Le incisioni di Antonijevic celebrano i fasti del colore con immagini vibranti, con rimandi al gioco eterno della biologia. Murasecchi afferma sulla carta un proliferare del tratto mai gratuito ma retto dall'armonia dei rapporti interni all'immagine.
a cura di Ljuba Jovicevic & Ana Laznibat
In uno dei suoi saggi più noti, Cristina Campo parlava della perfezione che è “prima di tutto questa cosa perduta, saper durare, quiete, immobilità”. Imperdonabile, secondo l’ascetica esteta, quell’artista votato nel presente a simili intenti, incomprensibili ormai (quando non addirittura invisi) allo spirito dei tempi. Se così è, coloro che si dedicano oggi all’incisione compongono un vero e proprio circolo d’imperdonabili, poiché risulta difficile rinvenire una disciplina artistica che più sfacciatamente viva di rigore, sentimento della materia nel suo ideale persistere, sprezzo d’ogni appariscenza e facilità. Proprio a una serie di componenti del circolo in discorso – tra cui alcuni autorevoli rappresentanti della c.d. Scuola di Belgrado – si dedica questa nuova rassegna di Atelier, scandita da una successione di doppie personali. Dopo l’incontro di Andrea Carini e Vladimir Veljašević, è ora la volta di Milica Antonijevic e Gianluca Murasecchi.
Milica Antonijevic (nasce a Kraljevo nel 1973, vive a Belgrado) dichiara netta l’appartenenza alla Scuola di Belgrado, entro cui si è formata e ora opera, portando a nuovi esiti espressivi le sperimentazioni condotte da questa intorno alla linoleografia, alla quale viene conferita una più marcata potenza di rilievo al fine di ottenere maggiori profondità cromatiche. Tutte le incisioni della Antonijevic celebrano in effetti i fasti del colore attraverso immagini vibranti, che tentano l’immaginazione a trovare referenti nel gioco eterno della biologia, simili insieme a simulacri vaghi di arcaiche simbologie.
Gianluca Murasecchi (nasce a Spoleto nel 1965, vive a Roma) afferma sulla carta una valenza germinale del segno, un proliferare del tratto mai gratuito ma retto dall’armonia dei rapporti interni all’immagine, in una maniera che viene da intendere per così dire autopoietica, tale è la sua maturata naturalezza. Dinanzi alle opere di Murasecchi, che pure vivono di stilemi e ripetizioni, non v’è rischio di intravedere mero decorativismo, poiché sempre emergono nette le regole generative di un’unica, ininterrotta costruzione immaginale, dove purezza compositiva e invenzione si combinano perfettamente con la ricerca tecnica che le realizza.
Luca Arnaudo
Immagine: Milica Antonijević - linoleumgrafia, 2008
inaugurazione martedì 10 giugno 2008, dalle ore 19 alle ore 21
Associazione culturale Atelier
via Panisperna, 236 (Rione Monti. Fermata Cavour Metro B) - Roma
dal lunedì a domenica, dalle ore 17 alle 20
ingresso libero