Light Flowers. I fiori sono dell'artista sono ispirati dai cactus e in particolare dall'Astrophytum Miriostigma, una pianta dalla struttura elementare composta, simile ad una stella. L'artista elabora questa forma costruendo stelle di gres che si 'accendono' grazie a led luminosi colorati.
a cura di Franco Sperone
Fiori leggeri, fiori di luce, elementi ecocompatibili, come indica la complessità semantica del termine
“'light”'. Questi fiori sono ispirati dai cactus e in particolare dall’Astrophytum Miriostigma, una pianta
capace di sopravvivere in condizioni assai difficili e dalla forma elementare composta, molto simile
ad una stella. Marco Appicciafuoco elabora questa forma di base divisa in cinque lobi, costruendo
stelle di gres che si “accendono” grazie a led luminosi colorati che ne solcano le giunture. Dunque,
queste “stelle” sono un concentrato di sopravvivenza faticosa e di adattamento: forme necessarie,
sintomo di un ambiente ostile nel quale trovare una forma significa organizzare l’esistenza.
Forme
lobate che, a loro volta, richiamano anche - sostiene Appicciafuoco - il modulo dell’orinatoio-fontana
di Duchamp, readymade nato, appunto, da mutazione e riadattamento. Piante del deserto che, simili
alla Ginestra di Leopardi, sono una forma di civiltà in un ambiente violento, ostile e arido.
Light Flowers, come indica il nome, appartengono all’ibridazione di mondi tecnonaturali: transizioni
di materie dure e luce. Alimentati da pannelli solari, sono piante naturali/artificiali che uniscono
l’energia del sole con il gres e i led luminosi.
Nelle sue Lezioni Americane, Italo Calvino ha celebrato la leggerezza nella figura di Perseo che per
vincere Medusa si sostiene su ciò che vi è di più leggero, come i venti e le nuvole, e spinge il suo
sguardo solo su un’immagine evanescente, quella creata dallo scudo-specchio per evitare di essere
pietrificato. Per Calvino questa leggerezza che vince la pietra è propria della scienza, della filosofia
e delle arti che attraverso lo specchio di un mondo immaginato si oppongono all’apparente irreversibilità
del reale, progettando un’alternativa fondata sul valore del divenire, del transitorio, del fugace. Il
laboratorio della creatività ha questa funzione sociale e pertanto, richiamando Joseph Beuys, ha una
natura inevitabilmente politica poiché è la creazione necessaria di un altro mondo.
Light Flowers sono dunque forme della mutazione. Macchine/organismi ecologici - come i cactus -
che nel
loro funzionamento concreto si pongono al di là delle metafore estetiche. Qui, in maniera originale,
la ricerca di Appicciafuoco che ha attraversato metodi e tecniche antiche e recenti, dalla manipolazione
dell’argilla, all’uso dell’acciaio e alla materializzazione della luce, si incontra con i processi autopoietici
propri della bioarte. Light Flowers colgono quei processi nel mondo delle materie trovate, restituite
in maniera antiespressiva e connesse con la pila del Sole che alimenta la vita sulla Terra. Perciò, in
questo funzionamento concreto, le metafore vengono meno e la presenza differente e mutante dei
cactus si rivela con tutta la sua carica progettuale alternativa.
Inaugurazione 13 Maggio 2010, ore 19
Hybrida contemporanea
via Reggio Emilia 32, - Roma
orario d'apertura: martedì - sabato 16 - 20
ingresso libero