Nell'ambito del "Festival della Filosofia - 68. Tra pensiero e azione". Mauri pone al centro della propria ricerca il rapporto tra arte e comunicazione, attraverso l'analisi dei nessi e delle contraddizioni tra linguaggio e ideologia, con la volonta' di decostruire criticamente i meccanismi di manipolazione del pensiero. L'artista riflette sul contemporaneo venir meno della pretesa di fondare un unico senso del mondo partendo da principi metafisici, ideologici o religiosi.
In occasione del Festival della Filosofia - Sessantotto. Tra pensiero e azione che si terrà all’Auditorium Parco della Musica di Roma dal 17 al 20 aprile 2008, la Fondazione Musica per Roma presenta la mostra L’universo d’uso di Fabio Mauri. L’esposizione fa parte di un ciclo già cominciato l’anno scorso con Gianfranco Baruchello, che ha come obiettivo quello di presentare il lavoro di un artista che abbia connessioni e riferimenti con il tema proposto e indagato dal Festival.
Nessun segno particolare di cultura è fuori da un testo generale storico, e nessun testo generale storico o interpretazione di mondo è fuori dall’enigma più generale dell’universo.
È uno degli elementi portanti dell’opera di Fabio Mauri la riflessione sia sulle caratteristiche fondamentali del mondo contemporaneo che sugli aspetti storici della realtà, realtà caratterizzata dal venire meno della pretesa propria dell'epoca moderna di fondare un unico senso del mondo partendo da principi metafisici, ideologici o religiosi. L'epoca moderna che precede la contemporaneità era caratterizzata dal progetto di spiegare il mondo attraverso l'applicazione di principi unitari, che possedevano la pretesa di racchiudere il senso dell'intera realtà entro un principio unitario.
Il contemporaneo è caratterizzato invece dallo sfaldamento delle certezze stabili. La fine dell’illusione di dare un senso unitario alla realtà comporta dunque il manifestarsi della diversità dei sensi, una diversità che è irriducibile. Ogni ambito della realtà è dotato di un certo senso, ogni tentativo di edificare un senso unitario è solo apparenza. La realtà è differenza, molteplicità irriducibile, mutamento non ingabbiabile entro un unico schema. Ed è questo l’orizzonte dell’opera di Fabio Mauri, nell’intuizione che ogni tentativo di fondare stabilmente un'etica, legandola ad una qualsiasi legge fondante, è destinato a fallire, poiché la diversità irriducibile impedisce di trovare realmente quel senso stabile e assoluto del “tutto” che invece è stata la pretesa e il progetto primo delle filosofie del passato.
In tutte le sue opere, Fabio Mauri, accanto alla potenza della presenza e allo strapotere dell’assenza, sembra ‘proteggere’ un senso di malinconia, quel senso che contrassegna la malinconia profonda di un artista che nell’oscurità delle cose trova il segreto dell’opera.
L’arte per Mauri non è contemplazione, ma azione. Si tratta tuttavia di un’attività che fa parte del ‘nostro’ mondo, di ciò che il Mondo è ormai irrevocabilmente diventato: inestricabile labirinto di segni che si rimandano l’un l’altro in una tediosa argomentazione, lasciando intravedere – al di là della rete dei significanti – la traccia di un “indicibile”, di un’eccedenza simbolica intraducibile nel linguaggio e tuttavia ostensibile tramite la messinscena del nonsenso del Tutto.
L'attenzione che Mauri riserva ai media della comunicazione di massa, lo pone in stretto rapporto, sebbene in un'ottica completamente opposta, alla Pop Art: infatti, se la Pop Art non emana alcun giudizio sull'oggetto delle proprie rappresentazioni e non si interroga sulla comunicazione che scaturisce dai nuovi mezzi che lei stessa utilizza, né sul rapporto tra arte e comunicazione; Fabio Mauri, invece, è proprio quest'ultimo che pone al centro della propria ricerca, attraverso l'analisi dei nessi e delle contraddizioni tra comunicazione e ideologia, manifestando una volontà di decostruzione critica dei meccanismi di manipolazione del pensiero.
Ingresso libero.
Festival della Filosofia - Sessantotto. Tra pensiero e azione
Roma, Auditorium Parco della Musica
17 – 20 Aprile 2008
FABIO MAURI
L’universo d’uso
Foyer Sinopoli – Auditorium Parco della Musica
17 aprile – 15 maggio
Informazioni 06-80241281 – http://www.auditorium.com
Ufficio stampa Musica per Roma tel. 06-80241 – 231 – 228 – 261
ufficiostampa@musicaperroma.it
Ufficio stampa Festival della Filosofia – Emanuela Minnai – 338 4428078
Inaugurazione 17 aprile alle 18
Foyer Sinopoli – Auditorium Parco della Musica
viale Pietro de Coubertin, 30
Orario: dal lunedì al sabato dalle 11 alle 20. la domenica dalle 10 alle 20
ingresso libero