L'infanzia e' la protagonista della personale di Valerio Berruti - presentata il 12 maggio nella galleria romana di Ermanno Tedeschi e il giorno successivo nella sede torinese. L'artista prosegue il suo percorso fatto di immagini essenziali che ripensano i temi degli affetti, della quotidianita' e dei legami familiari, per la prima volta mettendo al centro dell'opera due soggetti.
a cura di Luca Beatrice
Due bambine che giocano, si prendono per mano, si stringono l’una all’altra, si allontanano, si osservano e guardano lontano. Ancora l’infanzia protagonista di questa mostra di Valerio Berruti - presentata il 12 maggio nella galleria romana di Ermanno Tedeschi e il giorno successivo nella sede torinese - la sua prima personale dopo l’entusiasmante esperienza alla Biennale di Venezia. L’artista prosegue il suo percorso fatto di immagini essenziali che ripensano i temi degli affetti, della quotidianità e dei legami familiari, per la prima volta mettendo al centro dell’opera due soggetti.
I wish I was special nasce da una riflessione sulla personalità e sul momento in cui essa si forma: le due protagoniste, ritratte con la tecnica minimale che caratterizza l’artista, dialogano fra di loro, mutano, sembrano fondersi l’una con l’altra per poi discostarsi nuovamente, mettendo lo spettatore nella posizione di decidere se siano due figure distinte o se si tratti invece di uno sdoppiamento della stessa persona. Un alter ego, un aspetto della propria personalità contro cui si inizia a lottare dal momento in cui l’infanzia lascia il posto alla pubertà, quando si avverte la consapevolezza dei propri limiti e si accentuano le proprie peculiarità perchè, come suggerisce il titolo, si vorrebbe essere speciali. Nessun elemento di riconoscimento spazio-temporale guida l’osservatore, solo due esili figure affrescate su juta, stilizzate su carta o plasmate nei bassorilievi in cemento armato, ultima evoluzione stilistica di Berruti.
I wish I was special è un esplicito richiamo alla malinconica Creep, primo successo della band inglese Radiohead, un riferimento per l’artista che considera la musica una fondamentale fonte d’ispirazione e parte integrante del suo lavoro. Creep è la storia di un uomo che cerca in tutti modi di ottenere l'attenzione di una donna e che desidera con tutto se stesso essere speciale. Il tema della canzone abbraccia così le tematiche affrontate in questa mostra: la ricerca della perfezione, il confronto col mondo esterno e perfino il tema del doppio. Secondo le dichiarazioni di Thom Yorke, cantante e autore della canzone in oggetto, il protagonista del brano non si rivolge realmente all’amata, ma compie una ricerca interiore dialogando con se stesso.
In occasione della mostra sarà presentato un libro (I wish I was special, edito da Silvana Editoriale) contenente un testo del curatore Luca Beatrice, un racconto dello scrittore israeliano Etgar Keret e uno scritto di Bruno Ruffilli, giornalista e critico musicale.
Valerio Berruti è nato ad Alba, in Piemonte, nel 1977. Laureato in Critica dell'Arte al DAMS di Torino, vive e lavora a Verduno (CN) in una chiesa sconsacrata che ha acquistato e ristrutturato nel 1995 e collabora con la Ermanno Tedeschi Gallery dal 2000. Nel 2003 partecipa a Gemine Muse con un'installazione nel Museo d'Arte Antica di Torino; nel 2004 vince il Premio Celeste nella categoria "artista affermato" e il Premio Pagine Bianche d'Autore della Regione Piemonte, mentre nel 2005 viene selezionato dall'International Studio and curatorial Program di New York come unico artista italiano; nello stesso anno allestisce la mostra Golgota alla Esso Gallery di Chelsea (New York). Nel 2006 realizza l'installazione Se ci fosse la luna per Palazzo Bricherasio a Torino che presenta l'anno successivo sulla facciata di Palazzo Re Enzo in piazza Maggiore a Bologna. Nel 2007 partecipa alla mostra collettiva Uniforms and costumes presso l'Herzliya Museum of Contemporary Art in Israele e al 48' October Salon di Belgrado. E’ stato selezionato per una delle residenze più importanti d’Europa, la Dena Foundation for Contemporary Art a Parigi, e ha inaugurato la mostra Micro-narratives - 48th October Salon, presso il Museo di Arte Contemporanea di Belgrado, curata da Lorand Heigij.
Tra gli eventi internazionali del 2008 ricordiamo la mostra personale Magnificat alla Keumsan Gallery di Seoul, la selezione alla XII Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo e la collettiva Detour, presso il Centre Pompidou di Parigi. All’inizio del 2009 la sua installazione E più non dimandare, un video e centinaia di opere su carta, è stata allestita sulle pareti di Palazzo Santa Margherita di Modena. Si trattava del primo appuntamento della nuova edizione di Area Progetto, prestigiosa iniziativa dedicata alla creatività giovanile emergente promossa dalla Galleria Civica di Modena e da quest’anno, grazie alla collaborazione con il Gai - Associazione per il Circuito dei giovani artisti italiani, estesa a tutto il territorio nazionale. Nello stesso anno è il più giovane artista scelto da Luca Beatrice e Beatrice Buscaroli per il Padiglione Italia della 53.Biennale di Venezia. Per l’occasione, Berruti ha utilizzato il disegno per giungere alla video-animazione: La figlia di Isacco, un esempio di pittura installata dove assume un ruolo fondamentale anche la musica. Per questo motivo Paolo Conte ha accolto con entusiasmo l’invito dell’artista a comporre la colonna sonora per la sua video-installazione.
Un incontro speciale tra due piemontesi d’eccezione: un giovane artista che vede in Conte un maestro e un cantautore che sublima il suo legame con l’arte. A settembre dello scorso anno ha partecipato alla mostra curata da Vittoria Coen Campolungo. L’orizzonte sensibile del Contemporaneo presso il Complesso del Vittoriano a Roma ed è uno degli italiani chiamati ad esporre presso la Kunstpfad di Linz per The sublime gaiety of Art a cura di Carola Annoni. Lo scorso 30 ottobre è stato presentato a Palazzo delle Esposizioni a Roma La figlia di Isacco (Damiani Editore). Il libro raccoglie tutti i disegni che hanno composto la videoanimazione presentata alla Biennale, lo spartito originale della colonna sonora realizzata appositamente da Paolo Conte insieme ad una personale e poetica lettura dell’opera scritta da Andrea Bajani, un testo critico di Vincenzo Mollica e un’intervista del critico d’arte Marco Vallora. E dopo l’eccezionale collaborazione col maestro Conte è la volta di un’altra straordinaria incursione nel mondo della musica d’autore. I can fly, un bambino che indossa una scatola alata per volare con la fantasia, è l’opera che Berruti ha realizzato per la copertina di Angoli nel cielo, il nuovo album di Lucio Dalla. Un progetto nato grazie alla stima reciproca e proseguito nel segno di una profonda affinità poetica e artistica. Berruti recentemente ha partecipato per Ermanno Tedeschi Gallery alla Pulse Contemporary Art Fair di New York e sta preparando una personale a Tokyo.
Inaugurazione 12 Maggio a Roma e 13 Maggio a Torino alle ore 18,30
Ermanno Tedeschi Gallery
Via del Portico d'Ottavia, 7 – Roma
Orario: da lunedì a venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19, sabato e domenica su appuntamento
ingresso libero