Fondazione Berardelli
Brescia
via Milano, 107
030 313888 FAX 030 3229543
WEB
Sarenco
dal 29/5/2008 al 14/7/2008
mart-ven 15.30-19.30 ; sab 10-12; 15.30-19.30

Segnalato da

Paola Bisi



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Sarenco



 
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29/5/2008

Sarenco

Fondazione Berardelli, Brescia

Sono un poeta di montagna e me ne vanto. L'esposizione ripercorre il composito itinerario dell'artista attraverso 65 opere che vanno dagli anni '60 ad oggi. Sperimentatore dei piu' diversi mezzi espressivi, dalla pittura alla scultura, dalla letteratura al cinema, Sarenco si e' sempre distinto per il carattere tagliente e provocatorio delle sue opere.


comunicato stampa

Venerdì 30 maggio alle 18 negli spazi della Fondazione Berardelli (Via Milano 107) si apre la mostra SARENCO. Sono un poeta di montagna e me ne vanto dedicata a Sarenco, poeta visivo e artista poliedrico. L’esposizione, che rimarrà aperta fino al 15 luglio, ne ripercorre il composito itinerario attraverso 65 opere (dagli anni ’60 ad oggi), che testimoniano la straordinaria vitalità di uno degli autori più controcorrente del panorama artistico internazionale, per il quale, come scrive Achille Bonito Oliva “la poesia visiva come parola totale e sogno totale designa il bisogno dell'arte di tendere ad un'espressione di presenza non più quaresimalmente di assenza, di affermazione costruttiva e non di negazione destrutturante, nella dinamica della creazione che è sem­pre conflittuale col mondo, in questo politica”.

Sperimentatore dei più diversi mezzi espressivi, dalla pittura alla scultura, dalla letteratura al cinema, Sarenco si è sempre distinto per il carattere tagliente e provocatorio delle sue opere. Nelle prime esperienze, che risalgono agli anni Sessanta, vicine al Gruppo 70, fondato dai poeti fiorentini Eugenio Miccini e Lamberto Pignotti, con la tecnica del collage accosta a testi sardonici e sprezzanti, immagini provenienti dal mondo della comunicazione di massa (pagine di quotidiani) e dal mondo dell’arte (celebre l’ironica serie che si ispira alle nature morte di Morandi, sbeffeggiato con giochi di parole quali “natura smorta” o “è morta la natura”). In mostra numerose irriverenti e beffarde lapidi (incisioni su marmo) o stampe (stampe su tela) che decretano la scomparsa della poesia e di grandi poeti (De Vree, Montale, Campana, Ball, Martinetti) mentre l’unico poeta vivo è lo stesso Sarenco. Molte le opere degli anni novanta e più recenti, caratterizzate sempre da toni ironici e provocatori: dai patchwork “Safari il Viaggio” (1990) ai collage “Le chiavi della musica” (1995), “I miei santi” (2001), “Ho bisogno del Tempio” (2005), “Ho fermato il tempo svizzero”.

Sarenco si è avvicinato inoltre alla fotografia, al video e al cinema: nel 1985 il lungometraggio Collage di cui è regista e sceneggiatore viene invitato al Festival del Cinema di Venezia, dove provoca una forte reazione fra il pubblico e la critica. Nel 2004 alla prima edizione della Biennale di Siviglia, curata da Harald Szeeman, rappresenta l’Italia insieme ad Eva Marisaldi e a Maurizio Cattelan, e vince nella sezione video con Allah Akbar, incentrato sulla tragica vicenda dell’assalto ceceno al teatro Dubrovka di Mosca. In mostra sarà visibile Performance, del 1993, che raccoglie 10 piccole storie, 10 performance “esemplari”.

All’attività di artista, Sarenco ha affiancato una fervente attività editoriale che lo ha portato a fondare case editrici (Amodulo, Sarmic, Factotum Art) e riviste, fra cui Factotum Art, Sarenco'S, Verona Voce e Lotta poetica (1971-1975; 1982-1984; 1987), quest’ultima diretta insieme a Paul De Vree, un vero e proprio “caso”, la cui evoluzione viene esaminata da Martina Corgnati nel suo intervento in catalogo: una pubblicazione che, “da luogo e modo d'azione diretta sia essa intervento politico, proposta o codificazione teorica o metodologia sia, persino, insulto o propaganda, diventa rivista d'argomenti; e si apre ad accogliere interviste, riflessioni critiche, recensioni”. A ciò si aggiunge una altrettanto fervente attività organizzativa, con l’apertura e la direzione di numerosi spazi espositivi, dalla Galleria Sincron (1967) al Centro La Comune (1968), dalla Galleria Amodulo (1970) allo Studio Brescia (1972) che oggi è divenuto Studio Brescia Arte Contemporanea Non Globalizzata (2007) e ha sede ad Ospitaletto (Bs).

Dal 1982 intraprende una serie di viaggi in Africa che lo conducono alla scoperta di un mondo straordinario che progressivamente diviene l’oggetto delle sue opere: ne è esempio emblematico l’installazione, La Platea dell’Umanità, realizzata per la Biennale di Venezia del 2001, diretta da Harald Szeeman. L’opera, di notevoli dimensioni, è costituita da ieratiche figure scultoree che rappresentano i gloriosi guerriglieri Mau Mau, protagonisti fra il 1952 e il 1963 della lotta di liberazione del Kenya dalla dominazione inglese. E’ un’umanità composta e solenne, fiera della libertà riconquistata.

La mostra è accompagnata da un catalogo bilingue italiano/inglese, Sarenco. Sono un poeta di montagna e me ne vanto, edito dalla Fondazione, che, oltre a quattro testi poetici di Sarenco, comprende interventi di Jiulien Blaine, Jean-François Bory, Achille Bonito Oliva, Martina Corgnati, Pierre Garnier, Melania Gazzotti, Enrico Mascelloni, Patrizio Peterlini, Harald Szeeman e Nicholas Zurbrugg.

Inaugurazione 30 maggio 2008

Fondazione Berardelli
Via Milano, 107 - Brescia
Orari: martedì – venerdì ore 15.30 – 19.30 ; sabato ore 10.00 – 12.00; 15.30– 19.30

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