Galleria 1000eventi
Milano
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De rerum natura
dal 7/5/2008 al 25/7/2008

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1000 eventi




 
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7/5/2008

De rerum natura

Galleria 1000eventi, Milano

La mostra mette in relazione le opere di 12 artisti contemporanei che si sono contraddistinti per l'originalita' del loro percorso di ricerca sul tema della natura, nel senso piu' ampio del termine. L'obiettivo non e' quello di offrire risposte bensi' di provocare domande, di insinuare dubbi attraverso un percorso che stimoli di volta in volta sensazioni spesso contrastanti.


comunicato stampa

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"Ora, seguitando, apprendi quali siano i principi di tutte le cose e quanto profondamente diversi per forme, e come siano variati con molteplici figure; non perché non ne esistano molti dotati di simile forma, ma perchè non sono tutti indistintamente eguali fra loro"


Composto nel I secolo a.C., il De Rerum Natura di Lucrezio introduce nella Roma di fine Repubblica, periodo di profonda crisi delle istituzioni e forte incertezza, i principi della filosofia epicurea. Lucrezio offre ai suoi contemporanei un valido mezzo per raggiungere la serenità grazie al soddisfacimento dei bisogni, all’eliminazione del dolore e alla catarsi dalle paure. Proprio l’universalità dei temi trattati ha garantito una fortuna “critica” immutata al poema, che oltre all´analisi della fisica naturale -i meccanismi di fenomeni quali il vuoto o i fulmini- affronta anche le grandi ed eterne questioni dell´esistenza umana, quali l´anima e la paura della morte, fino a sfiorare temi come la solitudine dell´uomo e la fine di un mondo terreno imperfetto o introdurre concetti assolutamente inediti per l´epoca, come il libero arbitrio.

In un periodo come quello attuale, lacerato da opposte ideologie e da guerre di religione, sembra che le domande e le paure che Lucrezio doveva fronteggiare più di duemila anni fa siano ancora le stesse.
La mostra mette in relazione le opere di dodici artisti contemporanei che si sono contraddistinti per l´originalità del loro percorso di ricerca sul tema della natura, nel senso più ampio del termine. L´obbiettivo non è quello di offrire risposte bensì di provocare domande, di insinuare dubbi attraverso un percorso che stimoli di volta in volta sensazioni spesso contrastanti. Apre la mostra una grande carta di Julian Schnabel "Pandora" affiancata da una videoproiezione di Andrea Mastrovito “I wanna be sedated” : proemio dedicato al principio vivificatore dell’eros che presiede ad ogni atto creativo e governa tutta la natura in ogni suo aspetto.

Seguono opere di alcuni artisti che hanno sviluppato la propria ricerca sulla natura, eleggendone gli elementi a soggetto dei propri lavori : "White granite ring" di Richard Long, maestro della Land Art, "Klone" di Dieter Huber, rielaborazione digitale di un paesaggio ideale creato dall´unione di due o più paesaggi reali e una coppia di disegni di Tim Knowles “Chianti Baloon Drawing” che rappresentano la registrazione dei movimenti casuali del vento che muovono continuamente una penna su un foglio nell´arco di una giornata. La stanza piccola accoglie "Milk Stone" di Wolfgang Laib, esempio di ricerca estetica su materiali naturali puri come il latte il polline e la cera .

Una serie di opere sono state scelte a rappresentare paure e tabù contemporanei: esempi del lato più oscuro della nostra esistenza due lavori di Andy Warhol "Hammer & Stikle", una tela di Guillermo Kuitca, una pelle di maiale tatuata di Wim Delvoye, una foto di Joel-Peter Witkin e una scultura di Charles Long.
Chiudono idealmente la mostra, in opposizione all’oscurantismo delle ideologie, due opere che richiamano da un lato la luce della ragione, un neon di Anselmo, dall´altro "Random" di Grazia Toderi, la solitudine dell´uomo spettatore nel teatro del mondo.

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“Now come, and next hereafter apprehend / What sorts, how vastly different in form, / How varied in multitudinous shapes they are - / These old beginnings of the universe / Not in the sense that only few are furnished / With one like form, but rather not at all / In general have they likeness each with each [...].”


Composed in the 1st century BC, Titus Lucretius’ De Rerum Natura introduced late Republican Rome to the principles of Epicurean philosophy, during a period of profound crisis in its institutions and great uncertainty. Lucretius offered his contemporaries an efficacious means of attaining serenity through the satisfaction of needs, the elimination of pain and the liberation from fears. It is the universality of the themes it deals with that has guaranteed the undiminished popularity of the poem, which in addition to analyzing the physics of the natural world – the mechanisms of phenomena like the vacuum or lightning – also tackles such grand and eternal questions of human existence as the soul and the fear of death, even touching on matters like the loneliness of man and the end of an imperfect world or introducing absolutely unprecedented concepts for the time, such as free will.

In a period like the present one, racked with opposing ideologies and wars of religion, it seems that the questions and the fears which Lucretius had to deal with over two thousand years ago are still the same. The exhibition brings together the works of twelve contemporary artists who have distinguished themselves by the originality of their investigation of the theme of nature, in the broadest sense of the term. The aim is not to come up with answers but to raise questions, to sow the seeds of doubt through a layout that stimulates often contrasting sensations.

The exhibition opens with a work by Andrea Mastrovito that has never been shown before and a large canvas by Julian Schnabel, Primaveral: a preamble dedicated to the life-giving principle of eros which presides over every creative act and governs every aspect of nature. They are followed, in the first room, by works by four artists who have conducted their own research into nature, making its elements the subject of their own creations: Circle by Richard Long, master of land art; Milk Stone by Wolfgang Laib, an example of aesthetic research into pure natural materials like milk, pollen and wax; Klone by Dieter Huber, a digital reworking of an imaginary landscape created by the union of two or more real landscapes; and a drawing by Tim Knowles that represents a recording of the random movements of the wind as it continually moves a pen on a sheet of paper over the course of a day.

The small room is a sort of Wunderkammer, a collection of works depicting contemporary fears and taboos: examples of the darker side of our existence are provided by two of Andy Warhol’s works from the Hammer and Sickle series, a canvas by Guillermo Kuitca, a piece of tattooed pigskin by Wim Delvoye, the photo of a severed head by Joel-Peter Witkin and an anthropomorphic sculpture by Charles Long. The exhibition closes, in defiance of the obscurantism of ideologies, with two works that represent on the one hand the light of reason, Anselmo’s Neon, and on the other the solitude of the human being as a spectator in the theater of the world, Grazia Toderi’s Random.

Inaugurazione 8 maggio 2008

1000 Eventi
via Porro Lambertenghi, 3 - Milano
Ingresso libero

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