Galleria Galica
Milano
viale Bligny, 41
02 58430760 FAX 02 58434077
WEB
Why is there something rather than nothing?
dal 18/9/2008 al 14/11/2008
mart-ven 10-13/15-19, sabato 14-19 o su appuntamento

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Galleria Galica




 
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18/9/2008

Why is there something rather than nothing?

Galleria Galica, Milano

L'idea della mostra nasce dal noto interrogativo di Leibniz "Why is there something rather than nothing?". La citazione del filosofo permette di accomunare alcune delle tematiche affrontate da Ignasi Aballi, Becky Beasley e Stefan Bruggemann nei loro lavori, in cui si attua una riflessione sull'incompiuto, l'assenza, l'errore e il riutilizzo.


comunicato stampa

a cura di Filipa Ramos

L'idea della mostra nasce dal famoso interrogativo di Gottfried Leibniz “Why is there something rather than nothing?”. La citazione del filosofo tedesco ci permette di accomunare alcune delle tematiche affrontate da Ignasi Aballì (Barcellona, 1958), Becky Beasley (Portsmouth, 1975) e Stefan Brüggemann (Città del Messico, 1975) nei loro lavori, in cui si attua una riflessione sull'incompiuto, l'assenza, l'errore e il riutilizzo.

La mostra mira a rivelare la parte nascosta della creazione, accrescendo la consapevolezza che ciò che è importante non è rintracciabile solo nel visibile, ma nelle premesse che sottendono al risultato finale.
Quando Ignasi Aballì crea il suo lavoro 'Mal Gastar' (con il doppio significato di 'gastar': guastare e spendere), una dozzina di secchi di pittura inutilizzati sul pavimento, indaga l'atto del dipingere in una prospettiva nichilistica che attribuisce uguale importanza alla procedura artistica e al contenuto formale: la pittura è lì per essere usata e l'artista decide di non toccarla.
Lo stesso tema si ritrova nel concetto di nulla di Stefan Brüggemann e nelle sue installazioni al neon ‘Sometimes I think, Sometimes I don’t’. In entrambi i casi l'artista conferisce un ruolo maggiore al nulla, alla totale assenza di pensiero e azione rispetto alla produzione artistica.

Nel lavoro di Becky Beasley tutto sembra invece racchiuso nel contenuto, come se stessimo guardando un iceberg di cui percepiamo solo una parte della reale dimensione. Il titolo ci offre una chiave di lettura di ciò che l'oggetto o l'immagine vogliono esprimere, ma spesso è causa di frustrazione perché non c'è comunque modo di coglierne a pieno il significato intrinseco.
‘No Content’ afferma Brüggemann in uno dei suoi più famosi 'text pieces'. Ma se non c'è contenuto perché si sente il bisogno di esprimerlo? Ancora una volta perché c'è qualcosa piuttosto che niente? E perché Aballì ci mostra tutti i suoi errori, le sue carte accartocciate contenenti idee non realizzabili, gli schema sbagliati o semplicemente qualcosa che non dovrebbe mostrarci?
The Gift/Dead Air di Becky Beasley si basa sul presupposto che il sacchetto di carta fotografato contenga qualcosa, ma in realtà non sappiamo se sia veramente così o sia vuoto. Inoltre se il collezionista acquisisce il dittico Dead Air con l'intenzione di regalarne una parte, il lavoro si scinde in due opere singole intitolate The Gift e Dead Air cessa di esistere (e' complicato quanto l'atto di donare o di ricevere...). Citando ancora una volta Leibniz, viviamo nel migliore di tutti i mondi, anche se imperfetto e incomprensibile, ma questo è esattamente ciò che ci fa andare avanti e che da' senso al presente...qualcosa piuttosto che niente.

Inaugurazione 19 settembre ore 18-22

Galleria Galica
viale Bligny 41, 20136 Milano
Orario martedì-venerdì 10-13/15-19, sabato 14-19 o su appuntamento

Apertura straordinaria in occasione di START
sabato 20 settembre ore 11-22, domenica 21 ore 11-19
ingresso libero

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