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Espoarte Anno 12 Numero 72 agosto-settembre 2011



Fabrizio Plessi

Elena Baldelli

Arrivederci (?) video. 
Finalmente mi sono preso una vacanza



Contemporary Art magazine


SOMMARIO N. 72

New Media Art #5 a cura di Chiara Canali

Gremlins # 4 a cura di Mattia Zappile

Esercizi di Stile # 4 a cura di Luisa Castellini

Pensieri Albini # 5 a cura di Alberto Zanchetta

INTERVIEW

Fabrizio Plessi
intervista di Elena Baldelli
Tabaimo intervista di Viviana Siviero

Mario De Biasi intervista di Luisa Castellini

GIOVANI

Matteo Cremonesi di Matteo Galbiati
Sergio Padovani di Viviana Siviero


TALKIN’

Federico Diaz di Viviana Siviero
Artur Barrio di Ginevra Bria
Anastasia Khoroshilova di Susanna Sara Mandice
Shady El Noshokaty di Chiara Canali
Koen Vanmechelen di Viviana Siviero
Adel Abidin di Igor Zanti
Yi Zhou di Viviana Siviero

PREVIEW

Anish Kapoor – Rotonda della Besana, Milano, Fabbrica del Vapore, Milano di Rosa Carnevale

The future of a promise – Magazzini del Sale, Venezia intervista a Stephen Stapleton di Francesca Di Giorgio

Vanessa Beecroft, Performance VB70 – VB Marmi, Galleria Lia Rumma, Milano
 di Rosa Carnevale

Premio Faenza, 57a edizione, Concorso Internazionale della Ceramica d'Arte Contemporanea, MIC, Faenza di Elena Baldelli
Luigi Ontani. Rossinaria, Centro arti Visive Pescheria, Pesaro di Michela Falzone
Christian Boltanski. Sans fin, Fondazione Volume!, Roma di Michela Di Stefano
Davide Nido/Robert Pan. Trame riflesse, Scuola dei Mercanti | Campo Madonna dell'Orto, Venezia di Igor Zanti
Tra. Edge of Becoming, Palazzo fortuny (Museo), Venezia di Rosa Carnevale
Anselm Kiefer. Salt of the Earth, Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, Venezia di Elena Baldelli
Alfabeta 2 è un'altra cosa... Riflessi dell'arte italiana, Casinò di Venezia, Palazzo Vendramin Calergi, Venezia di Ginevra Bria
The Emergence of the Pop Imagist, Scuola dei Mercanti | Campo Madonna sull'Orto, Venezia di Igor Zanti
ArtVerona 2011, Padiglioni 6/7, Quartiere fieristico di Verona di Francesca Di Giorgio
Matrigna. Gabriele Arruzzo, Vanni Cuoghi, Giuliano Sale, Silvia Argiolas, Galleria San Salvatore, Modena di Francesca Di Giorgio
Mirco Marchelli. Meno Mare, Galleria ghetta, Ortisei di Francesca di Giorgio

RUBRICHE 

No man’s land, La Parola come scultura sonora, il teatro come installazione: Ascanio Celestini o della magia del genio, intervista ad Ascanio Celestini a cura di Viviana Siviero

Rapture, A Venezia, la moda... a cura di Sonia Vigo

Dossier Luoghi/Spazi, Lisson Gallery Milan, intervista a Annette Hofmann a cura di Francesca Di Giorgio
Artrip, Arte a bordo. Le magiche atmosfere di Costa Favolosa, intervista a Nicola Salvatore a cura di Livia Savorelli

Progetti&Dintorni, Rada, intervista a Marzia migliora di Marta Casati. Pino Pascali. Ritorno a Venezia, intervista a Giusy Caroppo di Francesca di Giorgio. Glasstress (Palazzo Cavalli Franchetti, Venezia), intervista ad Adriano Berengo di Ginevra Bria. Future Pass. From Asia to the World, intervista a Felix Schöber di Igor Zanti. The heard & the un heard. Soundscape Taiwan di Francesca Di Giorgio. Adrian Paci. The Encounter di Francesca di Giorgio. Padiglione Tibet di Igor Zanti. Fountain Show di Chiara Serri.
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1)“Mari Verticali”, Dubai 2010
Louis Vuitton Trophy
video-installazione di 12 grandi strutture a forma di barca, alte 9 metri disposte in forma circolare, ognuna delle quali contiene 4 schermi al plasma, che rappresentano 12 mari del mondo
Courtesy Collezione Louis Vuitton

“Mari Verticali”, La Maddalena 2010
Louis Vuitton Trophy
videoinstallazione, 12 strutture in acciaio nero m 8.5, 48 monitors al plasma, sonoro, programma preregistrato e computerizzato
Courtesy Collezione Louis Vuitton

“L'enigma degli addii”, 2009, videoscultura
6 barche in legno, monitor, sonoro
Galleria Franchetti alla Ca’ d'Oro, Venezia. Esposizione personale con Bill Viola. Foto Claudio Franzini

Fabrizio Plessi e Venezia: un rapporto intimo e duraturo come solo può essere il legame con la terra. Come si suole dire… Con le radici ben piantate nel terreno.
Plessi le sue radici le ha insediate in un terreno instabile, mutevole, difficile da trattenere costruendo, mattone su mattone, la sua “biografia umida” fatta di continui scambi “con” e “oltre” l’elemento liquido in un fluire spontaneo di idee e progetti che hanno mantenuto, nel tempo, la limpidezza di un saldo principio pur nella molteplicità degli aspetti. L’opera dell’artista è acqua che scorre, concettualizzazione dell’immagine che rende tutte le materie plasmabili, oltrepassando ogni “percezione di logica cartesiana”, prima, attraverso accurati meccanismi di provocazione mentale, poi, tramite il mezzo-video, strumento fluido per eccellenza che si presenta costantemente in uno stato di indefinizione, nella fusione di tempo e spazio, fra ambiente e scena, azione e corpo, animato e inanimato, elementi di astrazione ed elementi di realismo. L’elettronica falsifica il naturalismo rendendo “il falso più vero del vero”, beffandosi del conformismo che, a torto, ha sempre considerato il mondo attraverso un principio di identità e non-contraddizione. Perché a volte gli opposti coincidono. Si con-fondono. Per tutta la sua carriera artistica Plessi ha progettato e disegnato nei minimi particolari le sue video installazioni. 
Fabrizio Plessi e il video: pur non essendo relegato nel concetto di video-artista.
Dopo quarant’anni la sua opera continua incessantemente a scorrere e varcare nuovi orizzonti… talvolta “oltre” il video… Una sorpresa per tutti che fa esclamare l’artista: «Finalmente mi sono preso una vacanza!».


Elena Baldelli: L’acqua, in primis, è l’elemento che ha dato il via a diverse sperimentazioni costruendo un intero percorso artistico sulla base del “paradosso idrico”. Come mai ha iniziato proprio dall’acqua?
Fabrizio Plessi: Essendo vissuto sempre a Venezia... questo è il mio alibi. L’acqua, non so perché, è sempre stata il motivo dominante della mia vita e del mio itinerario artistico e culturale. Disegnare a Venezia è diverso dal disegnare a Parigi o a Berlino. Tutto sul foglio di carta è fluido, elastico ed instabile.

Il televisore, lo schermo, il video sono sempre accostati ad altre strutture o a materiali cosiddetti “poveri” che, talvolta, raccontano la sostanza di un luogo, altre volte ricordano un passato legato alla tradizione della materia prima o alla tradizione spirituale… Con quali criteri vengono scelti questi elementi?
Sono sempre stato un grande, instancabile viaggiatore e, dai miei viaggi, riporto sempre a casa foto, disegni, appunti, oggetti che, rielaborati nel mio studio, diventeranno quelle videoinstallazioni progettuali che, poi, sono la cifra esatta del mio linguaggio.
Come un alchimista ho cercato di far convivere gli elementi dell’arte povera come il legno, il ferro, il carbone, la paglia, con il cangiante elettronico del video, un percorso a rischio, unico nel genere, che ha segnato in modo inconfondibile il mio percorso.

La progettazione grafica ha sempre accompagnato la produzione installativa, seguendola come un manuale di istruzioni formato da segni e parole… Che ruolo assume questa particolare fase del lavoro nel contesto del progetto totale?
Il mio lavoro è, in un certo senso, wagneriano. Assoluto e totale. È veramente la somma dei sensi, o meglio, l’attraversamento dei linguaggi. Tutto, però, parte da un’attenta e acuta progettazione grafica. Nei miei cassetti dormono quasi seimila progetti non ancora realizzati. Il lavoro di progettazione è così complesso, accurato e preciso che, a volte, diventa quasi superflua la sua realizzazione. Nella mia mente il progetto è così chiaro da essere già “consumato” visivamente.

Lei ha spesso collaborato con il teatro. Dalla commedia Vestire gli ignudi di Pirandello, ai mondiali di nuoto, da Romeo e Giulietta, a concerti e spettacoli di vario genere. Pur notando la diversità tra gli eventi… In quale modo interviene, solitamente, nella realizzazione di una scenografia? Riscontra delle differenze tra il lavoro di artista e il lavoro di scenografo?
La scenografia è parte integrante del mio lavoro. Caravaggio e Giotto sono scenografi di un impianto visivo. La teatralità fa parte del mio linguaggio e applicarla al teatro, per me, diventa inevitabile. Fare una scenografia non vuol dire mettere qualcosa dietro agli attori o ai ballerini: il mio lavoro è l’attraversamento in diagonale della drammaturgia dell’opera. Partecipare attivamente alla sua creatività. Esserne parte integrante. In Giulietta e Romeo diventa addirittura una “co-regia”. In Icarus, Titanic, Ex-Machina il mio apporto è stato il perno dell’intera trilogia.

Per il Padiglione Venezia ha deciso di moltiplicare i suoi Mari Verticali…
Avendo la grande occasione di essere invitato alla Biennale di Venezia, quest’anno per la dodicesima volta, ho pensato di esporre un’opera forte, intensa e straordinaria come Mari Verticali. Grandi elementi in acciaio nero nel cui interno si muovono rumorosamente gli oceani digitali di tutto il mondo. Un’opera corale e grandiosa che vuole essere una metafora della grande Madre Acqua.

Ci potrebbe fornire qualche impressione a caldo riguardo a questa Biennale di Venezia?
La Biennale di quest’anno è, come sempre, uno straordinario appuntamento con artisti, galleristi e collezionisti di tutto il mondo. Questo è l’aspetto più positivo. Sul piano puramente artistico, a parte qualche presenza, mi sembra che la curatrice sia stata perlopiù “latitante”. Come lo sono stati, a dire il vero, i curatori negli ultimi anni.

E il Padiglione Italia?
Non entro nel merito della mostra di Vittorio che, a mio avviso, rispecchia appieno il suo pensiero. Un poco come il Festival di Sanremo... Un’operazione nazional-popolare.

Ha iniziato ad usare la tecnologia quando cominciava ad imperversare il tubo catodico. Negli ultimi vent’anni il mondo è cambiato sostanzialmente e velocemente... Secondo lei, esiste una distanza di sicurezza che l’artista dovrebbe mantenere nel suo rapportarsi con le tecnologie?
L’artista non solo può usare gli strumenti che il proprio tempo gli mette a disposizione, ma ha l’obbligo di indagare su tutto ciò che può essere d’apporto al proprio lavoro. L’utilizzo delle nuove tecnologie è legato sempre all’uso che se ne fa. Ma attenzione! Se il nostro pensiero non dominasse le tecnologie, sarebbero le tecnologie a dominare noi... Non a caso ho insegnato per dieci anni Umanizzazione delle tecnologie alla Kunsthochschule di Colonia.

Quali progetti sta sviluppando in questo periodo che la vede, tra l’altro, impegnato in una mostra a Palma De Mallorca, secondo luogo di adozione, dopo Venezia?
In questi giorni, dopo aver creato Mari Verticali, per il Padiglione Venezia alla Biennale, dopo aver inaugurato una gigantesca videoinstallazione sulla facciata della nuova galleria Contini, sempre a Venezia, dopo aver fatto le scenografie digitali per L’Opera da tre soldi al Napoli Teatro Festival, ho inaugurato a Palma De Mallorca il nuovo Museo con un’opera colossale, Llaut Licht. Quattordici grandi imbarcazioni storiche ribaltate, sospese sopra un’abbagliante luce azzurra. Un lavoro nuovo e radicale che diventa un’inattesa sorpresa per tutti: dopo quarant’anni è la prima mostra di Plessi senza video. Finalmente mi sono preso una vacanza!!!

Fabrizio Plessi è nato nel 1940 a Reggio Emilia. Vive e lavora a Venezia e a Mallorca.

Selezione mostre personali recenti:
2011 - Water-Windows, Galleria Contini, Venezia
2010 - Traum, Stift Ossiach, Ossiach
- Llaüt licht, Galleria Mario Mauroner, Vienna
- Il lusso è lento, vetrine digitali per Luis Vuitton, Palma de Mallorca
- Lava, evento speciale per Vuitton, Teatro S. Carlo, Napoli
- Duecentonovanta secondi liquidi per il Florian [Piazza S. Marco], Venezia
- Mari verticali per Vuitton Trophy, La Maddalena, Antichi Arsenali, Venezia
- Mari Verticali nuova versione, Burj Al Khalifa Dubay, Dubay
2009 - L’anima dell’acqua con Bill Viola [Cà d’Oro], Venezia
- L’anima della pietra, evento collaterale della 53. Esposizione Internazionale d'Arte, Istituto di Scienze, Lettere ed Arti, Venezia
- Infinitum, Palazzo Fortuny, Venezia
- Water fall II°, Fondazione Peggy Guggenheim, Venezia
- Il lusso è lento, Vetrine digitali per Vuitton, Venezia
- Vestire gli ignudi, scenografie digitali, Pirandello, Teatro Goldoni, Venezia

Selezione mostre collettive recenti:
2010 - Fuoco, Palazzo Reale, Milano

Eventi in corso:
Fabrizio Plessi, Mari verticali
54. Esposizione Internazionale d'Arte - la Biennale di Venezia
Padiglione Venezia ai Giardini della Biennale
Commissario Madile Gambier | Curatore Renzo Dubbini
Fino al 27 novembre 2011

Plessi. Llaüt.Licht
La Lonja, Palma de Mallorca (Spagna)
Fino al 2 novembre 2011

Galleria di riferimento:
Contini Art Gallery, Venezia