Spaziando dal disegno, alla scultura, al video, l'artista si appropria degli oggetti piu' disparati, passando da una scarpa a una scultura etnica, costringendoci ad abbandonare ogni tipo di pensiero logico, per addentrarci in un mondo in cui potremmo incontrare Freud mentre sorseggia un cappuccino da Starbucks, o imbatterci in una bottiglia di Perrier trafitta da un coltello da cucina.
Gabriele Picco in questa sua seconda mostra presso gli spazi della
galleria Francesca Minini riesce ad esprimere al meglio la sua
versatilità, spaziando dal disegno, alla scultura, al video,
come non aveva mai fatto prima e dimostrando grande
originalità.
Mantenendo quella freschezza e semplicità che caratterizza i
suoi disegni a biro bic e certi suoi assemblaggi degli anni 90, Picco
si appropria degli oggetti più disparati, passando da una
scarpa, a una pera a una scultura etnica, con la disinvoltura e la
sfacciataggine di un bambino. Entrando in galleria ci si imbatte in
una sorta di giungla impazzita dove uccelli di legno si cibano di mele
reali, colonne di patatine fritte si ergono verso il cielo, mescolando
il fast food con Brancusi.
Everyday a sunday è il motto pubblicitario del noto gelato di
Mc Donald's e Picco lo usa come titolo della scultura di un
gabbiano in equilibrio su un uovo a sua volta sorretto quasi per magia
da una pinza. L'immagine composta da oggetti banali diventa
quasi un altare sacro, che conserva nella sua quotidianità
qualcosa di classico. Anche l'improbabile Monumento africano a
Isaac Newton ha una sua ieraticità e riesce a fagocitare
culture molto lontane (dall'Africa alla Cina), connettendole a
un immaginario tutto occidentale.
La visionarietà di Gabriele Picco ci costringe ad abbandonare
ogni tipo di pensiero logico, per addentrarci in un mondo in cui
potremmo incontrare Freud mentre sorseggia un cappuccino da Starbucks,
o imbatterci in una bottiglia di Perrier trafitta da un coltello da
cucina che attraverso un sistema idraulico continua a schizzare acqua
dalla "ferita". Quest'ultima scultura Il coltello
nell'acqua, è carica di significati e rimandi al valore
simbolico di questo elemento, proprio come il primo lungometraggio di
Roman Polanski a cui Picco ruba il titolo.
L'acqua è anche il soggetto dell'unico dipinto
esposto dove misteriose sagome nere, in una danza tribale e un
po' matissiana, riescono a trasportare con sè pezzi di un
mare inspiegabilmente solidificato.
La mostra include anche quattro video girati dall'artista negli
appartamenti in cui ha vissuto (Brescia e New York). Anche qui
semplici immagini del quotidiano come un pentolino da latte o degli
spaghetti diventano spunto per una riflessione sul reale, talvolta
carica di ironia, talvolta di mistero.
Inaugurazione 8 Maggio ore 19
Francesca Minini
via Massimiano, 25 - Milano
Orari di apertura da martedi a sabato dalle 11.00 alle 19.30
Ingresso libero