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Next Exit Anno 10 Numero 98 settembre 2012



Mr Klevra

Arianna Pasquale

Dalla matematica ai muri in strada, l'ingegnere dall'anima d'artista ha portato l'Italia e la sua street art in Brasile



Creatività e lavoro


SOMMARIO N. 98

CREATIVI DIGITALI. 2 MILIONI DI EURO IN PIEMONTE

30.00O EURO LUCKY STRIKE DESIGN AWARD

650.000 EURO PER START UP DA ENEL LAB

REINVENTA LA SCARPA PER FERRAGAMO

MR KLEVRA
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I suoi disegni possono appassionare, far riflettere ma soprattutto stupire quando vengono realizzati su superfici di grandi dimensioni come per "Mural Italia Brasil". Parliamo di Mr. Klevra, artista romano invitato, insieme ad altri artisti, dall’ambasciata del Brasile in rappresentanza dell’Italia e della street art nostrana. Classe 1978, Mr. Klevra si divide tra i numeri, le formule matematiche e tutto ciò che comporta un lavoro da ingegnere, e l’arte. Una passione per il disegno che coltiva dall’infanzia. E da lì che provengono quelle creature fantastiche, a volte dai tratti di rettile, che riempiono le sue tele i suoi sketchbooks. Infatti tra i suoi ricordi emerge quella di un bambino che ricalcava immagini di dinosauri all’infinito, da un vecchio libro di storia naturale del New York Natural Museum (che ancora oggi custodisce gelosamente). Poi all’età di 16 anni incontra la street art: inizia a dipingere per strada come writer e, in seguito, inizia a coltivare l’urban art. Sempre continuando con la sua produzione di artista “classico”. La sua particolarità? Attrarre l’osservatore “con i mille dettagli, sfumature cromatiche, scritte nascoste e simboli di vario genere” passando dal modellismo alle più raffinate tecniche pittoriche (come l’iconografia bizantina), dall’aerografo alla customizzazione di auto e moto, fino alla progettazione grafica come freelance.

Da cosa nasce Mr Klevra?
Mr.Klevra nasce un po' per gioco, dopo aver visto il film “Slevin”. Il personaggio principale, dalla doppia identità, appare per tutto il film come un vero “Nerd” ma alla fine si rivela per quello che realmente è, colui che gestisce le fila di tutta la trama. Mi colpì così tanto questa figura dalla doppia personalità che decisi di prendere il suo cognome e di farlo mio.

Sei un ingegnere e un artista. Come convivono queste due anime?
Non è sempre facile cercare di trovare un equilibrio tra creatività, razionalità, logica e competenze tecniche per chi come me lavora per una multinazionale e deve sempre mantenere un certo profilo. Così mentre nel mio lavoro “ufficiale” cerco di utilizzare il mio lato creativo, e ciò permette spesso di ottenere risultati migliori, nel mio “fare” artistico è diverso. La logica nel momento creativo, invece, viene il più delle volte messa da parte: questo mi serve per sentirmi più libero di esprimermi secondo un senso personale, più profondo e sentito, che provo nel momento in cui dipingo o creo qualche cosa di mio. L'unico momento in cui forse applico la logica è nella prima fase di realizzazione di un’opera. Quando pianifico ogni fase nei minimi dettagli e ottimizzo i tempi di realizzazione al minimo. Essere da un lato un “artista” e dall’altro un “lavoratore” sono due aspetti apparentemente divisi in me, ma sono anche uno complementare all'altro. Se fossi solo un artista non mi sentirei completo. Analogamente, se fossi solo un ingegnere che lavora in ufficio non mi sentirei minimamente realizzato dal solo scopo di "fare carriera".

Sei più un artista “da strada” o “da galleria”?
Questa è una domanda che mi fanno di frequente. E spesso non so cosa rispondere: non ho mai pensato a una mia classificazione artistica. Da un lato c’è la galleria: uno spazio in cui l'artista arriva e propone opere di dimensioni limitate e quindi ti permette di lavorare in un senso di ristrettezza che la strada invece non ti impone. Nonostante ciò la considero, comunque, una dimensione affascinante e stimolante perché può permettermi di esprimere aspetti della mia creatività e l'uso di tecniche differenti da quelle che sviluppo per strada. La strada non è altro che una galleria a cielo aperto, può essere goduta e apprezzata da tutti. Quando vado ad attaccare un poster per strada non penso alle ore di lavoro o al costo dei materiali ma al risultato finale che lo spettatore deve cogliere. L'arte, da strada e da galleria, mi rende più completo e mi dà la possibilità di raggiungere ogni tipo di pubblico. Alla fine catalogare un’artista è solo un modo per imbrigliarlo in una etichetta inutile. Spero solo che chi vede le mie opere, che siano in una galleria o in strada, rimanga incuriosito. Che i miei lavori possano suscitare delle riflessioni e critiche su ciò che voglio trasmettere con ciò che faccio.

A cosa si ispirano le tue opere?
Le mie opere nascono spesso da dei semplici sketch che poi con il tempo sviluppo, sono frutto anche del mio stato d'animo e del messaggio che voglio veicolare in quel momento. Non mi ispiro direttamente a qualcosa di specifico, ma alla fine quando l'opera è finita mi rendo conto di tutte le contaminazioni che ho ricevuto, spesso frutto della mia vita quotidiana e che vengono poi rappresentate nei miei disegni. Gli artisti che mi ispirano e mi hanno ispirato nella mia vita sono molti e di scuole differenti, come Ivan Albright, Francis Bacon, Hieronymus Bosch, H.R. Giger, Todd Schorr, Alphonse Mucha. Per quanto riguarda l'iconografia, sviluppo spesso soggetti partendo dalle opere di Andrei Rublev, iconografo del 1300.

Ed ora, invece, ci sono uno o più artisti di riferimento?
Gli artisti viventi che più stimo oggi sono due: Ivan Albright che mi lascia letteralmente sbigottito per la complessità delle sue opere e per come ha sempre gestito il colore, trovo che sia un precursore del Popsurrealism. Ron English per la sua ecletticità, un artista che può permettersi di spaziare in ogni campo dalla street art alla tela, fino al toy.

Come si sono trasformati artisticamente, nel tempo, i dinosauri che ricalcavi da bambino?
Neanche a farlo apposta sto lavorando su una serie di immagini che ritraggono animali preistorici tutti rigorosamente dipinti solo matita e caffè, volevo dipingere utilizzando strumenti che avevo a portata di mano.

Come scegli i luoghi in cui dipingi?
I luoghi per le mie opere per strada sono frutto di passeggiate e ricerche accurate; mai un poster è messo in un punto a caso, spesso vado anche a vedere la stessa parete di giorno e di notte con varie luci. Non esiste il muro perfetto, è come dire quale è il tuo quadro preferito, ogni muro è vincolato al contesto che lo avvolge alla luce che gli da vita e che lo rende unico.

Cosa “contengono” le tue opere?
Contengono prima di tutto me e ciò che amo, ciò che mi ha influenzato, ma la cosa che più adoro è nascondere messaggi o citazioni in ogni opera. Per fare un esempio, nell'ultima mostra che ho fatto alla Dorothy Circus Gallery le opere erano 8 animali e la numerazione delle opere era il numero degli occhi degli stessi animali. Mi piace giocare con chi guarda le mie opere e ascoltare i commenti di chi le osserva, il mio scopo principale è creare curiosità.

Oggi tra i materiali che preferisci utilizzare c’è la carta velina. C’è una relazione tra le tecniche e le materie prime che man mano hai utilizzato nel tempo e quello che evochi attraverso i tuoi disegni?
Certo ogni superficie chiede di essere trattata con una tecnica e materiali diversi. C'è certamente una relazione sottile tra il supporto la tecnica e il soggetto, ma ultimamente sto iniziando a fondere più tecniche, ecco allora che sul poster in carta velina parto con un disegno, grandi campiture di massima a bomboletta per poi passare ai dettagli a pennello con acrilici e inchiostri aggiungendo alla fine tutti i dettagli con stencil e lettering.

E quanto sono cambiati i tuoi “soggetti”?
I soggetti si sono evoluti quasi autonomamente con il tempo. Ho abbandonato certi soggetti puramente grafici e ho sposato 3 tecniche, principalmente: l'iconografia, il surrealismo e l'illustrazione. Credo che un aspetto che mi distingue è la polivalenza dell'utilizzo di tecniche e stili diversi in funzione del soggetto che voglio rappresentare. I modelli nascono prevalentemente dai miei sketchbook e dagli appunti che prendo di continuo accanto ai disegni, a volte se sono a studio a dipingere e mi viene un'idea mi fermo e la blocco sulla carta anche scrivendo solo una parola o un concetto.

C’è un messaggio sociale che vuoi comunicare o un mondo che vuoi costruire attraverso le tue opere, quale?
Mi piace nascondere sempre un messaggio o un pensiero in ogni opera. Il mio sogno è far sì che l'osservatore, che passa per caso, possa farsi una propria idea di ciò che sta osservando. E proprio per questo motivo spesso nascondo frasi che possono portare l' individuo a riflettere e soprattutto a crearsi una propria idea e a non omologarsi a ogni cosa che la società può indurti a fare. Queste sono alcuni esempi di frasi che ho inserito in qualche mia opera: "You are not your job", viviamo in una società che etichetta le persone prettamente in funzione del lavoro che fanno. "Only after disaster can we resurrect", la crisi in atto nella nostra società può essere lo spunto per risorgere dalle proprie ceneri e avere una speranza, "hope". I miei messaggi vorrebbero stimolare l'individuo ad andare avanti puntando l'attenzione sui valori che reputo importanti quali l'amore l'amicizia la speranza e la tenacia. Secondo me la street art è frutto di una nuova estetica che verrà realmente compresa solo in futuro, forse uno dei pochi movimenti artistici originali dopo la pop art; lo street artist è libero da ogni schema ciò lo rende un artista a tutto tondo, e che può esprimere il potenziale che porta dentro liberamente, senza confini.

Tra i diversi eventi, mostre, progetti custom e grafici quale ricordi con maggior entusiasmo o ti ha coinvolto di più?
Il più recente e entusiasmante è stato il viaggio in Brasile, sono stato ospite dell'evento "Mural Italia Brasil" insieme a Omino71 collaborando con Guga Baygon nella creazione di 3 muri enormi in soli 10 giorni. Un' esperienza unica dal punto di vista artistico e umano. Ho instaurato subito un feeling con Guga che mi ha creato subito un ambiente di lavoro perfetto, dipingevamo anche 8 ore di fila, la stanchezza era tanta ma il risultato è stato eccezionale.

Quali sono i tuoi progetti futuri?
Ho in mente molti progetti, a breve inizierò a lavorare con Omino71 alla “Meno Uno” all'interno della Casa dell'Architettura di Roma. Sto inoltre sviluppando un nuovo progetto che si chiama "impara l'arte e mettila da ogni parte" e di questo si vedranno presto i risultati in strada!