L'ora sospesa. Un ciclo di opere realizzate a partire dal 2005 e che trovano in questa mostra il loro compimento, creando diverse sequenze di immagini che attraverso la luce trasmettono un loro linguaggio semantico.
a cura di Roberto Borghi
Lo spazio unico nel suo genere riporta alla luce uno dei luoghi più suggestivi della
città la chiesa settecentesca del complesso dello Spedal Grande degli Umiliati
dalla caratteristica volta ad ombrello.
Di questo antico complesso restano attualmente solo alcune parti prettamente
settecentesche e corrisponde all’antico reparto donne sito nella parte centrale
di via Treviso.
In questa chiesa aveva sede anche la confraternita di Sant’Antonio e Biagio istituita
da Papa Gregorio XIII con bolla del I febbraio 1585.
Sabrina raffaghello arte contemporanea con l’inaugurazione di sr contemporary
district che si va ad aggiungere a sr office e a sr project room di via pontida,
luogo deputato alle istallazioni e alle proposte giovani, inaugura una stagione
ove la fotografia, da anni scelta primaria della galleria, si affiancherà al concetto
innovativo di contemporaneità esteso a tutte le sperimentazioni artistiche al limite
con il design, il fashion, il cinema e l’editoria.
Evento d’apertura la personale di OCCHIOMAGICO “ L’ora sospesa” a cura
di Roberto Borghi.
E’ un ciclo di opere che OCCHIOMAGICO ha iniziato a realizzare nel 2005 e qui
chiude il su percorso creando diverse sequenze di immagini che attraverso la
luce trasmettono un loro linguaggio semantico .
Secondo il testo introduttivo di Roberto Borghi, il curatore della mostra,
OCCHIOMAGICO si è forse trovato nella medesima situazione del protagonista di
un “Racconto in sogno” nel quale Yves Bonnefoy immagina “l’artista dell’ultimo
giorno”. “Il mondo è sul punto di finire perché l’insieme delle immagini prodotte
dall’umanità sta per superare il numero delle creature viventi. L’artista dell’ultimo
giorno si trova a dover scegliere tra la possibilità di costruire attraverso le sue
creazioni un altro mondo, una dimensione del tutto iconica all’interno della quale
rifugiarsi, abbandonando del tutto la realtà, oppure di ‘spegnere ogni fonte di
luce”, di condurre ogni idioma al perfetto silenzio, lasciando in tal modo che il
reale sopravviva. OCCHIOMAGICO ha deciso di eludere questa alternativa e di
percorrere una via diversa da quelle tracciate. Ha creato opere taciturne ma
tutt’altro che azzittite, immagini che narrano una storia per frammenti, con un
tono quasi oracolare. Attraverso quel racconto, composto per lo più di simboli e
saturo di enigmi, ha cercato di fare in modo che la realtà sopravviva senza fare a
meno dell’arte”.
“L’ora sospesa” , si struttura attorno a quattro dimensioni:
1)Il silenzio
inteso come pulizia, essenzialità, rifiuto della ridondanza che caratterizza l’universo della
comunicazione. In termini visivi, questa accezione del silenzio prende forma attraverso
l’uso del bianco e nero (con una netta prevalenza del bianco) e all’evocazione di
un’atmosfera del tutto rarefatta. In una precedente serie di lavori, intitolata “Talking about
…”, Occhiomagico ha tentato di esprimere la babele iconica del presente e in qualche
modo di catturarla, di afferrarne il carattere mutevole e indifferenziato. “L’ora sospesa”
nasce in parte dal fallimento di questo tentativo, ma soprattutto dal bisogno di sottrarsi
al flusso di immagini sovraccariche, eloquenti e persino verbose che ha invaso la nostra
quotidianità. Occhiomagico però non cerca il silenzio come fine, ma come mezzo: come
sfondo per narrare un racconto più coinciso e più efficace, che si svolge attraverso l’uso
di simboli.
2)I simboli
sono sempre stati presenti nel lavoro di Occhiomagico, in modo più o meno diretto. Nel
caso de “L’ora sospesa” entrano in gioco in maniera esplicita. Nelle opere che
compongono il ciclo ci troviamo di fronte a sagome di serpenti composte da pietre,
occhi dalle superfici specchianti, conchiglie montate in strutture che si richiamano a
obelischi, e poi labirinti, stelle, carte da gioco, scale … Si tratta di un’iconografia simbolica
che si ricollega al pensiero ermetico, a quella tradizione in senso lato “esoterica” che
caratterizza avanguardie storiche come il Surrealismo, ma anche la ricerca di molti
esponenti della seconda avanguardia. Occhiomagico ha sempre coniugato il suo
personale surrealismo (e persino la sua tensione all’esoterismo) con uno sguardo curioso
sul presente, colto nei suoi aspetti apparentemente più effimeri, come la moda e il design.
Nel lavori che compongono “L’ora sospesa” il presente (il richiamo all’attualità) sembra
essersi eclissato, oppure (più probabilmente) essersi depurato di orpelli ed essersi reso a
suo modo eterno.
3) La sospensione del tempo
è il fulcro della più recente ricerca di Occhiomagico. “Come quando si sogna, che
sembra di essere in un universo parallelo … Come stare in un paese che non c’è.” La
sospensione, nelle parole dell’artista, è necessaria per “stare davanti al mistero del tempo,
non contare le ore. Essere proiettati verso il centro delle cose”. Si tratta di un’evidente
tensione metafisica che, nelle opere, prende forma attraverso il sabotaggio del consueto
ordine cronologico. La maggior parte dei lavori che compongono “L’ora sospesa” è
infatti realizzata sovrapponendo vari fotogrammi scattati in diversi momenti del giorno,
così da creare un tempo irrealistico e sostanzialmente immobile.
4) Il paesaggio
“io”, afferma Occhiomagico,”lo subisco: esso è inevitabilmente presente e prima o poi
finisce dentro un fotogramma”. Nelle opere più recenti de “L’ora sospesa”, il paesaggio
è quasi il protagonista assoluto dell’immagine. Si tratta di squarci di cielo colti all’alba, o
in momenti particolarmente suggestivi del giorno. “Salire fino al cielo per vedere oltre le
nuvole, oppure: stare sulle nuvole.” Il paesaggio (gli effetti di luce che si riverberano al
suo interno) sembra una dimensione in cui cogliere il tempo in un momento di sospensione
spontanea, non indotta da operazioni di sabotaggio iconico. Guardando queste foto,
Occhiomagico afferma con tono scherzoso che “il suo lavoro si sta pericolosamente
avvicinando a Dio”: e se non stesse scherzando?
special project
INFINITO RELATIVO
Infinito relativo è un progetto di un libro d’atista in edizione limitata
con interventi manuali su fotografie originali.
l’opera rappresenta un viaggio attraverso una simbologia destrutturata
tendente all’infinito del se’ medesimo,organizzata attraverso il numero
8.
Otto le edizioni otto le tavole che lo compongono.
Protagonistiedelle immagini figure metaforiche a rapersentazione di
una simbologia escatologica .
Un anomalo equilibrita, un oracolo che fornisce solo responsi
menzogneri, tre donne che sul tema dantesco : “tre donne son venute
...” incontrano l’artista incarnando in sequenza l’impossibilità,l’odio e
il disequilibrio.
L’antidoto aqueste tre controvirtù è l’esercizio del pensiero visivo
attuabile solo attraverso l’esegesi compoposita dell’artista.
Inaugurazione 30 maggio 2009
SR contemporary district
via Treviso, 17 - Alessandria
Ingresso libero