4' appuntamento con il progetto a cura di Fabiola Naldi e Alessandra Pioselli. Si riparte con Knut Asdam e Moser + Schwinger che presentano il loro lavoro insieme alle curatrici. Asdam lavora con la politica degli spazi e i confini della soggettivita' utilizzando suono, film, video, fotografia e architettura. Unendo teatro, video e installazione, il duo svizzero riflette, invece, sui modi di rappresentazione propri dei media, utilizzando la potenza delle immagini, dei testi e della messa in scena.
a cura di Fabiola Naldi e Alessandra Pioselli
Il MAMbo è lieto di presentare il quarto appuntamento di TIME CODE, progetto a cura di Fabiola Naldi e Alessandra Pioselli. Dopo i tre incontri dei mesi scorsi, TIME CODE prevede altri cinque momenti dedicati al video e articolati fino al 12 giugno 2008, durante i quali saranno presentate altrettante accoppiate di artisti italiani e stranieri che, attraverso i loro lavori, si sono soffermati sull’analisi e la rielaborazione di diversi codici temporali.
Dopo Loulou Cherinet, Kjersti Sundland, Pavel Braila, Roberta Piccioni, Oliver Kochta Kalleinen, Tellervo Kalleinen e Alejandro Vidal, è ora la volta di Knut Asdam (Trondheim, Norvegia, 1968) e Moser + Schwinger (Saint-Imier, Svizzera, 1966 / 61) che presenteranno il loro lavoro insieme alle curatrici nella sala conferenza del MAMbo giovedì 13 marzo alle ore 18.30. I video rimarranno in visione negli spazi del museo fino al 13 aprile 2008.
Knut Asdam (Trondheim, Norvegia, 1968)
Finally, video, 18 min., 2006
Presentato sia come film in 35 mm, sia nella forma della video installazione su supporto DVD, Finally è un lavoro complesso che mostra tre giovani che compiono delle azioni sullo sfondo di un contesto urbano storico. Girato a Salisburgo (Austria), Finally enfatizza le relazioni tra lo spazio architettonico e il linguaggio dei protagonisti. I tre giovani spesso lottano tra loro violentemente, apparentemente senza ragione e senza che la narrazione possa offrire motivo per un tale comportamento. La violenza sembra piuttosto una reazione improvvisa e incontrollabile al contesto. Finally si sviluppa attraverso una narrazione non lineare ed è una riflessione su questioni che riguardano la violenza e la storia. Anche con questo film Knut Asdam esplora i confini tra il film narrativo e le modalità di costruzione dello spazio proprie dell’arte contemporanea.
Knut Asdam è nato a Trondheim in Norvegia nel 1968, vive e lavora a Oslo. Asdam lavora con la politica degli spazi e i confini della soggettività utilizzando suono, film, video, fotografia e architettura. Spesso, questi concetti sono connessi ai temi della dissidenza e dell’analisi dello spazio in termini di desiderio, utilizzo e storia. Asdam è interessato all’architettura, ai luoghi e alle dinamiche sociali, non come esercizio formale ma piuttosto come aspetti della quotidianità.
I suoi video e film sono stati presentati in numerosi festival internazionali, tra cui Locarno e Rotterdam. Per il 2008 è prevista la realizzazione di una nuova produzione commissionata dal British Film Institute di Londra ed è tra gli artisti invitati a Manifesta 7.
Frédéric Moser (Saint-Imier, Svizzera, 1966) & Philippe Schwinger (Saint-Imier, Svizzera, 1961)
Time flies, video, 2006
Una donna elegante cammina sola nello spazio vuoto di un teatro. La videocamera la segue. Si confessa. Racconta la sua vita e si chiede se, dopo essere stata ospite di uno show televisivo, aver disegnato una collezione di borse, aver cercato Dio e aver tenuto i genitali del Presidente degli Stati Uniti in mano, sarà mai capace di sposare un uomo qualsiasi. Amanda Cook, la donna, è Monica Lewinsky. Il suo monologo ammiccante è rivolto alla videocamera in un ultimo tentativo di seduzione.
Il personaggio di Monica Lewinsky è già stato al centro di un precedente video di Moser & Schwinger, Unexpected Rules, del 2004, basato sul noto affair che ha colpito l’amministrazione Clinton mettendo a nudo le relazioni tra potere, sesso e media. In Time flies Amanda / Monica continua la sua recita confessione, ormai in assenza di pubblico, lasciandosi trascinare dalla consapevolezza del proprio ruolo mediatico, ma anche dalle propria umana e tenera ingenuità.
Frédéric Moser & Philippe Schwinger sono nati a Saint-Imier in Svizzera rispettivamente nel 1966 e nel 1961. Attualmente vivono e lavorano a Berlino.
Unendo teatro, video e installazione, il duo svizzero riflette sui modi di rappresentazione propri dei media, utilizzando l’alienante e seduttiva potenza delle immagini, dei testi e della messa in scena.
Il loro lavoro è stato presentato in numerose occasioni internazionali, tra cui i festival di Locarno e Rotterdam. Nel 2004 hanno rappresentato la Svizzera alla 26° Biennale Internazionale di Arte Contemporanea di San Paolo (Brasile).
TIME CODE – IL PROGETTO
Crediamo sia opinione diffusa e condivisa affermare che il video rappresenti
il mezzo extra artistico per eccellenza: l’unico ad avere concesso ai più
diversi operatori culturali la possibilità di confrontarsi con spazi temporali
variabili. Il tempo, tramite la lettura videografica, può essere per questo
dilatatato, congelato, accelerato, rallentato o iterato all’infinito, dimostrando
come l’interpretazione videografica sia ancora in pieno accordo con la
cultura attuale.
Dal 15 novembre 2007 al 12 giugno 2008 TIME CODE sceglie sedici video
di artisti nazionali e internazionali con l’intento di evidenziare, ed analizzare,
le molteplici strutture temporali proprie del mezzo e i successivi processi atti
a formarle, percepirle ed interpretarle. Sono state identificate, e proposte
come principale chiave di lettura, quattro categorie di decodificazione e
messa in scena del tempo, denominate Rappresentazione, Registrazione,
Presentazione e Recupero. Quattro pretesti concettuali per leggere e fruire il
dato reale differenziato dall’intenzione artistica e dall’uso dei supporti tecnici
più diversi. L’intento teorico è quello di approfondire l’opera degli autori
invitati partendo sempre da queste quattro categorie che, solo in parte, si
comportano in maniera simile. Se si esclude il genere della Registrazione,
che si presenta anche in assenza di interventi post-produttivi, gli altri tre
presuppongono l’introduzione di ipertesti, parafrasi, metafore, elementi
iconici o metalinguistici tradotti da un uso sempre più sofisticato del
montaggio, del cut up, del re-mixaggio, del sovvertimento dei segnali audio
visivi, del feed back o del loop. Selezionati in funzione delle categorie
individuate, i video mostrati rivelano letture rinnovate funzionali a veicolare
contenuti e significati di volta in volta presi in esame.
Ogni appuntamento vede la presenza di due opere video inserite negli spazi
più diversi del MAMbo, al fine di dialogare con la struttura architettonica della
rinnovata istituzione, e un incontro aperto al pubblico alla presenza degli
artisti e delle curatrici. L’evento intende essere un nuovo modo di avvicinare
il pubblico alla fruizione videografica, lasciando le opere esposte fino
all’appuntamento successivo.
Fabiola Naldi e Alessandra Pioselli
I CURATORI
Fabiola Naldi è critico e curatore d’arte.
Collabora con il corso di Storia dell’Arte Contemporanea presso il dipartimento delle arti
visive, facoltà di Lettere e Filosofia, Università di Bologna e con il corso di Storia degli
eventi espositivi di arte e di moda presso il corso di laurea di Storia della moda e del
Costume (sede di Rimini), facoltà di Lettere e Filosofia, Università di Bologna.
E’ docente di Fenomenologia dell’Immagine presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna.
E’ collaboratrice per Flash Art, Around Photography e Sentire Ascoltare. Com.
E’ autrice di:
Arte Africana Contemporanea tra tradizione e nuove tecnologie, in Arte Africana fra
Cultura e Mercato, a cura di Guido Candela, Skira, Milano, 2007.
La mia strada continua e vive oggi più di prima. Il Writing a Bologna dalla fine
Settanta a Oggi, in Atlante dei movimenti culturali contemporanei dell’Emilia Romagna
1968-2007. Scritture, Arti, Controculture, Clueb, Bologna, 2007
Scrubbing Video, in Vertigo. Il secolo di arte Off – Media dal Futurismo al Web, a cura di
Germano Celant con Gianfranco Maraniello, Skira, Milano, 2007
The Fair of Freaks. The visual world of Floria Sigismondi & Chris Cunningham, in
Sound and Vision, a cura di Luca Beatrice, Damiani Editori, 2006
Floria Sigismondi. Immaculate Conception, The Bookmakers Ed., Torino, 2005.
Rapport 1957-1977, in P. SORCINELLI (a cura di), Gli anni del Rock, Bup, Bologna,
2005.
I’ll be your mirror. Travestimenti fotografici, Cooper & Castelvecchi, Roma, 2003.
Alessandra Pioselli è critico e curatore d’arte.
E’ docente di Storia dell’Arte Contemporanea all’Accademia di Belle Arti Carrara di
Bergamo, di Museologia del Contemporaneo all’Accademia di Brera e di Comunicazione Visiva all’Istituto Europeo di Design di Milano.
Collabora con il Master Paesaggi Straordinari del Politecnico di Milano. Scrive per
Artforum.
Ha pubblicato:
Milano anni Settanta: arte, politica e territorio, in Milano città d’arte, Università
di Pavia – Gli Ori, Alessandria 2001.
Arte e scena urbana. Modelli di intervento e politiche culturali pubbliche in
Italia tra il 1968 e il 1981, in L’arte pubblica nello spazio urbano. Artisti,
committenti, fruitori, Bruno Mondadori, Milano 2007.
GLI ARTISTI
Knut Asdam
Nato a Trondheim (Norvegia) nel 1968. Vive e lavora a Oslo.
Riccardo Benassi
Nato a Cremona (Italia) nel 1982. Vive e lavora a Cremona, Bologna e Berlino.
Pavel Braila
Nato a Chisinau (Repubblica di Moldova) nel 1971. Vive e lavora a Chisinau.
Pierre Coulibeuf
Nato a Elbeuf (Francia) nel1949. Vive e lavora a Parigi.
Simonetta Fadda
Nata a Savona (Italia) nel 1962. Vive e lavora a Milano
Shona Illingworth
Nata a Londra (Gran Bretagna) nel 1966. Vive e lavora a Londra.
Tellervo Kalleinen
Nata a Lohja (Finlandia) nel 1975. Vive e lavora a Helsinki.
Almagul Menlibayeva
Nata a Almaty (Kazakhstan) nel 1969. Vive e lavora a Almaty e Berlino.
Ottonella Mocellin e Nicola Pellegrini
Ottonella Mocellin e Nicola Pellegrini sono nati a Milano (Italia) nel 1966 / 62.
Vivono e lavorano a Milano.
Moser & Schwinger
Frédéric Moser & Philippe Schwinger sono nati a Saint-Imier (Svizzera) nel 1966 / 61.
Vivono e lavorano a Berlino.
Roberta Piccioni
Nata a Riccione (Italia) nel 1967. Vive e lavora a Riccione.
Sara Rossi
Nata a Milano (Italia) nel 1970. Vide e lavora a Milano.
Martin Sastre
Nato a Montevideo (Uruguay) nel 1976. Vive e lavora a Madrid.
Alejandro Vidal
Palma de Mallorca (Spagna) 1972. Vive e lavora a Barcellona.
Appuntamenti passati:
1° Appuntamento: 15 novembre - 5 dicembre 2007
Loulou Cherinet e Kjersti Sundland
Loulou Cherinet (Göteborg, Svezia, 1970)
Minor Field Study (2006) è una doppia video proiezione basata sul materiale filmato
dall’antropologo Billy Marius al confine tra Congo e Camerun. Loulou Cherinet ha
selezionato e rieditato parte del materiale, filmando le stesse scene a Orminge, un
sobborgo fuori Stoccolma. I due luoghi sono affiancati al fine di sottolineare le molteplici
differenze non solo spazio temporali ma anche geografiche culturali.
Minor Field Study è esposto per la prima volta in Italia.
Loulou Cherinet è nata a Göteborg nel 1970. Vive e lavora tra la Svezia e l’Etiopia.
Nei suoi lavori fotografici e video, ricchi di rimandi alla cinematografia e al documentario,
tocca il tema dell’identità e del rapporto tra la dimensione privata e politico-sociale del
vivere.
Tra le principali mostre collettive, nel 2007 ha partecipato alla Biennale di Venezia
(Padiglione africano) e a Africa Remix (Johannesburg Art Gallery, South Africa,
itinerante).
Kjersti Sundland (Bergen, Norvegia, 1972)
Enduring Portraits (2007) è il ritratto di un volto femminile sottoposto al graduale
invecchiamento. L’evoluzione biologica avviene in un lasso spazio temporale differente
da quello naturale. L’artista campiona due volti di donna di differente età,
precedentemente filmati, in modo da ottenere una serie di 40 variazioni che mostrano il
graduale scorrere del tempo. Attraverso il software Isadora, l’invecchiamento del volto
femminile è determinato dal tempo espositivo del video.
Enduring Portraits è stato realizzato appositamente per il progetto TIME CODE e per gli
spazi del MAMbo.
Kjersti Sundland è nata a Bergen nel 1972. Vive e lavora in Norvegia.
Attraverso un uso sofisticato delle tecniche di manipolazione digitale delle immagini,
indaga nei suoi video il rapporto tra i linguaggi dei mass media, la tecnologia e la
formazione dell’identità, con una particolare attenzione al tema della rappresentazione
del femminile.
Nel 2007 il live media “Monstrous little women” è stato selezionato per il Live Media
Festival Netmage (Bologna).
2° Appuntamento: 6 dicembre 2007 - 3 febbraio 2008
Pavel Braila e Roberta Piccioni
Pavel Braila (Chisinau, Repubblica Moldova, 1971)
Undressing the bride (video, 18’, 2006)
Girato durante un matrimonio in Moldavia, il video documenta la “svestizione della sposa”, rituale che conclude ogni cerimonia di nozze tradizionale. Si tratta del momento in cui la giovane coppia riceve i regali e la sposa, abbandonando il velo, assume il nuovo ruolo di donna di casa.
La videocamera è immobile. Al centro della scena, lo sposo tiene la sposa sulle ginocchia e, a turno, i presenti offrono loro regali: profumi, vestiti, coperte, cuscini, stoviglie, etc. I doni sono aperti di fronte alla coppia, che viene letteralmente vestita con gli oggetti ricevuti affinché portino loro fortuna. Parenti e invitati ripetono gli stessi gesti, e, regalo dopo regalo, la coppia rimane sepolta sotto la mole dei beni: l’azione rituale si trasforma in una vera e propria performance e gli sposi in una “scultura vivente”.
Pavel Braila è nato a Chisinau (Repubblica Moldova) nel 1971. Vive e lavora a Berlino.
Attraverso una profonda riflessione sulle possibilità espressive del video e i suoi limiti, Braila indaga la realtà sociale del suo paese d’origine nell’epoca post sovietica, documentando i piccoli avvenimenti quotidiani e le incongruenze di un contesto in transizione.
Nel 2002 ha partecipato a Documenta 11 (Kassel, Germania). Tra le principali mostre personali, nel 2007 ha esposto alla Neuen Nationalgalerie di Berlino.
Roberta Piccioni (Riccione, 1969)
Storm (video, 3’52” in loop, 2007)
Due schermidori lottano contro un fondo nero. La videocamera è ferma, il movimento è interno. I due corpi entrano ed escono dal quadro. L’audio ripropone il rumore delle spade che cozzano, metallico e violento tanto quanto quello di una tempesta. Il titolo, Storm, fa slittare continuamente il senso, caricando l’evidenza dell’immagine di altri significati. E’ in scena una lotta senza fine. I corpi sono plastici, scolpiti. Emergono dal fondo scuro in tutta la loro fisicità, ma il volto è assente, coperto dalla maschera nera. Il ralenti e il loop dilatano la percezione del tempo. Una scena semplice, un fatto banale come un duello sportivo, si trasforma in un’immagine potente e evocativa.
Roberta Piccioni è nata a Riccione nel 1969. Vive e lavora a Riccione.
Nei suoi video la banalità del quotidiano, i particolari effimeri e sfuggenti dell’esistenza vengono focalizzati fino ad acquistare una particolare evidenza, attraverso processi di rallentamento o velocizzazione dell’immagine, in modo da provocare nello spettatore la rievocazione di memorie spesso sepolte.
Tra le principali mostre collettive, nel 2007 ha presentato il suo lavoro nell’ambito del Videoart Yearbook (Bologna). Nel 2002 è stata tra gli artisti segnalati per il Premio Furla e nel 2001 è stata segnalata per il P.S.1 Italian Studio Program.
3° Appuntamento: 7 febbraio 2008 - 9 marzo 2008
Tellervo Kalleinen, Oliver Kochta Kalleinen e Alejandro Vidal
Tellervo Kalleinen e Oliver Kochta Kalleinen
Complaints Choir, (video, 2005-2007)
Un gruppo di cittadini canta in coro. La canzone è popolare e vivace, ma le parole sono dei lamenti. Complaints Choir è un progetto basato sull’invito rivolto dagli artisti ai cittadini di diverse città a esprimere pubblicamente rimostranze su ciò che ritengono essere motivo di disappunto, attraverso la forma del coro. L’invito è aperto a tutti, il reclutamento della cittadinanza avviene attraverso la diffusione di flyers e poster. Esiste in finlandese un’espressione: "Valituskuoro", che significa “lamentarsi all’unisono”. Compalints Choir intende ironicamente incanalare l’energia della gente in una forma pubblica di comunicazione, restituendo lamenti condivisi su quello che non funziona a livello individuale, locale e globale. Complaints Choir è un progetto in progress iniziato nel 2005, che finora ha avuto luogo a Birmingham, Helsinki, Amburgo, San Pietroburgo, Budapest e in numerose altre città in Europa, negli Stati Uniti, in Canada e in Australia.
I cori sono documentati in video.
Al MAMbo per TIME CODE sarà presentata una selezione.
Dal 7 febbraio i Complaints Choir saranno visibili anche nel sito del museo (www.mambo-bologna.org), luogo interstiziale per eccellenza.
Tellervo Kalleinen è nata a Lohja (Finlandia) nel 1975. Vive e lavora a Helsinki. Lavora con il video, la performance e la produzione di progetti spesso fondati su logiche aperte alla collaborazione e su modalità partecipative.
Oliver Kochta Kalleinen è nato a Dresda (Germania) nel 1971. Vive e lavora a Helsinki. Lavora con il video, la performance e la realizzazione di progetti che spesso investigano il tema della costruzione di comunità utopiche. Dal 1993 Tellervo Kalleinen e Oliver Kochta Kalleinen lavorano in collaborazione.
Alejandro Vidal
One second burns for a billion years (video, 2007)
Una situazione ambigua. Due giovani donne ballano da sole in un paesaggio anonimo. Si vestono, si mettono il rossetto, contano dei soldi, leggono. Nel cielo passano aerei. Ascoltano musica perse nel loro isolamento. C’è anche un ragazzo. Non sappiamo perché sono lì e cosa aspettano. Non sappiamo se qualcosa è già successo o sta per succedere. Vidal costruisce una narrazione sincopata e frammentata, sottolineata dalla colonna sonora, addottando codici propri della pubblicità e dei videoclip, per restituire un universo giovanile e urbano sognatore e malizioso, ingenuo e disinibito. Soprattutto, Vidal mette lo spettatore nella condizione del voyeur di una scena priva di coordinate, costringendolo a confrontarsi con le proprie paure, pregiudizi, aspettative.
Alejandro Vidal è nato a Palma de Mallorca nel 1972. Vive e lavora a Barcellona. Lavora con il video, la fotografia, il disegno e l’installazione. Il suo lavoro è incentrato su temi che riguardano la violenza, il conflitto sociale, l’attivismo. Investiga forme di contestazione e di comunicazione come il punk, i rave o i cult movies, mettendo in luce come il marketing, la politica e i mass media distorgono la nostra percezione della violenza e della vita urbana.
Appuntamenti:
17 aprile 2008, ore 18.30
Almagul Menlibayeva e Ottonella Mocellin + Nicola Pellegrini
8 maggio 2008, ore 18.30
Sara Rossi e Martin Sastre
29 maggio 2008, ore 18.30
Riccardo Benassi e Shona Illingworth
12 giugno 2008, ore 18.30
Pierre Coulibeuf e Simonetta Fadda
Informazioni:tel. 051 6496611
fax 051 6496600
info@mambo-bologna.org
http://www.mambo-bologna.org
Per ulteriori informazioni:
Lara Facco
Comunicazione e Sviluppo Marketing
tel +39 051 6496654 / 611
fax + 39 051 6496600
lara.facco@comune.bologna.it
giovedì 13 marzo 2008, ore 18.30
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna - sala conferenze
via Don Minzoni 14 - Bologna
Orari:martedì - domenica 10.00 - 18.00
giovedì 10.00 - 22.00, lunedì chiuso
ingresso gratuito