Galleria d'Arte Maggiore
Bologna
via d'Azeglio, 15
051 235843 FAX 051 222716
WEB
Percorsi d'arte attraverso il Novecento
dal 19/3/2010 al 30/5/2010
10.30-12.30 e 16.30-19.30, chiuso domenica e lunedi' mattina

Segnalato da

Francesca Monti




 
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19/3/2010

Percorsi d'arte attraverso il Novecento

Galleria d'Arte Maggiore, Bologna

La mostra collettiva si presta come l'occasione per un viaggio attraverso alcuni degli snodi piu' significativi nell'arte del secolo appena passato e di questo primo decennio ormai trascorso. In mostra opere di Arman, Davide Benati, Giuseppe Capogrossi, Giorgio de Chirico, Robert Indiana, Allen Jones, Wilfredo Lam, Leoncillo, Sebastian Matta, Giorgio Morandi, Mimmo Paladino, Mel Ramos, Franco Sarnari, Toti Scialoja, con un accento sulla produzione informale.


comunicato stampa

Ancora una volta, la mostra collettiva allestita presso le sale della Galleria d'Arte Maggiore G.A.M. di Bologna si presta come l'occasione per un viaggio attraverso alcuni degli snodi più significativi nell'arte del secolo appena passato e di questo primo decennio ormai trascorso. È un viaggio lungo, che si può raccontare in modi diversi e che si può intraprendere seguendo strade differenti, un modo quindi per osservare in modo trasversale – sia nel tempo che nello spazio – quasi cento anni di storia dell'arte attraverso le scelte di chi da sempre ama l'arte e gli artisti.

Il percorso, anzi, i percorsi che si intrecciano e si snodano sulle pareti della Galleria d'Arte Maggiore hanno un'origine comune in quel periodo così ricco di innovazioni e di fermenti creativi che ha visto nascere le Avanguardie storiche. Un'eco di queste ricerche di inizio Novecento si sente chiaramente nelle tele metafisiche di Giorgio de Chirico che, come nella recente mostra allestita in Galleria, danno vita ad un dialogo speciale con la poesia delle composizioni immote di Giorgio Morandi. Da qui i percorsi si dipanano in molteplici direzioni. Grande rilevanza viene data alla stagione informale: partendo da esperienze cubiste, Antonio Corpora approda a un linguaggio che si libera sempre più della forma, e si può così confrontare con la personale interpretazione che Toti Scialoja ci ha dato dell’Espressionismo Astratto americano. Anche Mattia Moreni, di cui la Galleria si occupa da tempo curandone l'Archivio in vista della pubblicazione del Catalogo Ragionato, approda ad un suo linguaggio del tutto personale - caratterizzato da una figurazione beffarda interessata a temi quali il rapporto dell'uomo nell'età elettronica, la regressione della specie e della pittura stessa - dopo aver attraversato fasi post-cubiste, espressioniste ed informali.

L'adesione all'arte astratta di Giuseppe Capogrossi si distingue e si caratterizza per la successione ritmica di quei segni a “forchetta” così tipici della sua produzione. È invece con le sculture di Leoncillo che si può seguire come questo interessante percorso dal figurativo all'astratto si concretizza quando incontra la materia e la terza dimensione. Anche Mario Nanni attraversa un'innovativa stagione informale nella sua lunga ricerca artistica che lo ha visto, in tempi più recenti, approdare al tema delle mappe. Il ritorno all'oggetto tipico del cosiddetto “Nouveau Realisme” è testimoniato in questa mostra delle note accumulazioni di Arman, così come la Transavanguardia è ben rappresentata da alcune opere in ceramica di Mimmo Paladino. Leggeri, evocativi e raffinati sono i lavori di Davide Benati e la realtà data per frammenti e cancellazioni di Franco Sarnari. L'attenzione è anche rivolta alla scena internazionale: non può mancare Antoni Clavé, artista spagnolo amico di Picasso e affine per ricerca e sensibilità artistica ad Antoni Tàpies. Le atmosfere misteriose, cupe e sospese di Clavé dialogano con quelle altrettanto misteriose ma più colorate e giocose di Sebastian Matta, grande esponente del surrealismo internazionale, di cui fa parte anche Wilfredo Lam, il cui stile nasce dall'intreccio di più tradizioni assimilate durante i tanti viaggi compiuti dall'artista. Di Matta si intende dare rilevanza anche alla produzione scultorea: le curiose composizioni delle tele prendono forma e acquistano peso ma mantengono un'inconfondibile identità ambigua.

Con Robert Indiana, la scultura rimane indiscussa protagonista: del grande artista pop americano si esporranno le celebri sculture AMOR, con tutto il fascino irresistibile dei loro colori accesi, delle superfici perfette e delle forme pure. La stagione pop è ben rappresentata anche dall'interpretazione che ne hanno dato Allen Jones, sul fronte inglese, e Mel Ramos, su quello californiano. I percorsi che si possono seguire si rincorrono quindi l'un l'altro creando una fitta trama di rimandi, pur mantenendo una propria autonomia, e dando vita così ad un viaggio che si rivela particolarmente piacevole nel sapere di non avere alcuna strada obbligata davanti a sé.

Immagine: Mattia Moreni, Il vuoto non ha direzione - la discoteca, 1995, colori su tela cm 130x130

Inaugurazione 20 marzo ore 17.30

Galleria d'Arte Maggiore
via D'Azeglio 15 - Bologna
Orario: 10,30-12,30 e 16,30-19,30, chiuso domenica e lunedi' mattina
Ingresso libero

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