Olii, pastelli e incisioni 2006 - 2009. La rassegna, curata da Giuseppe Appella, illustra i piu' recenti sviluppi dell'attivita' dell'artista, noto anche per le preziose ed originali prove nel campo della tecnica incisoria.
a cura di Giuseppe Appella
Da sabato 7 marzo la pittura di Francesco Parisi nella galleria di Fabrizio Russo. La rassegna, curata da Giuseppe Appella, illustra i più recenti sviluppi dell’attività pittorica dell’artista, noto anche per le preziose ed originali prove nel campo della tecnica incisoria, dove eccelle a livello internazionale. Negli olii e nei pastelli eseguiti nel triennio 2006 – 2009 Parisi prosegue quel colto percorso di meditazione e rilettura dell’arte tardoromantica simbolista, specialmente di area centroeuropea, che ne ha evidenziato, sin dagli esordi, le doti di autentico anticonformismo.
Tra gli artisti della sua generazione, Francesco Parisi, nato a Roma nel 1972, è uno dei pochi a procedere ignorando i modelli culturali dominanti. La sua vicenda artistica è quella di uno spirito incline ad andare contro il comune pensare. E’ così dai tempi dell’Accademia, quando, unico del suo corso, decide di dedicarsi a tempo pieno alla più ostica ed elitaria delle tecniche incisorie: la xilografia. Un’arte della quale il tempo aveva sepolto i segreti, che rimandava ad un mondo perduto: quello di Cambellotti, De Carolis, Morbiducci, Osimo, Attilio Giuliani e Italo Zetti, maestri inseguiti attraverso un’attività di ricerca condotta non solo nelle biblioteche e nelle librerie antiquarie, ma anche andando a bussare alla porta di figli e nipoti per chiedere una testimonianza o la possibilità di essere ammesso a vedere quel che rimaneva degli ambienti in cui i suoi modelli avevano vissuto e lavorato. Così procedendo, Parisi si è ritrovato ad essere, alle soglie dei quaranta anni, uno dei maestri della xilografia italiana, un incisore di fama internazionale le cui opere sono entrate nelle raccolte della Bibliothèque Nationale de France, Département des estampes et de la photographie, Paris, del Royal Museum of Fine Arts, Antwerp e del British Museum, departments of prints and drawings, London.
Chi segue nel dettaglio gli sviluppi delle varie discipline artistiche nel mondo contemporaneo sa bene che oggi la pratica dell’incisione e, nell’ambito di questa, della xilografia, è una scelta di rottura e anticonformismo autentici. Parisi spiega divertito che il bello di praticare una disciplina della massima difficoltà ma tagliata fuori dalle mode e dal grande mercato è la libertà di poter fare ricerca in ogni direzione, senza condizionamenti di sorta. In quel territorio ignorato dai grandi mercanti, l’artista romano si è potuto permettere il lusso di un sorprendente neodecadentismo, che ne fa un diverso tra i diversi.
E siccome alla libertà ci si abitua, anche quando torna a vestire i panni del pittore il suo lavoro procede in assoluta autonomia, indifferente alla tirannia delle tendenze.
E’ appunto il caso della mostra proposta da Fabrizio Russo: una serie di olii e pastelli - molti di grandi dimensioni, alcuni in forma di dittico o trittico – che tradiscono la matrice tutta letteraria dell’arte di Parisi, nutrita da tante e approfondite letture.
In una casa che potrebbe essere quella di uno Sperelli o di un Des Esseintes, l’artista vive e lavora circondato da una cospicua collezione di volumi rari e opere grafiche realizzate tra fine Ottocento e primi Novecento. Che incida o dipinga; che coltivi la sua passione per la letteratura come accanito lettore o componendo libri a mano in preziose edizioni private con tirature mai superiori alle dieci copie, i suoi interessi culturali si concentrano sulle tematiche del dionisismo e del mito come veicolo per accedere alla piena conoscenza di sé, in un viaggio verso i territori incerti ed oscuri della psiche.
Ognuna delle opere esposte rappresenta una tappa di questo percorso. Come è evidente nel simbolismo apertamente dichiarato dei nudi o in quello più insinuante e sottile di certi arcani paesaggi che Giuseppe Appella pone al centro della rassegna: sintesi formali o tagli d’immagine di luoghi reali trasportati dalla contemporaneità a una dimensione al di fuori del tempo. Campidoglio, Circo Massimo, Villa Torlonia e Augusteo, diventano, con Villa Borghese, Foro Italico, Villa Pamphili e le rappresentazioni della Valle di Grottarossa, luoghi del mito.
Anche nella produzione pittorica, Parisi utilizza l’assoluta padronanza delle tecniche per superare l’apparenza della realtà e portare alla luce quegli elementi panici e ancestrali della vita che sono al centro della sua ricerca.
Lo studio incessante dell’arte simbolista, con particolare riferimento alle Secessioni italiane e tedesche, portano l’artista a sperimentare e recuperare, come già per la xilo, tecniche e metodologie largamente in disuso. E’ il caso del pastello a secco, proposto nella tradizionale versione su carta ma anche in una inedita e innovativa versione su tela che consente di realizzare pastelli di dimensioni insolitamente grandi.
Un grande poeta dei nostri giorni, Valentino Zeichen, scrive di Francesco Parisi: “ Gli occhi dotati di senso della prospettiva vedono nella distanza oltrepassata come un terzo occhio dove altri appena intravedono niente”.
inaugurazione sabato 7 marzo dalle ore 18
Galleria Fabrizio Russo
via Alibert, 20 - Roma
orario di visita: lunedì 16.30-19.30; dal martedì al sabato 10.00-13.00 16.30-19.30
Chiuso domenica e festivi
ingresso libero