Bruno Lucca si avvicina all'immagine pittorica manipolando gli elementi che la compongono - olio di lino, tessuto e pastello - e ne osserva il divenire. Per questa mostra Daniele Monarca ha invece selezionato tre serie di quadri, tre soggetti differenti, estrapolandone dei campioni.
In vivo con riferimento a esperimenti, a osservazioni, che avvengono in un organismo o su cellule
viventi. In vitro con riferimento a processo biologico, che avviene in provetta, eseguito in
laboratorio.
La definizione che un qualsiasi dizionario da del titolo di questa mostra ne svela anche il contenuto
e la natura: due artisti, Bruno Lucca e Daniele Monarca, presentano alla galleria Weber &
Weber di Torino il loro recente lavoro; sono entrambi pittori, vivono a Vicenza, sono amici e
condividono da diversi anni lo stesso studio, tuttavia le similitudini si fermano qui: il loro approccio
all’arte, la pratica pittorica, gli esiti formali e poetici della loro ricerca sono invece molto diversi, se
non opposti.
Bruno Lucca - alla sua quarta mostra alla galleria Weber & Weber - presenta una nuova serie di
quadri per i quali riprende la tecnica (olio di lino steso puro su tessuti colorati) che ha sviluppato
negli anni recenti e che ormai domina con sapienza e precisione millimetrica ma approfondendone
ancora i metodi per portarla a un nuovo livello di elaborazione.
Lucca dipinge dei fiori con la cura e la competenza di un illustratore botanico del XIX secolo, Calle,
Iris, Tulipani - ad un occhio esperto i profili risultano immediatamente riconoscibili; traccia i
contorni dei fiori con tratti sicuri e morbidi di pastello bianco sul tessuto colorato, blu, bordeaux,
grigio, sul quale ha steso l’olio di lino puro. Una volta essiccato, l’olio - che ha imbevuto la tela -
cristallizza trasformando la stoffa in una superficie che assorbe e riflette la luce in un modo del
tutto particolare, ne muta la consistenza modificandone, si potrebbe dire a livello cellulare, la
trama.
L’artista sceglie però, con un’attentissima calibrazione, di far risaltare delle zone evitando
semplicemente di dipingerle; questi brevi tratti di tessuto non trattato creano delle isole di luce e di
calore che si aprono spandendosi nel cuore dell’immagine: macchie luminescenti che si schiudono
alla vista con un sorprendente effetto di contrazione.
Bruno Lucca si avvicina all’immagine manipolando con estremo rispetto e sensibilità gli elementi
che la compongono - olio di lino, tessuto e pastello - e ne osserva il divenire senza forzarne gli
esiti, come uno sperimentatore che cerca in vivo, dentro alla materia vivente, partecipando
all’evento che esamina senza violenza e presunzione, le risposte alle proprie domande.
Di segno molto diverso è il lavoro presentato da Daniele Monarca: tutti i quadri hanno lo stesso
formato - 50x50 cm, una misura standard - e tutti fanno parte di un più esteso progetto composto
da dieci serie di quadri, ognuna di queste composta a sua volta di dieci pezzi.
Per questa mostra Monarca ha selezionato tre serie, tre soggetti differenti estrapolandone dei
campioni; i quadri di ogni serie, per quanto formalmente e tecnicamente diversi (olio su faesite,
ricamo su straccio o vernice e acrilico su MDF) condividono tutti un identico approccio operativo:
due elementi, ma di natura opposta, sono immessi nell’immagine trovandosi così a confliggere.
L’artista osserva lo svolgersi di quest’urto come un biologo osserva, nel chiuso del suo laboratorio,
dei campioni svilupparsi in vitro: la morbida trama di un segno ricamato che si dipana tra le
macchie di uno straccio, oppure i cerchi bianchi che si celano in informi nuvole di pigmento bianco
o le campiture di colore diligentemente dipinte e altrettanto diligentemente (ostinatamente?
ossessivamente?) asportate e, nel conflitto generato da questi segni contrastanti, cercare, con
sguardo forse freddo ma comunque impassibile, una possibile forma di necessità e bellezza.
Ecco quindi che se Lucca opera con partecipazione e dolcezza su di una materia pittorica che
germina e muta e vive sotto le sue stesse dita, Monarca sceglie di osservare i suoi piccoli ma
furiosi combattimenti nel chiuso delle sue strutture standard, delle sue numerazioni: un addetto in
camice bianco che classifica e compila i risultati di una batteria test.
Weber & Weber
Via S. Tommaso, 7 - Torino
Da martedì a sabato, 16.00-19.30
ingresso libero