Orientalismi. Ognuna delle 25 opere esposte, in prevalenza raffinati collages su carta ma anche due grandi oli su tela, propone scorci di un oriente spoglio e metafisico, restituendo l'essenza di luoghi che a lungo hanno fatto da sfondo alla vita del pittore.
Presentazione di Enrico Mascelloni
Il ricavato dell'eventuale vendita delle opere esposte sarà parzialmente devoluto al FAI - Fondo per l'Ambiente Italiano
In “Orientalismi”, la mostra che presenta la produzione più recente di Franco de Courten, tutto porta all'oriente. Ognuna delle venticinque opere esposte, in prevalenza raffinati collages su carta ma anche due grandi oli su tela, propone scorci di un oriente spoglio e metafisico, restituendo l'essenza di luoghi che a lungo hanno fatto da sfondo alla vita del pittore. Legata all'oriente è anche la singolare carriera del critico che presenta la mostra, Enrico Mascelloni, in viaggio per sei mesi l'anno attraverso Asia e Africa alla ricerca di nuovi fenomeni artistici da far conoscere in Europa e negli Stati Uniti. Osservatore attento di ogni forma di contaminazione tra arte d'oriente e d'occidente, Mascelloni ravvisa nell'opera di de Courten uno degli esempi più interessanti di un nuovo orientalismo proposto da alcuni artisti occidentali di valore.
“Mentre in Asia e altrove furoreggia l'occidentalismo, cioè l'ansia di adeguarsi in fretta al vento estetico (e di mercato) che tira in occidente, si parla poco di un nuovo orientalismo che riguarda invece alcuni artisti occidentali di valore”. Così esordisce Enrico Mascelloni presentando Orientalismi, ultima mostra di Franco de Courten, singolare figura di pittore-viaggiatore nelle cui opere si può leggere, come in pochi altri artisti, le potenzialità e l'attualità dell'orientalismo del nuovo millennio, raffinata tendenza che dimostra come l'Orient eternel abbia qui da noi continuato a lavorare a fondo persino nei linguaggi che ne sembravano più al riparo.
Benché i numerosi critici che hanno analizzato l'opera di de Courten l'abbiano con sicurezza collocata nell'ambito della tradizione astratta internazionale, nel corso degli anni le griglie astratte dei suoi dipinti hanno fatto lentamente affiorare il loro segreto, quello di un vedutismo di fine millennio fatto dei sedimenti delle innumerevoli immagini intrappolate da una memoria vorace nel corso di una vita in cui il viaggio è stato, insieme all'arte, l'esperienza saliente. “Fino al '98 ho fatto due mestieri, il pittore e il diplomatico. Li ho amati entrambi moltissimo e mi sono ingegnato a farli coesistere in modo che l'uno non intralciasse l'altro. Mi pare anche di esserci riuscito. Direi che si sono persino create delle interferenze positive. La pittura è stata l'efficace espediente psicologico che mi ha permesso di affrontare con serenità le situazioni delicate, spesso drammatiche connesse al mio ruolo di diplomatico. Gli anni della guerra civile in Angola, o quelli algerini, quando il terrorismo islamista seminava il panico tra i civili. E' anche vero però che quella vita di viaggi ha regalato alla mia pittura uno straordinario bagaglio di informazioni ed emozioni visive. In verità la carriera diplomatica ha fatto di me un moderno pittore del Grand Tour”.
Nella mostra organizzata da Emanuele Pantanella e Letizia Signorini il ritorno all'oriente segna in maniera esplicita tutte le opere: due grandi oli su tela e una ventina di carte i cui elementi di riconoscimento sono, come sempre nell'opera di de Courten, la sapienza cromatica e l'uso elegante del collage. Dai fogli di vecchi manoscritti usati come fascinoso supporto emerge un oriente metafisico, indagato attraverso scorci insoliti, disertato di ogni presenza, sprofondato in un tempo del tutto incerto, un oriente che è l'essenza di tutti i paesaggi d'oriente amorevolmente percorsi e scrutati nel corso di una vita che nell'oriente ha avuto il suo scenario privilegiato.
Ufficio Stampa: Scarlett Matassi - 347/0418110 - scarlett.matassi@virgilio.it - info@scarlettmatassi.com
Inaugurazione mercoledì 19 novembre dalle ore 19.00
Vetrina
Via della Vetrina 4 - Roma
Orario di visita dal martedì al venerdì ore 17.00 -19.30, sabato ore 11.00-13.00, in altri orari per appuntamento
Ingresso libero