Come un fiammifero nella notte. '... se vuoi illuminare il buio intorno a te, che ti avvolge nel sonno della notte, devi avere la forza ... di accendere un fiammifero...'. Sono le parole sussurrate urlate nell'oscurita' di un jazzclub da Angel, personaggio di un fumetto di Dave Mc Kean. Basso, batteria e sax. Una jam infuocata...Il V Festival jazz quest'anno, dopo un prologo nel rinnovato Cinema Teatro, abitera' ancora per tre lunghe notti nei magazzini 6 della Stazione FFS di Chiasso, ridisegnati per l'occasione dal 1.o corso della SUPSI-DAA di Lugano e dall'intervento di alcuni videoartisti.
Come un fiammifero nella notte
30 gennaio 2 febbraio 2002
Una proposta: Associazione Festival Jazz di Chiasso, Radio Svizzera - Rete Due, Comune di Chiasso
Con il sostegno del Canton Ticino, COOP Cultura, FFS
"... se vuoi illuminare il buio intorno a te, che ti avvolge nel sonno della notte, devi avere la forza ... di accendere un fiammifero...". Sono le parole sussurrate urlate nell'oscurità di un jazzclub da Angel, personaggio di un fumetto di Dave Mc Kean. Basso, batteria e sax. Una jam infuocata. La voce del poeta narra la storia di due fratelli musicisti, uno che a furia di raffinare la sua musica ne aveva perso di vista il significato, l'altro che si esprimeva facilmente, ma era troppo occupato a divertirsi per usare le note nascoste dentro di sé. Una strana storia di jazz nata da un fiammifero acceso. Un gesto semplice. Una scintilla, quella della creatività e della consapevolezza. Per andare avanti. Per riuscire ancora a trovare un senso per andare avanti. Il festival jazz nasce qui. Dalla stessa scintilla. Il desiderio di proporre della musica vera, luminosa e calda, capace d'infiammarsi e d'infiammare. Come i due fratelli della storia, uniti in un'unica nota. In un'unica scintilla. E come dice Angel : "Se vi chiedete da dove sono saltati fuori gli strumenti, un buon musicista ci nasce insieme".
Il 5.o Festival jazz quest'anno, dopo un prologo nel rinnovato Cinema Teatro, abiterà ancora per tre lunghe notti nei magazzini 6 della Stazione FFS di Chiasso, ridisegnati per l'occasione dal 1.o corso della SUPSI-DAA di Lugano e dall'intervento di alcuni videoartisti. Una ricetta che negli anni è andata affinandosi senza perdere lo smalto degli esordi: jazz di qualità , djs e nuove contaminazioni elettroniche, poesia, danza, installazioni video, cucina e vini scelti sono gli ingredienti per una miscela che vuole ricreare in chiave attuale la tipica atmosfera dei jazz club. 500 caratteri. Un pubblicitario non avrebbe potuto dire meglio.
___________________________
Mercoledì 30.01.2002, 20.30
Cinema Teatro
jazzunderjazz
Carl Hancock Rux "No Black Male Show"
Nuyorican deep voice and rhythm & soul music jazzunderjazz
Carl Hancock Rux, voce parlata e cantata, testi
Jason Finkelman, percussioni
Scelto il titolo, è con grande sorpresa che, capitati sul sito del nostro artista, ci siamo imbattuti in uno strano personaggio con una luce in mano, sorta di moderno Prometeo underground: avevamo trovato il nostro Angel, il personaggio del fumetto di Mc Kean che aveva ispirato il titolo del festival. Carl Hancok Rux, poeta, autore e performer, nel'94 viene definito da The New York Times Magazine "uno dei 30 artisti sotto i 30 anni che influenzerà maggiormente la cultura dei prossimi 30 anni". Al di là di ogni profezia postmoderna, Rux è uno dei protagonisti di quella scena spoken word che sta rifiorendo in diversi club di N.Y. come il Nuyorican Poets Café.
Prodotto di Harlem, del sistema degli istituti per minorenni di N.Y.C. e della Columbia University, evocativo e provocatorio, angelo e demone, Rux è artefice di intensi monologhi che mixano la vita quotidiana, il commento sociale, l'identità razziale, i ricordi di un'infanzia non certo facile (la madre non poteva occuparsene a causa di una malattia psichica), fantasie urbane e misticismo da strada. Ha destato scalpore con "No Black Male Show", one man show in polemica con l'esposizione al Withney Museum di N.Y. sulle rappresentazioni della mascolinità nell'arte contemporanea americana denominata appunto "Black Male": "Per me scrivere questo poema significava che non volevo uno show…, o almeno che avrei voluto un altro tipo di show. Stavo anche pensando allo show che si stava svolgendo nella mia stessa vita… Vivo in un corpo di maschio nero. Questo show parla del vivere in questo corpo e del sentirsi distante da quello con cui abitualmente viene identificato". Nel solco della blaxploitation e di poeti-musicisti come Gil Scott-Heron al quale viene spesso accostato, Rux concepisce la poesia come un "teatro musicale" declamato/cantato con fervore e situato in quell'area franca della black music impregnata di nu soul, jazz, funk, hip hop, blues-rock. Le sue idee musicali sono raccolte nell'album-gioiello "Rux Revue", prodotto da John King dei The Dust Brothers e Tom Rothrock e Rob Schnapf (vedi Beck) e con tra gli ospiti James Hall, Toshi Reagon e Money Mark. Rux è inoltre scrittore ("Pagan Operetta") e autore/attore di pièces di teatro e danza per l'Alvin Ailey American Dance Theater, The Urban Bush Women, ecc. A Chiasso, per la prima volta in Svizzera, viene accompagnato da una promettente Maya Garrison e da un percussionista polivalente. In collaborazione con Il Dicastero cultura del Comune di Chiasso.
Per saperne di più: http://www.carlhancockrux.com.
N.B. I testi dello spettacolo sono in inglese con traduzione in italiano.
jazzmoviejazz
Theo Zwicky "Mr. Jazzfilm" "Dance, Dance, Dance "
1929-1957: selezione di estratti originali di film jazz in 16 mm (charleston, tip tap, four step)
La performance poetico musicale di Rux, sarà seguita dalla proiezione di una selezione di estratti originali di film in 16 mm sulla danza nei jazzclub (charleston, tip tap, four step). Nei filmati, delle vere e proprio chicche salvate dalla distruzione dalla passione di Theo Zwicky, uno tra i maggiori collezionisti nell'ambito del cinema sul jazz, si potranno ammirare le acrobazie di mostri sacri della jazzdance come James Barton, Sister Rosetta Tharpe, Henry Butch Stone, Jesse & James, The Berry Brothers, i Four Step Brothers. Nei film si potranno scoprire anche musicisti storici e celebri orchestre come la Chick Webb Orchestra, Andy Kirk Orchestra, Louis Jordan e Woody Herman Orchestra. Imperdibile.
_________________________
Giovedì 31.1.2002, 20.30
magazzino 6, stazione ffs
Ernest "Khabeer" Dawkins AESOP Quartet
Il suono della città targato AACM Chicago
Ernest "Khabeer" Dawkins, sassofoni, percussioni
Fareed Haque, chitarra
Rollo Radford, basso elettrico
Hamid Drake, batteria
Se chiedete ad un chicagoano cosa si può ascoltare di meglio oggi in città , ci sono forti probabilità che vi risponda l'Aesop Quartet di Dawkins, progetto targato AACM (Association for the Advancement of Creative Musicians). Ispirato dai dischi di Lester Young e dal sax alto di Guido Sinclair, Dawkins compra il primo sassofono per 24 dollari e comincia ad esercitarsi al Washington Park, per ovvii motivi di quiete pubblica. Dopo una settimana si iscrive alla scuola dell'AACM che non lascerà più diventandone egli stesso uno degli insegnanti più acclamati e riconosciuti (ha ricevuto numerosi premi per la migliore docenza all'Università di Stato di Chicago). Nel '78 in pieno fermento creativo forma il suo primo gruppo, i New Horizons Ensemble, con i quali propone tuttora una miscela di jazz, bebop, swing e avanguardia. Dawkins, apprezzato anche per le doti di compositore impegnato, ha lavorato con una miriade di eccellenti musicisti come Lester Bowie, Anthony Braxton, Muhal Richard Abrams e Ramsey Lewis. Nel '98 dà vita all' AESOP quartet con alcuni musicisti di grido di Chicago: Fareed Haque, chitarrista virtuoso e compositore a suo agio anche nella musica classica (incide per BlueNote e ha suonato sin da giovanissimo con Ron Carter, Tony Williams, Dizzy Gillespie, Dave Holland, Joe Zawinul); Hamid Drake, "perhaps the city's most exciting percussionist" , precursore di quella che oggi viene comunemente definita worldmusic e partner di Fred Anderson (sassofonista tra i fondatori della AACM), Pharoah Sanders, Don Cherry e soprattutto di Peter Brotzmann; Rollo Radford, già con Dinah Washington, Freddy King, Elvin Jones e bassista della Sun Ra Arkestra. Aperto alle nuove sonorità urbane (Dawkins è solito sostenere che l'avanguardia non è un'esclusiva dei soli jazzofili), l'AESOP si caratterizza per l'impatto propulsivo, assoli incandescenti padroneggiati con destrezza, free jazz e hip bop dalle radici ben piantate nel blues e nella soul, in pura tradizione Great Black Music: "mi piace lavorare con i giovani per rappresentare l'esperienza culturale, in modo particolare l'esperienza culturale degli Afro-americani a Chicago".
jazzafterjazz
Micatone (D)
Breakbeat jazz
Lisa Bassenge, voce
Boris Meinhold, tastiere, suoni, chitarra
Paul Kleber, basso
Tim Kroker, batteria
Lo stile di Micatone viene dal jazz ma comprende anche i suoni breakbeat moderni, con uno sguardo rivolto ai tempi in cui si "scrivevano" canzoni. E'un gruppo nato a Berlino. All'inizio del 1999, dopo anni di programmazione al computer, nasce l'idea di formare un "vero" gruppo, nel quale le interazioni tra i musicisti fossero tanto importanti quanto l'uso di campionatori e sequencers. Micatone sviluppa cosi la propria speciale via di creare musica dal vivo con campionatori ed elementi elettronici. Girando per l'intera Germania e suonando alla loro serata ricorrente al "Kurvenstar" di Berlino, le canzoni del gruppo si sono evolute ed è diventato sempre più chiaro che una "vera" batteria ed un basso elettrico erano dei componenti indispensabili per ricreare il "vero" suono della band sul palco. Sonorità da big bands degli anni '40 incontrano esplosioni sonore digitali, quartetti d'archi incontrano suoni elettronici, chitarre, drum'n'bass e bossa nova: una miscela raffinata e dinamica impreziosita da una voce che ricorda una certa Holiday. Il loro primo EP viene pubblicato nell'estate del 2000 e riceve una calorosa accoglienza dalla scena dei club. Nascono nuove canzoni e con esse anche l'idea di fare un album. Esce quindi "Nine songs" che amalgama le qualità di scrittura della musica dei musicisti con una produzione che utilizza campionatori e computer. Ed il primo brano dell'album, con la collaborazione del vibrafonista David Friedman - importante musicista della scena jazz contemporanea - mostra chiaramente quali siano le radici di questo gruppo.
Per saperne di più: http://www.sonarkollektiv.com
dj Orange (CH, Living Room)
Soul, funk, broken beats jazz
DJ Orange comincia la sua attività di dj e animatore radiofonico a Ginevra nel 1991. Nel 1992 diventa uno dei dj residenti del MAD di Ginevra, fino al 1994. Nel 1996 rientra in Ticino ed inizia una collaborazione con Rete 3, per la quale presenta e propone diversi programmi di approndimento musicale in ambiti diversi, dalla musica world (Exotica) alla musica black (Blackbeat), passando attraverso la musica dance (Nouvelle vague) senza dimenticare il rock (Abbey Road), fino al suo attuale programma "Erezioni Musicali", giunto al terzo anno di esistenza. Dal 1998 si esibisce principalmente e regolarmente anche al Living Room di Lugano-Massagno, diventandone uno dei dj residenti, con diverse serate residenziali (Jazz Room nel 1999-2000, Living Jazz nel 2000-2001 e Plug it! dall'autunno del 2001) all'interno delle quali propone le sonorità maggiormente in voga nei principali club di musica elettronica e jazz europei. Sempre nel 2001 torna regolarmente ad esibirsi a Ginevra, al club "Celliers de Villereuse".
________________________
Venerdì 1.2.2002, 20.30
magazzino 6, stazione ffs
Marc Ribot - chitarra "solo"
Il sogno pallido del cavaliere elettrico
Ricordate le atmosfere melanconiche, scarnificate e rugginose, tipicamente dauntaun, del film cult Down by Law (Daunbailò) di Jim Jarmush, che ha rivelato al pubblico americano un geniale "I scream for an ice-cream" Roberto Benigni ? Molto merito è da iscrivere alla "sei corde" in puro stile No wave / Knitting Factory di Marc Ribot. Nato a Newark, New Jersey, nel 1954, Ribot si avvicina alla musica grazie al chitarrista e compositore d'origine haitiana Frantz Casseus (al quale renderà omaggio con un album di sue composizioni nel'93). Nel '78 si trasferisce a New Jork, dove inizia a lavorare come sideman del leggendario cantante soul Wilson Pickett e di altri musicisti (l'organista Jack Mc Duff, Chuck Berry, Carla e Rufus Thomas). Nel '84 subentra a Arto Lindsay nei Lounge Lizards di Evan & John Lurie, con cui rimarrà per cinque anni e diverse inesauribili tournée. Suona con Elvis Costello ("Spike", "Mighty like a Rose", "Kojak Variety"), ma soprattutto con Tom Waits, diventandone l'alter ego alla chitarra per album indimenticabili che lo renderanno celebre: "Rain Dogs", "Franks Wild Years", "Big Time" fino al più recente "Mule Variations". Dal '89, entra in contatto con l'avanguardia newyorkese registrando e suonando con Elliot Sharp, Arto Lindsay, Jazz Passangers. Nel '92 forma i Rootless Cosmopolitans, cui partecipa Don Byron, poi gli Shrek. Incide con il gotha della musica d'autore: Marianne Faithfull, Laurie Anderson, Caetano Veloso, Marisa Monte, Allen Ginsberg, accompagnandolo nei suoi ultimi readings, e John Zorn ("Cynical, Histerical Tour", "Kristallnacht"), che lo elegge suo chitarrista preferito e gli affida la riedizione dei suoi 35 studi per solo chitarra "The Book of Heads". Con gli amici Antony Coleman, Brad Jones e Ed Rodriguez dei Jazz Passengers dà vita al gruppo Los Cubanos Postizos, per una rilettura autoironica e bislacca del repertorio dei classici cubani. In solo ha registrato l'album "Dont'blame me" e l'ultimo fulgido "Saints", ispirato a pezzi di Albert Ayler, John Lurie e John Zorn; un album di pura poesia tra virtuosismi low budget e "non luoghi" musicali (scarti, distorsioni, rumori) che verrà presentato a Chiasso. Per saperne di più: http://www.marcribot.com .
Mal Waldron Quartet
E Billie disse: what a gentleman !
Mal Waldron, piano
Sean Bergin, sassofono
Arien Gorter, contrabbasso
John Betsch, batteria
Mal Waldron, pianista americano, a settantacinque anni compiuti fa parte a pieno titolo di quella pleiade ormai ristretta di musicisti che ha fatto la storia del jazz dal dopoguerra ad oggi. Nato a New York il 16 agosto 1925 dopo gli studi in musica classica (e il diploma in composizione) si volge ben presto al jazz, suonando e incidendo in album entrati nella leggenda e con jazz's royalties come Charles Mingus ("Pithecanthropus Erectus"), John Coltrane ("Dakar", "Cattin with Coltrane and Quinichette", "Wheelin'and Dealin'"), Eric Dolphy ("The Quest", "At The Five Spot vol.1 and vol. 2"), Max Roach ("Percussion Bitter Sweet"), Jackie Mc Lean, ecc. Nei tardi anni'50 con il suo trio ("Mal 3 sounds") spinge i limiti dell'hard-bop dell'epoca, in un percorso musicale proteso verso il raggiungimento di una propria lingua melodica. Con l'immancabile cigarillo, il suo stile pianistico, influenzato da Monk, è immediato quanto essenziale, vitalistico e percussivo e con una grande padronanza armonica. Waldron viene ricordato come uno degli ultimi pianisti ad aver accompagnato la voce screziata e splendida di Billie Holiday ('58-'59), alla quale dedica un intenso "Blues for Lady Day". Di lui Billie aveva una grande stima, sia come uomo che come musicista. Ce lo ricorda in un'intervista un altro suo celebre partner in duetti d'antologia che durano da più di vent'anni, il sassofonista soprano Steve Lacy: " Mi piace suonare con lui perché mi fa suonare bene. Ma devi sapere che lui fa suonare bene tutti. Ha fatto suonare bene anche Billie Holiday. Lei lo amava. E anche Eric Dolphy e migliaia di persone con le quali ha suonato lo amavano perché rendeva buono il loro suono. Anche lui suona bene, sa cavare dal piano un suono magnifico e ha il proprio stile, il proprio timbro e una vasta conoscenza della struttura, dell'armonia, del ritmo, del tempo e dello spazio. Insomma, è un partner ideale. Ideale". Dopo una crisi nervosa e un anno d'inattività , nel '65 si trasferisce in Europa, prima a Parigi e poi a München, suonando spesso con musicisti europei. Oltre alla Holiday, Waldron ha accompagnato altre voci femminili come Tiziana Ghiglioni (qualcuno forse ricorderà il magico concerto all'ACP di Balerna dieci anni fa'), Abbey Lincoln e la compianta Jeanne Lee. Waldron è anche uno dei compositori più attenti e sensibili, autore di standards come "Left Alone" (per la Holiday), "Soul Eyes" (reso celebre da Coltrane), "Fire Waltz" (per Dolphy) e autore di colonne sonore per i film "The Cool world" e "Tre camere a Manhattan" di Carné. A Chiasso viene con una formazione eccezionale, ben rodata e composta dal "vecchio" partner sin dai tempi di "Mal, dance and Soul", il batterista John Betsch, grande strumentista che ha suonato con Archie Shepp, Abbey Lincoln, Dollar Brand, Marion Brown, Steve Lacy; il contrabbassista olandese Arien Gorter (presente nel celebre "The 8th of july 1969" manifesto free di Gunter Hampel e ammirato l'anno scorso nel collettivo di Willem Breuker) e il potente sassofonista sudafricano, ma da tempo in Olanda, Sean Bergin, tra i musicisti più interessanti attualmente in circolazione e partner anche in duo di Waldron.
jazzafterjazz
Jessica Lauren 4 (UK)
Freewheeling jazz
Jessica Lauren, tastiere
Andy Kremer, basso
David Gallagher, percussioni
Paul Gunter, percussioni
Jessica Lauren fonde atmosfere eteree con preziose elaborazioni elettroniche senza lasciarsi rinchiudere dai clichés che vengono spesso associati al genere. Prende così nuovo corpo il vero spirito dell'improvvisazione jazz. Dopo un apprendistato di 7 anni su piano jazz e contrabbasso, Jessica Lauren si fa trovare pronta al momento dell'esplosione del movimento acid jazz ispirato agli anni '70. Il suo stile zeppo di blues ed il suo amore di lunga data per soul, jazz, funk e musica afro-americana le permettono di inserirsi a meraviglia in questa scena musicale, dove si impone velocemente. Lei era una abituée del Jazz Café di Camden, dove evolveva la nuova scena londinese e dove passavano le leggende della scena rare groove americana Grazie ai suoi primi dischi ha girato sulle scene di Gran Bretagna, Europa e Giappone, entrando in contatto con alcuni dei Dj's e dei musicisti più importanti dell'ambito. Nel '99 ha composto l'album "Film", da lei prodotto, e si è esibita nei principali festival della scena elettronica a Beirut, Londra, Roma, con progetti quali il Maiden Voyage e la Drum FM di Marquee Gilmore. Nel 2000 ha registrato e collaborato con Alex Attias, dj e produttore svizzero basato a Londra, con il dj/produttore Duncan Forbes e con Justin Morey sotto il nome di Love & Salt. Lo scorso anno è entrata a far parte del team della Lacerba Records, ha pubblicato vari singoli a suo nome e in partnership con altri musicisti e sta ora lavorando ad un nuovo progetto acustico/organico in vista delle esibizioni dal vivo di quest'anno.
Per saperne di più: http://www.melt2000.com
dj Tweak (CH)
Jazz & broken beats
Tweak è un progetto musicale di Cyril Boehler che collega suoni tradizionali e suoni moderni, per creare una musica decisamente proiettata nel futuro. Dotato di un grande background musicale, Cyril Boehler sta dimostrando tutto il suo talento ad un nuovo pubblico da un paio d'anni a questa parte nella sua nuova reincarnazione, TWEAK appunto. Le sue pubblicazioni su vinile sono un elegante mix di strumenti tradizionali ed elettronici, come il primo album "Hybrid organics", composto nella sua astronave elettronica che vede la collaborazione di musicisti diversi come il jazzista Robert Morgenthaler al corno delle alpi, il cantante Pete Penicka, molto noto oltre gottardo per il suo rhythm & blues cantato in dialetto svizzero tedesco con il gruppo Bligg & Lexx. Cyril Boehler si esibisce spesso e volentieri anche come DJ, suonando sia le proprie produzioni che quelle dei suoi amici. La sua attività comprende anche la realizzazione di colonne sonore per film, uno dei suoi primi campi di interesse, visto anche il diploma in questa ambito ottenuto al prestigioso Berklee College of Music di Boston.
Per saperne di più: http://www.straightheadrec.com.
_________________________
Sabato 2.2.2002, 20.30
magazzino 6, stazione ffs
Mèta Quartet
Un mutante dall'anima libera, una band dove tutto può succedere
Antonello Salis, pianoforte, fisarmonica, percussioni e voce
Sandro Satta, sassofono contralto, flauto, voce
Riccardo Lay, contrabbasso, percussioni e voce
Massimo Manzi, batteria e voce
"Una all stars nostrana con il più geniale dei musicisti italiani". Se non fosse per il tocco di provincialismo "involontario", sarebbe con un'affermazione del genere che si potrebbe iniziare a parlare di questo funambolico quartetto proveniente dalla Sardegna e unito da un affiatamento che dura da vent'anni (Salis, Satta e Lay). Il Mèta Quartet prende il nome dalla volontà di affermare l'aspirazione al cambiamento (dal greco antico mèta = cambiamento, trasformazione,…). Un rinnovamento continuo, che si traduce in una musicalità immediata e al contempo profonda, aperta alle sperimentazioni free e consapevole delle proprie radici mediterrane, senza compiacimento per la citazione o gusto dell'estetismo. Un jazz marcato da una forte intensità melodica e da furori informali, da climi rarefatti e arcani e da mille sfaccettature poetiche dove sembra aleggiare uno spirito ayleriano. Antonello Salis, in ragione di un genio insommesso che mal si presta a situazioni di comodo e che rifugge gli studi preferendo le registrazioni live, è sicuramente il musicista italiano più misconosciuto. Poliedrico, imprevedibile e innovativo; musicista per musicisti, ma soprattutto musicista totale - sa passare dal pianoforte alla fisarmonica con uguale coerenza e con una corporeità travolgente - vive la musica come passione estrema, sogno ad occhi aperti da condividere con musicisti e spettatori. Un mutante dall'anima libera. Dal '74 vive a Roma dove ha lavorato con molti big, tra cui Don Pullen, Anthony Braxton, Lester Bowie, Richard Galliano e Nana Vasconcelos. Il gruppo è inoltre composto dal compare (anche in duo) Sandro Satta, sassofonista colemaniano ad alto voltaggio dal suono rotondo ed energico (che ha suonato con Lester Bowie, Don Cherry, Don Pullen, Steve Grossman, Gary Bartz, Billy Cobham, Paolo Fresu) e da una ritmica impeccabile: l'apprezzato bassista Riccardo Lay e il batterista romano Massimo Manzi. Tra le ultime meta-morfosi, l'elettrizzante e acclamata esibizione con il chitarrista Pat Metheny.
Renaud Garcia-Fons Quintet "Navigatore"
È giunto il tempo di sciogliere le vele
Renaud Garcia-Fons, contrabbasso a cinque corde
Jean Louis Matinier, fisarmonica
Bruno Sansalone, clarinetto
Antonio "Kiko" Ruiz, chitarra
Negrito Trasante, batteria e percussioni
"È giunto il tempo di sciogliere le vele". Sono queste parole, dalla Seconda lettera di San Paolo a Timoteo, che ci vengono evocate dall'ascolto di Garcia-Fons, artista che si sta rivelando, ormai da alcuni anni, come uno dei musicisti più completi sulla scena europea: contrabbassista per vocazione, interprete virtuoso, compositore dalle idee chiare, leader di ensemble multiculturali, accompagnatore di grandi voci. Nato nel '62 nei dintorni di Parigi, Garcia-Fons, d'origine franco-spagnola, si avvicina alla musica da bambino, piano e chitarra, per poi passare al contrabbasso verso i 16 anni. Parallelamente alla frequentazione del Conservatorio (dove riceve diversi premi), studia con il leggendario maestro siriano François Rabbath, che ne amplia gli orizzonti tecnici e stilistici. Cresciuto in un ambiente musicale, dove il contrabbasso viene considerato uno strumento d'accompagnamento, Garcia-Fons ha ben presto l'idea di aggiungergli una quinta corda, per svilupparne le potenzialità espressive e farne uno strumento a parte intera (da antologia, le sue esibizioni in solo ai festival di Berlino e alla Knitting Factory di New York che porteranno alcuni a chiamarlo "il Paganini del contrabbasso"). Il suo stile raffinato, poetico, orchestrale, contraddistinto da un'alta padronanza sia del pizzicato che dell'archetto, ne fa uno degli interpreti più ricercati. Le sue collaborazioni eccellenti spaziano dal jazz (Orchestre de Contrebasses, Michel Godard, Don Pullen, Dino Saluzzi, Michel Portal, Gianluigi Trovesi), alla musica andalusa (Pedro Soler, Carlos Nunez, Vicente Pradal, Carmen Linares) e orientale (Kutsi Erguner, Rabih Abou-Khalil, Cheb Mami). Gli ultimi progetti "Oriental bass" e "Navigatore", con i quali si impone al largo pubblico, sono dei viaggi musicali lungo le sponde di un Mediterraneo dell'anima. A bordo, un equipaggio di provetti musicisti, tra i quali spicca, per la voce melodiosa e sensuale, la fisarmonica di Jean-Louis Matinier, suo partner nell' Orchestre Nationale de Jazz (dal 1990 al 1991) e in infuocati duo in giro per il mondo. Garcia-Fons: " J'ai revé d'une contrebasse , mi Tsigane - mi mauresque, voyageant de l'Inde à l'Andalousie, en passant par le nord et le sud de la Méditerranée. Pourtant, la contrebasse n'est ni un instrument traditionnel, ni un instrument oriental, mais dans l'étendue de ses sonorités et de ses modes, tant en pizzicato qu'à l'archet, il m'a semblé reconnaître comme des liens de fraternité avec certains instruments du monde oriental "
jazzafterjazz
Stade (CH)
Progressive jazz
Pierre Audétat, tastiere e elettronica
line-up da definire
Svizzero ma di origine egitto-americana , Pierre Audétat è nato a Losanna nel 1968. Suona il piano sin da ragazzino, prosegue gli studi alla Swiss Jazz School di Berna e poi all'EJMA di Losanna. Verso la fine degli anni'80 ha fatto parte degli Urgent Feel con i quali pubblica due album, "Power jazz" nel 1991 e "XL" nel 1992. Più tardi partecipa a diverse formazioni funk e jazz come Xavier And The Walk, il quartetto di Daniel Bourquin, il Montreux Swiss Jazz Movement. L'incontro con diversi djs lo porta ad interessarsi alla musica elettronica nel senso ampio del termine (rap, trip-hop, jungle) e collabora tra l'altro con i Sens Unik. Nel 1991 incontra il rapper Nya e dj Goo con i quali fonda Silent Majority, importante gruppo di rap strumentale che pubblica tre album ("La majorité silencieuse" nel 1994, "Curfew" nel 1995 e "Night bloomers" nel 1998). Con questa formazione si esibisce in Svizzera (Montreux, Nyon) ma anche a New York, Parigi, Rennes, Dakar. A partire dal 1994 fa anche parte di Piano Seven , ensemble di sette pianisti fondato dal romando François Lindemann. Il suo progetto solista, sotto lo pseudonimo Stade, nasce nel 1995. Pubblicazioni discografiche e esibizioni live tra l'altro al Blue Note di Londra. Audétat ha pure scritto colonne sonore, ha collaborato con il videasta Pierre-Yves Bourgeaud e con il trombettista Niels Petter Molvear al Festival di Cully del 2000.
Per saperne di più: http://www.synchrovisionrec.com
djs Pipo & Spruzzi (CH, Mono Records)
Jazz funk, latin, brasil, afro, nu beats
Pipo & Spruzzi è un duo di dj tra i più quotati a Zurigo, ma non solo, in ambito jazz-soul-funk. Mono Records è la loro etichetta discografica, ma è pure il loro negozio frequentato regolarmente dai dj più trend della scena jazz elettronica di passaggio a Zurigo. Pipo & Spruzzi è un binomio tra i più conosciuti ed apprezzati a Zurigo e dintorni. Entrambi collezionano dischi da oltre 20 anni. La loro attività come dj ha preso il via 12 anni fa e da allora hanno suonato nei maggiori club e festival elvetivi, dall'X-tra Limmathaus alla Kanzlei, dall'UG alla serata Cool Monday a Zurigo, passando per il Kuppel di Basilea, transitando attraverso i festival jazz di Cully e di Montreux. Insieme hanno fondato Mono Records, al tempo stesso un negozio e un'etichetta discografica. Il negozio è uno dei più importanti a livello svizzero per quanto riguarda la vendita di vinili ed è specializzato in jazz, funk, trip hop, nu jazz, hip hop, drum'n'bass e 2 step. Personaggi come Minus 8 o Alex Dallas ne sono clienti regolari, e con un po di fortuna può anche capitare di vedere i più famosi dj's della scena jazz europea di passaggio a Zurigo rovistare tra le centinaia di dischi in vinile. Attraverso l'etichetta hanno pubblicato diverse compilation tra cui "KPM Soundclash", "KPM Soundclash 2" e "Original swiss rare grooves". Hanno anche ripubblicato dischi come "Fully loaded" dei Magnum e "Straight up" degli Exit 9. Sotto lo pseudomino di Loungechic Productions hanno pure pubblicato due singoli, "Waiting for bob champion" e "Any questions ?", dimostrando tutta la loro versatilità e grande passione per la buona musica.
Per saperne di più: http://www.monorec.ch
_________________________
Inoltre:
"Scenografie videoart"
a cura della SUPSI-DAA di Lugano e di Patrizio Solcà e Donato De Blasi
"Jazz Dinner"
proposte culinarie dalle 18.30 alle 3.00 a cura della Cronoparty
"Design Bars"
"From Duke to Bird"
animazione a 78 giri a cura di Luigi Guglielmetti
informazioni
tel. 0041 (0) 695 08 37
fax. 0041 80) 695 08 49
entrata 25.-, club Rete Due e ridotti 20.-
mercoledì 30.1.2001 15.-
after 24.00 10.-
tessera festival 75.- 4 giorni
65.- 3 giorni
prevendite:
La Bottega del Pianoforte, Viale Cattaneo 19, Lugano tel. 091/ 922.91.41
Libreria Leggere, Corso San Gottardo 86, Chiasso tel. 091/ 683.10.05
By Pinguis, Via il Moro 15, Bellinzona tel. 091/ 825.36.56
Music City Soldini, Piazza Grande 9, Locarno tel. 091/ 756.00.00
Organizzazione:
Marco Galli, coordinamento generale, jazzunderjazz, testi
Peter Zemp, programma musicale, coordinamento
Paolo Keller - RSI, Rete Due, programma musicale, stagemaster
Nicoletta De Carli, amministrazione, coordinamento
Claudio Borella, programma e testi jazzafterjazz
Giuliano Cormano, coordinamento bar & dinner
Massimo Mazzi-Damotti - Michela Tallone, concezione grafica + immagine
Patrizio Solcà e Donato De Blasi, videoart
Matteo Cazzola, sito internet
Luigi Guglielmetti, animazione a 78 giri
Francesca Rossini, addetto stampa per l'Italia e-mail: francesca_rossini@libero.it