Scotch Tape Affair. Mondi che solo all'apparenza sembrano inesistenti: intere citta' e paesaggi resi con l'uso di materiali plastici: citta', paesaggi o bottiglie fatti di scotch tape.
a cura di Cynthia Penna
Città di plastica, paesaggi di plastica e tra non molto un essere pseudo-umano fatto di plastica: questo il tema della mostra di Davidson. Una denuncia, ma anche una constatazione di irrimediabilità del fatto: la nostra vita è fatta di plastica. Quello che vediamo intorno a noi è il prodotto della nostra evoluzione? E la nostra evoluzione ci porterà irrimediabilmente verso un mondo dove l’origine sarà annientata e totalmente sostituita dalla plastica e dai suoi derivati? Questo il dilemma che Davidson si pone e ci pone. Joe Davidson riproduce mondi che solo all’apparenza sembrano inesistenti: intere città e paesaggi resi esclusivamente con l’uso di materiali plastici: città, paesaggi o bottiglie fatti di scotch tape. Tecnicamente l’uso della plastica è stato scelto per la sua duttilità e la sua indistruttibilità.
Da un lato la possibilità di forgiarla a piacimento, dall’altro un tentativo inconscio di rendere immortale l’opera . La plastica si può degradare ma non si distrugge: un modo per superare il concetto di morte? Forme vuote fatte di materiale plastico: è questo il destino dell’essere umano? Indistruttibile per l’eternità, ma vuoto nei contenuti? Apparentemente il mondo sembra evolversi in tal senso: il mito dell’eterna giovinezza, corpi magnifici, scolpiti nei dettagli attraverso l’inserimento di protesi di silicone; l’esteriorità perfetta senza interiorità; l’apparire e non l’essere; la chirurgia estetica diventata necessità di sopravvivenza(!) perché inserisce nel corpo quella giusta quantità di indistruttibilità “plastica” per poter sempre più nascondere la vacuità dietro un’apparenza di perfezione meramente estetica. Questi i temi che sono alla base della ricerca di Davidson e di tutta la sua espressione artistica; non a caso l’artista vive e lavora a Los Angeles, luogo nel quale maggiormente si avverte questa evoluzione/involuzione(?) della società contemporanea.
Vernissage: 9 Aprile 2010 ore 18,30
Villa di Donato
piazza Eframo Vecchio - Napoli
Ingresso libero