Fondazione Emilio e Annabianca Vedova
Venezia
Dorsoduro, 46 calle dello Squero (Antichi Magazzini del Sale alle Zattere)
041 5226626, 041 7795503 FAX 041 5201960
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Fondazione Emilio e Annabianca Vedova
dal 2/6/2009 al 2/11/2009
martedi' - domenica 11.30 -18.30

Segnalato da

Studio Systema




 
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2/6/2009

Fondazione Emilio e Annabianca Vedova

Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, Venezia

Pittura, spazio, movimento, energia: ai Magazzini del Sale il pubblico entra in contatto con un'idea, un'azione espositiva, nata durante gli incontri tra Vedova e Renzo Piano, frequenti sin dagli anni '80. Grazie ad un sofisticato ed innovativo dispositivo robotizzato, le opere di Vedova vengono prelevate dal loro "deposito" in fondo al Magazzino e lentamente presentate, una per una. Le tele sono alternate secondo cicli seguendo percorsi diversi che nel tempo consentono di conoscere l'intero lavoro dell'artista. Germano Celant e' il curatore artistico e scientifico.


comunicato stampa

Nasce a Venezia, nel nome di Emilio Vedova, un nuovo luogo dell’arte. La Fondazione Emilio e Annabianca Vedova ha realizzato l’innovativo progetto di Renzo Piano per lo spazio espositivo che, studiato con Germano Celant, Curatore Artistico e Scientifico della Fondazione, sarà inaugurato mercoledì 3 giugno 2009 negli antichi Magazzini del Sale alle Zattere.

Lo ha annunciato oggi il Presidente della Fondazione, Alfredo Bianchini, nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta nello storico Studio del Maestro. “La leggerezza è una virtù.” Con questa citazione da Calvino è iniziato il suo intervento in cui ha ricordato come anche per Renzo Piano il tema della leggerezza sia fondamentale nel fare architettura. “Nell’immaginare lo spazio di Vedova nel Magazzino del Sale – ha proseguito - Renzo Piano ha applicato in modo paradigmatico questo principio che governa la sua architettura: non ha toccato le volte, non ha toccato i solidi muri del gigantesco ‘salone’, eppure lo spazio risulta immaterialmente riempito da una sottile, modernissima, machina leonardesca che strappa le opere di Vedova alla fissità dei muri in un rimbalzo infinito di chiaroscuri.”

All’incontro hanno preso parte anche il Curatore Artistico e Scientifico della Fondazione, Germano Celant, il Direttore, Fabrizio Gazzarri e il Sindaco di Venezia, Massimo Cacciari.

Pittura, spazio, movimento, energia: ai Magazzini del Sale il pubblico verrà in contatto con un’idea, un’azione espositiva del tutto nuova, nata durante gli incontri tra Vedova e Renzo Piano, frequenti sin dagli anni ’80. “In tutte queste chiacchierate, c'era sempre l'idea – ricorda Renzo Piano - che quel luogo, un po’ magico, quella caverna, quell’imponente Magazzino poteva diventare un giorno la casa per le sue opere. L'ha sempre immaginato anche se non ne abbiamo parlato molto ed era ovvio che non si trattava di mettere le opere come si fa normalmente… L’idea era nell'aria e non dimentichiamo che i Magazzini sono stretti e lunghi per cui era sensato immaginare che laggiù sul fondo e un po’ nascosto nella penombra ci fosse il magazzino e da questo, come per magia, venissero le opere che dovevano apparire secondo una certa sequenza. Da lì l'idea della mobilità, per cui non è lo spettatore che va all'opera ma è l'opera che va allo spettatore”.

Infatti, grazie ad un sofisticato ed innovativo dispositivo robotizzato unico nella sua concezione e realizzato da Metalsistem, le opere vengono prelevate dal loro “deposito” in fondo al Magazzino e lentamente presentate, una per una. Sospese ad una navetta dotata di bracci mobili e orientabili scendono lungo le antiche capriate e raggiungono la loro postazione, dominando lo spazio, a differenti altezze, all’interno di un campo di luce. Il visitatore avvicina i quadri percorrendo un lungo piano inclinato in legno che evoca il ponte di una nave. Le opere ritornano poi nel loro deposito per lasciare il passo ad un’altra serie. Le tele verranno alternate secondo cicli che nel tempo consentiranno al pubblico di conoscere, seguendo percorsi diversi, l’intero lavoro di Vedova, con la possibilità anche del confronto con altri autori ed con altri progetti espositivi.

“Se ben ricordo – racconta Germano Celant – tutte le volte che visitavo lo studio ed Emilio voleva mostrarmi nuovi quadri, mi faceva sedere, andava in una stanza vicina e lentamente tirava fuori i dipinti che disponeva sulla parete per essere visti. A volta i dipinti si accumulavano uno sull’altro, con un effetto di sovrapposizione spettacolare. Di fatto il progetto ricostruisce questo rituale, quasi personale ed intimo, portandolo alla scala del pubblico, soltanto che ora i quadri sono mostrati uno di seguito all’altro, senza interferenze tra loro, come in studio. Vivono un movimento, che è parimenti spettacolare, quasi che le nuove mani di Emilio, senza alcuno sforzo, li portassero in scena.”

Il Magazzino è il luogo dove l’architetto ed il pittore si incontrano. Secondo le parole di Massimo Cacciari “lo spazio di Piano ‘ascolta’ l’idea del Continuum di Vedova. Nessun oggetto da ‘contemplare’ separatamente. Ogni opera è elemento imprescindibile dell’insieme e deve essere compresa percorrendo con la mente e col corpo lo spazio che l’architettura crea.”

Il progetto rispetta l’originario carattere del Magazzino - messo a disposizione della Fondazione dal Comune di Venezia - lungo più di sessanta metri e largo nove, con le pareti in mattoni interrotte da poderosi contrafforti e lo scheletro ligneo della copertura, mentre lo spazio viene “invaso” dalla presenza dinamica dei quadri: “… le mie non sono creazioni – diceva Vedova – ma terremoti, i miei non sono quadri, ma respiri…”.

Si tratta di un progetto che porta a conclusione la storia di un legame che viene da lontano. Infatti ricorda il Presidente Bianchini, Vedova “alle Zattere volle abitare e vi ha abitato per cinquant’anni con Annabianca. Ora vi ritorna con la sua opera nel grande Magazzino del Sale, per continuare da qui il suo rapporto dialettico col mondo.” I Magazzini o Saloni del Sale, come anche lui li chiamava, sono presenti nella vita del Maestro sin dalle sue prime esperienze espressive. Tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70 vi tenne per qualche tempo il suo studio; li difese appassionatamente dalla volontà di trasformarli in una piscina; nel 1984 uno dei Magazzini fu una delle sedi della grande mostra antologica che Venezia gli dedicò.

Alla realizzazione del progetto hanno contribuito Maurizio Milan come coordinatore della parte ingegneristica e Alessandro Traldi come coprogettista.

Giunge così a compimento la prima fase dell’attività della Fondazione Emilio e Annabianca Vedova che, costituita per volontà del Maestro stesso ha in questi anni svolto un lavoro di studio e valorizzazione della sua opera, coordinato dal Direttore Fabrizio Gazzarri, anche attraverso importanti mostre a Roma, Venezia e Berlino.
Venezia, 29 aprile 2009

Immagine: Emilio Vedova - Al lavoro ai Dischi, Venezia 1985. Foto Paolo Mussat Sartor

Ufficio stampa: Studio Systema - stampa.vedova@studiosystema.it - +39 0415201959 - fax +39 0415201960
Stampa Italiana Adriana Vianello +39 349 0081276; Stampa Estera Alessandra Santerini +39 335 6853767

Conferenza stampa Martedì 2 giugno ore 11.30 su invito
Vernice stampa dalle 13.00 alle 16.30
Inaugurazione 3 giugno ore 11.30 su invito

Fondazione Emilio e Annabianca Vedova c/o Antichi Magazzini del Sale alle Zattere
Dorsoduro, 46 calle dello Squero - Venezia

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