RAM radioartemobile
Roma
via Conte Verde, 15
06 44704249 FAX
WEB
Camere #7
dal 27/11/2008 al 30/1/2009
martedi' - sabato 16.30-19.30

Segnalato da

RAM - radioartemobile




 
calendario eventi  :: 




27/11/2008

Camere #7

RAM radioartemobile, Roma

Sentieri di leggerezza e promesse piumate. Opere di Maria Thereza Alves, Gulsun Karamustafa e Cesare Pietroiusti. "Promettere significa essere convinti del proprio impegno.(...) Eppure e' raro sentire qualcuno che dice apertamente: 'Prometto'. Questa e' la bellezza della promessa. Essa e' leggera e di piuma, e si vergogna di essere nominata." dal testo di Michael Taussig che accompagna la mostra.


comunicato stampa

---english below

Maria Thereza Alves | Gülsün Karamustafa | Cesare Pietroiusti
con il testo Lightness and Feathery Promises di Michael Taussig

Maria Thereza Alves
Landscape with Still Life...Romania, Mexico and Somalia

Gülsün Karamustafa
Words of Power for Healing. Nordic Phantasies

Cesare Pietroiusti
500 Future Artworks

"Leggerezza e promesse di piuma" di Michael Taussig: Promettere è tutto fuorché una cosa leggera. Promettere significa essere convinti del proprio impegno. Quando prometto la mia parola e il mio corpo sono impegnati. Il mio buon nome anche. Eppure, paragonate alla legge, le promesse sembrano molto personali, leggere come piuma. Gran parte della legge si basa sul contratto. Ma che cosa è un contratto senza una promessa? Perché la promessa è il lato umano del contratto, il senso di certezza che viene quando gli occhi di due persone s’incontrano e ci si stringe la mano. La promessa è il lato morbido del contratto, la parte che non può essere espressa a parole e firmata sotto il sigillo dello Stato. Senza questo lato morbido il contratto non funziona bene e in molti casi non funziona affatto.
Intorno al 1900 il fondatore della sociologia, Emile Durkheim, alludeva all’elemento “non contrattuale del contratto”. Questo è l’elemento senza il quale un contratto non è in grado di funzionare, un elemento difficilmente definibile. Potremmo chiamarlo di piuma e leggero. Marcel Mauss e Henri Hubert, giovani colleghi di Durkheim, volevano studiare il contratto e iniziarono con una ricerca sull’antico diritto Romano, ma presto si impelagarono nello studio del dono come principio di base implicito nelle società non mercantili. Il contratto presuppone il dono e il dono è l’espressione cristallizzata dell’elemento non-contrattuale del contratto. Il dono è di piuma e leggero eppure è più duro e ostico del più rigido contratto. Mauss pensava che il dono acquisisse una personalità propria, indipendente dalle persone che si scambiano doni. A suo dire era come se il dono avesse uno spirito che pretendeva che esso venisse restituito o che qualche altra cosa fosse restituita al suo posto. Oggi in inglese abbiamo un’espressione: “what goes round, comes around” (ciò che è tondo ritorna su se stesso). Questa saggezza popolare è poesia cosmica, un‘eco dello spirito del dono. La promessa è una variante del dono e appartiene alla stessa famiglia. La promessa è data per scontata in tutto quello che permette a una società di funzionare. Per questa ragione i politici promettono sempre. Sfruttano la promessa. Essi erodono la fiducia in base alla quale tutti noi operiamo. Per questo i politici parlano sempre di corruzione, per erodere la promessa con il pretesto di salvarla, fingendo di restituirle purezza. Eppure è raro sentire qualcuno che dice apertamente: “Prometto”. Questa è la bellezza della promessa. Essa è leggera e di piuma, e si vergogna di essere nominata. Kafka direbbe così, ne sono certo. Forse le persone dicono di promettere quando giurano qualcosa, quando, ad esempio, ci si sposa o quando si ottiene una cittadinanza. Più spesso uno dice semplicemente qualcosa come: “Lo farò”. La promessa è implicita, non esplicita, e quando è esplicita sembra quasi magica, come una preghiera o una cosa sacra. Evoca modi di essere straordinari, altri, che servono a garantire le nostre abitudini più ordinarie. E’ per questo che non si può esprimere la promessa in parole come in un contratto. Essa implica la nozione che fondamentalmente ci dobbiamo lealtà l’uno all’altro, non solo a qualcuno in particolare, ma a tutte le creature di Dio, che esse siano, per esempio, immigrati o italiani autoctoni. Questa è la ragione per cui le promesse sono leggere e di piuma – come piccoli angeli.

Inaugurazione, venerdì 28 novembre 2008, dalle ore 19.00

Tavola Rotonda – Unpredictable Paths: 20 dicembre 2008, alle ore 18

RAM – radioartemobile
Roma, Via Conte Verde 15
ORARI
da martedì a sabato, dalle 16.30 alle 19.30
Ingresso gratuito

---english

Camere #7
Paths of lightness and feathery promises

Maria Thereza Alves | Gülsün Karamustafa | Cesare Pietroiusti
with the text Lightness and Feathery Promises by Michael Taussig

Maria Thereza Alves
Landscape with Still Life...Romania, Mexico and Somalia

Gülsün Karamustafa
Words of Power for Healing
Nordic Phantasies

Cesare Pietroiusti
500 Future Artworks

(…) it is rare to hear someone say outright “I promise.” That is the beauty of the promise. It is light and feathery and is shy of being put into words. Kafka would put it like that, I am sure. Maybe people say they promise when they vow something, like getting married or becoming a naturalized citizen. More commonly a person simply says something like, “I will do that.” The promise is implied, not explicit, and when it is explicit it seems almost magical, like a prayer or holy. It invokes other, extra-ordinary, modes of being, so as to ensure our more ordinary modes. That is why it cannot be put into words as in a contract. It invokes the notion that in some fundamental way we owe loyalty to each other, not just to a particular person, but to all God’s creatures whether they be, for example, immigrants or native born Italians. This is why promises are light and feathery—like little angels. Michael Taussig

CAMERE is a project by RAM radioartemobile that since 2005 has become one of the principal events of the gallery's artistic program. According to its curatorial plan, three leading artists are invited for each edition, to jointly occupy the gallery's space, each having at his disposal a personal “room”.
Each room is meant to be both a place for an intense assertion of individuality and a tool for a necessary dialogue and cohabitation.
The project Camere promotes the respect of diversity – in the sense of that ensemble of peculiar characteristics essential to individuation – as well as the value of dialogue between different stances regarding language, thought and form. Each room is subject to the influences of the adjacent rooms; in traversing the rooms, viewers establish links and create relations, shunning any possible solipsism.
The past editions: Camere #1, december 2005-february 2006 (Sol LeWitt, Jannis Kounellis, Franz West); Camere #2, may-july 2006 (Getulio Alviani, Carla Accardi, Lawrence Weiner); Camere #3, february-april 2007 (Dan Graham, Gert Robijns, Donatella Spaziani); Camere #4, july-september 2007 (Giovanni Anselmo, Domenico Bianchi, Gunther Forg); Camere #5, december 2007-february 2008 (Luigi Ontani, Vettor Pisani, Emilio Prini); Camere #6, may–july 2008 (Jimmie Durham, Luca Maria Patella, ManfreDu Schu).

Opening, Friday November 28, 2008 – 7pm

Round Table – Unpredictable Paths: December 20, 2008 – 6pm

RAM – radioartemobile
Rome, Via Conte Verde 15
OPENING HOURS
Tuesday-Saturday, 4.30 pm – 7.30pm. Free entry

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