Inventario Anno 2 Numero 5 settembre-dicembre 2012
Attratti ancora oggi dalla magia e dal calore di una piccola fiamma in cima a un’asta di cera, continuiamo in questi nostri anni Duemila a riflettere, immaginare e rappresentare, e poi progettare,sperimentare e sognare di nuovo candele.
Sì, un soggetto privilegiato di sempre emozionanti, a volte commoventi e altre dirompenti opere d’arte. Sì, un oggetto d’indagine progettuale frequentemente praticato, tra candele ripensate e altre suggerite per allusione, tra humour, sofismi e invenzioni pure; ma anche candelieri che con intelligenza e curiosità rileggono materiali e forme nuove per poter trasformare la candela stessa “in un’altra cosa”.
Tutto, sempre, riflettendo sul valore anche simbolico di questo oggetto che continua a emettere energia, quella di una luce calda, puntuale e controllata, compagna ideale di momenti privati e raccolti, e di tutti gli altri istanti in cui pur andando avanti sentiamo il bisogno di voltarci indietro, pur progredendo abbiamo la necessità di non dimenticarci da dove veniamo: quel tempo, magico, in cui bastava una fiamma, fragile ma efficace, a scrivere – illuminandolo – lo spazio intorno al nostro corpo.
Still attracted today by the magic and warmth of a little flame at the top
of a wax pole, in the 21st century we go on reflecting, imagining and representing new candles, then designing, experimenting and dreaming about them.
Yes indeed, candles are a favourite subject for always thrilling, sometimes moving, otherwise disruptive artworks. And yes, they are a frequently practiced object of design investigation, between candles rethought and others suggested through allusion, humour, sophism or pure invention;
but also candlesticks that with intelligence and curiosity reinterpret materials and forms, transforming the candle “into something else”.
All of this, always, reflects on the also symbolic value of this object that continues to emit energy, the energy of a warm, precise, controlled light, the ideal companion for private and intimate moments, and all the other instants in which while moving forward we feel the need to look back, while advancing we have the necessity of not forgetting where we came from: that magical time in which a flame, fragile but effective, could suffice to write – and to illuminate – the space around our bodies.