Sampietrini. L'artista riesce a mutare la componente materica, trasformando la superficie delle pietre fino a farle diventare simili a bolle liquide viniliche e modificando l'acqua fino a renderla simile ad un fregio metallico.
Icone riconosciute della città di Roma, i sampietrini fanno ormai parte della vita quotidiana di ogni romano e da questo rapporto Giovanni Liberatore tra spunto per sviluppare il suo nuovo lavoro di astrazione.
In Sampietrini è evidente la vicinanza dell’autore al messaggio surrealista di Breton, secondo cui uno dei fini poetici dell’opera d’arte è la ricerca di quella “realtà soprasensibile, invisibilmente visibile in un eterno mistero”. Troviamo di frequente questo aspetto nei suoi lavori: sono le orme lasciate dai passanti sulla sabbia del litorale romano a diventare bassorilievi di visi di uomini ed animali come in Antropomorphisme s/r mer, oppure i mulinelli del Tevere a creare vortici marmorei spaventosi come in Vorteo, ed ancora le onde del mare sul bagnasciuga di una comunissima spiaggia a creare un gioco sensuale ed erotico fino al lavoro, premiato nella XI edizione del MassenzioArte (Via de’Baullari), dove è il selciato romano a riflettere la luce del sole avvolgendo le figure dei passanti per portarle in una dimensione onirica e poetica.
Sampietrini è un lavoro equilibrato dove l’estetica della luce e la sensorialità della materia sono dosate in egual misura.
Il tratto estetico nasce da un contrasto, che non è solo di natura tecnica (nei bianchi e nei neri molto accentuati): è un equilibrio dinamico tra aspetti complementari, come quello creato dallo Yin e Yang. Pietre ed acqua si completano in giochi di luce ed ombre sempre diversi: è ora l’acqua tra i selci nerissimi a possedere una luce interna, e poi i selci ad essere corpi lucenti immerse in un mare oscuro come la pece. Ma è l’aspetto sensoriale che ancora una volta colpisce; Giovanni Liberatore riesce a mutare la componente più “materica”, trasformando la superficie delle pietre fino a farle diventare simili a bolle liquide “viniliche” e modificando l’acqua fino a renderla simile ad un fregio metallico.
(Maurizio Chelucci - Direttore per la Fotografia Spazi MassenzioArte)
Giovanni Liberatore nasce a Roma nel 1969, dove vive e lavora. Nella sua ricerca artistica, che utilizza il mezzo fotografico, viene prediletta l’astrazione, ottenuta spesso mettendo in evidenza il carattere ambiguo ed “antropomorfo” delle forme ritratte. E’ inoltre l’estetica della forma ed un utilizzo “fisico” della materia a dare alle immagini di Liberatore una peculiarità evocativa e pittorica. Ha ottenuto numerosi riconoscimenti nazionali ed internazionali tra cui Vincitore del “XI concorso internazionale di arte contemporanea MassenzioArte2007”, Finalista nel “VIII Premio Biennale di Arte Contemporanea Torre Strozzi 2007” e nel “III concorso di arte contemporanea Premio Celeste2006” Ha esposto in diverse occasioni, nell'ambito di personali e di manifestazioni collettive. Sue opere fanno parte di collezioni private e risultano pubblicate su libri e riviste.
Inaugurazione 18 giugno ore 18
Galleria MassenzioArte
via del Commercio 12, Roma
Orari: lun - ven 16-19 (dom. e festivi chiuso)
ingresso libero