Due sedi
Trieste

Franz J. Berger e Robert Primig
dal 6/5/2010 al 27/5/2010
mar ven 17-19.30 o su appuntamento
040 370274, 335 8273449

Segnalato da

Studio Conestabo




 
calendario eventi  :: 




6/5/2010

Franz J. Berger e Robert Primig

Due sedi, Trieste

In mostra le opere-sculture di Berger, influenzate dal pensiero di Freud e Schopenhauer oltre che dalle contaminazioni dell'Arte Povera e della Land Art, e i dipinti di matrice espressionista, che rappresentano una lucida critica alla violenza che quotidianamente irrompe nelle nostre case.


comunicato stampa

Alla Conestabo Artgallery in via della Fonderia 5 (primo piano) a Trieste si inaugura venerdì 7 maggio alle 19,30 la mostra di Franz BERGER e Robert PRIMIG personaggi della vicina Villacco molto conosciuti in città per tante presenze nei progetti realizzati tramite gli enti e associazioni varie dall’ amico Marino sempre presente nei nostri ricordi per i bei tempi passati.

Due figure a cui non è necessario il loro percorso espositivo ma la testimonianza degli artisti ed amici che saranno presenti a festeggiare questa vernice sarà la garanzia del valore dell’ evento. ARTBERG è la galleria a Villacco con cui Berger quasi da una trentina di anni propone ed organizza in Europa molti Meeting Internazionali invitando anche gli artisti di Trieste e della regione.

La mostra sarà visitabile dal 7 / 28 maggio sia presso la Conestabo Artgallery in via Fonderia 5 che presso la Vetrina di via Udine 2/1 a Trieste con orari dal martedì al venerdì dalle 17 alle 19,30 o su appuntamento.

Franz J. Berger
La rustica casa ai bordi della città di Villach, che Franz Berger ha adibito ad abitazione e studio, non rappresenta tanto un rifugio, quanto una capsula, uno snodo nel quale immagini, informazioni ed echi della nostra attuale e frenetica società, vengono depositati e concentrati; l’artista, dopo averli arricchiti ed elaborati legandoli con la memoria storica e con le tracce dei luoghi e degli oggetti del quotidiano, li lascia nuovamente scorrere attraverso una fitta rete comunicativa.

Tale pratica neurocentrica, messa in atto in tempi in cui non si parlava ancora di rivoluzione interconnettiva, ha permesso all’artista di porsi sempre in modo critico davanti alla società, raccogliendo e sviluppando le inquietudini che hanno percorso tutta l’arte del Novecento. Indagando tra le rappresentazioni di Berger non si possono non notare le influenze freudiane, ma prima ancora, non dobbiamo trascurare il pensiero di Schopenhauer: “Il mondo è una mia rappresentazione.

E quando l’uomo sia venuto di fatto a tale coscienza, lo spirito filosofico è entrato in lui. Allora egli sa con chiara certezza di non conoscere né il sole né la terra ma soltanto un occhio che vede un sole e una mano che sente il contatto di una terra; egli sa che il mondo circostante non esiste se non come rappresentazione.” A ciò dobbiamo aggiungere i profondi legami di Berger con la terra e il territorio, e le contaminazioni di arte povera e land art; ecco allora che si delineano i contorni di un’arte che si fa mappa e diario, in cui la traccia di antiche vestigia si fonde con l’orma del viandante che, nel suo perenne andare, tutto assorbe e tutto coglie: i materiali ipertecnologici e le vestigia del ricordo si legano agli odori e alle rugosità della terra appena smossa, le moderne pulsioni si intrecciano con i variegati respiri della vita e alla sua ciclicità.

Quando tutti i sensi sono risvegliati, il camminare muta allora in viaggio interiore, percorre secolari sentieri, per poi deviare, inseguendo impulsi sottili, verso nuove direzioni; i materiali e il segno pittorico si stratificano secondo nuove matrici, si coagulano in architetture di plastica, ambra e argilla, sgusciano in rivoli veloci e si depositano in profonde pozze d’ombra. Le opere, sospese in un tempo liminale, divengono allora atlanti che suggeriscono, senza svelare, soglie sospese di azzardate cartografie.
(Lorella KLun)

Robert Primig
La matrice espressionista, profondamente radicata nella pittura dell’austriaco Robert Primig, fluisce attraverso un moderno sentire, capace di attuare una efficace sintesi tra svariate forme comunicative.
L’originaria ribellione dello spirito contro la materia, e il concetto di Wilhelm Worringer che vedeva l’astrazione come processo liberatorio di una paura esistenziale, si legano alla street art e al fumetto; si mescolano alla crudeltà, all’ironia e a quel senso tragico della psiche umana indagati da Alfred Kubin, si impastano con la feroce satira sociale di George Grosz e John Heartfield. Ma le opere dell’artista, con la loro dirompente pulsione vitale, rappresentano anche una lucida e disincantata critica a tutta quella pornografia della violenza che quotidianamente irrompe, devastante (e alla lunga narcotizzante) nelle nostre case.

L’Uomo di Primig, votato all’isolamento, è tracciato con pochi tratti fluidi e nervosi: in contrasto con gli involucri voluttuosi, ha lo sguardo opaco e la bocca atteggiata a un urlo silenzioso. Sagome e volti denunciano l’ineluttabile solitudine; le pose, quelle riconducibili all’attrazione e all’iconografia sessuale, isolate dagli abituali contesti, accentuano la tragicità della condizione umana.

Non vi può essere appagamento, poiché non vi è più desiderio: permane solo qualche atavico istinto, confuso e costretto tra meandri di vite clonate e mesmerizzate da martellanti campagne mediatiche.
Le figure si stagliano su vaste e vibranti campiture, nelle quali il colore rinuncia a confortevoli e pacate transizioni, mentre spurie e sottili pennellate uniscono, come filamenti neuronali, gli elementi compositivi. Scritte, rimandi e gocciolature percorrono la tela e incidono la loro impronta nella materia cromatica; divengono tracce che legano vecchie e nuove simbologie e delineano nuovi aruspici, latori di amare premonizioni.
(Lorella Klun)

Inaugurazione venerdì 7 Maggio 2010, ore 19.30

Conestabo Artgallery
Via Fonderia 5, Trieste
e
Vetrina
Via Udine 2/1, Trieste
Orari: dal martedì al venerdì dalle 17 alle 19.30 o su appuntamento
Ingresso libero

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