Nella serie di lavori 'Flowers' l'artista trasforma materiali recuperati dal vissuto quotidiano in un nuovo approccio estetico, nato da accostamenti di diversi livelli mnemonici e temporali.
STRINGS & FLOWERS fa riferimento alla teoria fisica delle stringhe, a quella ricerca di una formula elegante che - nel tentativo di unificare la teoria della relatività con le teorie dell'elettromagnetismo – non fa che aprire nuove dimensioni oltre quelle da noi percepite.
Nella serie di lavori Flowers? già presentati recentemente a Napoli a Castel dell' Ovo, l'artista trasforma, con un trattamento alchemico e raffinato, materiali recuperati dal vissuto quotidiano in un nuovo equilibrio di bellezza, nato da accostamenti di diversi livelli mnemonici e temporali. In questi nuovi lavori sono le stesse opere a lasciarsi fisicamente divenire e ad aprirsi a diverse composizioni ed interpretazioni, in una multi visionarietà spazio-temporale.
Le istallazioni di materiali trasparenti e le sculture di creta sono parti componibili e sovrapponibili, si moltiplicano così le potenzialità delle opere in un rimando continuo a dimensioni diverse di lettura ed il cui incontro è continuamente modificabile. Ne nasce un movimento di auto-generazione che, mentre si offre aperto al nostro personale punto di vista, rimane anche potenzialmente “altro”. Un lavoro che supera la staticità dell'opera e che sembra indicare dimensioni possibili, inaspettate vie di fuga, una consapevolezza di irraggiungibilità, una nuova più alta sospensione su cui Paola Volpato fa aleggiare un sorriso arcaico di contemplazione.
“L'artista, fin dalla manipolazione dei materiali e nella pratica pittorica pare seguire quello che è lo stesso processo organico del fiore: il suo sparire nella terra, il suo sedimentarsi, il suo risorgere alla luce. Un circuito esistenziale che va e ritorna senza fine, come il lavoro inesausto di una tessitrice. Pare persuasa che ogni elemento, anche il più usurato, rimanga un immenso giacimento di informazioni e di rinascite, segni mutanti, percorsi infiniti, viaggi enigmatici, e non per arrivare ad un senso, ma, paradossalmente, per conquistare l’incessante “meraviglia della sua perdita”. E’ un fare immagine anche con ciò che appare muto e senza storia (con lo scarto, il residuo, lo straccio) - quasi ad affermare che non c’è un punto stabilito, un’immagine nota, accertata, ma solo una zona di confine. “(estratto dalla presentazione di Luigi Meneghelli , 2009)
Inaugurazione venerdì 9 aprile 2010 ore 18,30
presentazione di Francesca Brandes
Istituto Romeno di Cultura - Palazzo Correr
Cannaregio, 2214 (Palazzo Correr) - Venezia
Orario: tutti i giorni 16 -19,30 , festivi anche mattino 10,30 - 13
Ingresso libero