIRETTA con questa sede