Dario Brevi, Antonella Mazzoni e Wal hanno in comune soprattutto il fatto che hanno iniziato a lavorare negli anni '80 quando il concettuale e le sue freddezze, lasciavano spazio alla pittura, al colore, al movimento di poetiche che si assumevano il rischio della rappresentazione e anche una certa gioia del fare arte. A cura di Valerio Deho'.
A cura di Valerio Deho'
Gli animali sono da sempre i protagonisti della letteratura, dell’arte, dell’universo simbolico attraverso cui l’uomo ama esprimersi. Sono loro i protagonisti di romanzi, racconti, fiabe morali, apologhi, bibbie e altri testi religiosi soprattutto perché sono stati visti non solo come compagni di viaggio degli esseri umani nel viaggio esistenziale, ma anche perché hanno sempre personificato delle caratteristiche morali, di carattere, aspetti della personalità o della vita etica, in modo tale che la loro rappresentazione significasse sempre qualcos’altro. Basti pensare all’aquila, al leone, alla tigre e alla loro presenza negli stemmi araldici così come negli scudi dei guerrieri di ogni cultura o latitudine. Fin dal mondo mitologico gli dei si sono trasformati in animali per compiere imprese che richiedessero coraggio, forza o violenza, ma anche animali come la civetta, l’orso, l’oca e tantissimi altri sono diventati simboli complessi e spesso molto difficili da da decifrare.
Gli animali portano con sé millenni di civiltà e questo gli artisti lo sanno. Gli artisti di Animalia hanno in comune soprattutto il fatto che hanno iniziato a lavorare negli anni ‘80 quando il concettuale e le sue freddezze, lasciavano spazio alla pittura, al colore, al movimento ad una concettualità che si assumeva il rischio della rappresentazione e anche una certa gioia del fare arte.
Nelle opere di Dario Brevi si vedono distintamente le forme di citazioni da celebri apologhi, cioè fiabe morali, come per esempio nella volpe che si arrampica su di un albero, ma in genere lo stile fluido ed estremamente curato e brillante nei colori, lo ha spesso portato a confrontarsi con la figura degli animali e in alcuni casi sono diventati dei topos del suo lavoro. Basti pensare ai cavalli. In questo non solo riemerge la sua matrice neofuturista, ma è anche chiaro che proprio la forma-immagine del cavallo con la sua idea di velocità e forza, diventa perfetta per rappresentare la sua poetica. Brevi lavora sul materiale, l’MDF, alternando il vuoto al pieno, facendo interagire le sue stilizzazzione con lo spazio. Tutti i suoi lavori sono sculture in cui la tridimensionalità può essere solo più o meno accentuata.
Antonella Mazzoni ha iniziato con un’intensa (quanto tecnicamente importante) attività pittorica il suo lavoro artistico, miscelando la parola con l’immagine, ma da una decina d’anni si esprime anche attraverso una combinazione di tecnologia digitale, oggetti, mixed media oltre alla pittura stessa. Ironica da sempre, anche il suo mondo animale esprime i non sense e i calambour che contraddistinguono il suo lavoro. Stilisticamente affronta sempre il tema con un realismo molto forte che serve spesso per creare degli spiazzamenti, delle sorprese, delle interazioni paradossali con i materiali o gli altri elementi dell’opera. Gli animali della Mazzoni vivono lo spazio dell’arte , ma sono in permanente collegamento con quello che accade nella società e nel mondo. Sono dei catalizzatori d’ idee e di sguardi critici su quanto accade attorno. L’artista predilige una posizione di dialogo contestuale, così come tende sempre a realizzare dei progetti all’interno dei quali vengono realizzati i singoli lavori.
Vivendo e creando costantemente un mondo fantastico, Wal ha affrontato più volte il tema degli animali fin dalle sue splendide api, super ronzanti e super futuriste degli anni ’80, quando era stato inserito nel gruppo dei Nuovi Nuovi da Renato Barilli. Ma se allora si trattava di pittura, di disegno, negli ultimi hanno Wal si è spinto sempre di più in direzione della scultura. Si è trattato di una scelta verso la terza dimensione che ne ha fatto un‘artista sempre alla ricerca di giochi tra le forme e i colori spesso dolci nei loro contrasti. Del resto se i puttini, paffuti bambinelli che giocano e si divertono come sanno, i loro compagni non possono che essere degli animali, i quali con i albini vanno perfettamente d’accordo. E gli animali delle sculture di Wal sono spesso i gatti, anche imponenti e imperiali come i persiani oppure animali che fanno parte della sua vita domestica e che vivono le campagne reggiane. Ma i puttini cavalcano di tutti dagli ippopotami (assai poco emiliani) fino ai classici maiali, ma su tutto vi è un’atmosfera leggera e circense: come al solito gli uomini fanno i fenomeni con il popolo muto degli animali e questi si vede che sopportano le ludiche intemperanze con la loro consueta serietà. Si capisce bene perché hanno riempito la cultura occidentale dall’Antelami a King Kong.
Inaugurazione sabato 19 aprile ore 17
Galleria Centro Steccata
Strada Giuseppe Garibaldi, 23 Parma
da lunedì a sabato ore 10.30 - 13.00 e 15.30 - 19.30