Guido Costa Projects
Torino
via Mazzini, 24
011 8154113 FAX 011 8158004
WEB
Philadelphia Wireman
dal 17/5/2010 al 2/6/2010
lun-sab 15-19

Segnalato da

Guido Costa Projects



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Philadelphia Wireman



 
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17/5/2010

Philadelphia Wireman

Guido Costa Projects, Torino

In mostra 19 sculture del misterioso artista statunitense. Le opere si presentano come compatti gomitoli di filo di metallo, modellato e ritorto in forme vagamente antropomorfe al cui interno sono contenuti frammenti e residui di oggetti di origine disparata, spesso avvolti in spire di nastro adesivo trasparente. L'origine e l'autore delle sculture sono un mistero, vero e proprio simbolo dell'outsider-art, declinata in questo caso nell'anonimita'.


comunicato stampa

Martedì 18 maggio 2010, alle ore 19.00, presso Guido Costa Projects, in via Mazzini 24, si inaugura Philadelphia Wireman.

La mostra, resa possibile grazie al generoso prestito di una Collezione italiana, raccoglie una selezione di 19 sculture del misterioso artista statunitense, conosciuto come Philadelphia Wireman, caso esemplare nello sterminato territorio della outsider-art.

E' una fredda mattina dell'inverno del 1982, quando un giovane studente del dipartimento d'arte dell'Università di Philadelphia, si imbatte, ad un angolo della South Street, in un cumulo di grandi scatole zeppe di strani manufatti e di un ristretto numero di disegn astrattii. Ciò che colpisce immediatamente la curiosità dello studente sono l'esotismo e la forza visionaria di quegli oggetti, la loro varietà, ma al tempo stesso la loro stupefacente coerenza nei materiali e nelle forme. In poche ore le casse ed il loro contenuto passano dal vicolo dei suburbi, allo studio del direttore del dipartimento d'arte della locale università, per giungere infine agli spazi della galleria di John Ollman, gallerista tra i più importanti al mondo nello studio e nella commercializzazione dell'arte degli outsiders.

Molte e mai risolutive le ipotesi sull'origine di questo piccolo corpus di opere, opere che per certi aspetti rimandano all'arte rituale (in particolare ai feticci del voodoo), ma che hanno anche molto in comune con i prodotti seriali e ripetitivi tipici delle più sofisticate ossessioni creative.

Tutte le sculture (circa un migliaio, e per la maggior parte di piccole dimensioni), si presentano come compatti gomitoli di filo di metallo, modellato e ritorto in forme vagamente antropomorfe, al cui interno sono contenuti frammenti e residui di oggetti di origine disparata, spesso avvolti in spire di nastro adesivo trasparente. Da un esame superficiale dei frammenti nascosti nei gomitoli, si sono potute datare le sculture con sufficiente precisione, facendole risalire al decennio immediatamente precedente alla loro casuale scoperta, curiosamente coeva alla grande e celebre mostra della Corcoran Gallery di Philadelphia, "Black Folk Art in America: 1930-1980".

Il fatto che il filo di metallo, piegato e modellato in spire assai strette, richieda una gran forza fisica per essere lavorato, ha fatto supporre come autore delle opere una mano maschile e, considerata la zona del loro ritrovamento, un'origine afro americana.

A tutt'oggi il mistero delle sculture di Philadelphia rimane irrisolto, proponendosi come vero e proprio simbolo dell'outsider- art, declinata in questo caso nella sua pura e cristallina anonimità. Morfologicamente, le sculture del misterioso Philadelphia Wireman hanno molto in comune con analoghe pratiche di raccolta e nascondimento, utilizzate anche da altri famosi outsider, da Judith Scott a Emery Blagdon, trovando altresì strette analogie con molti, celebri manufatti dell'arte cosiddetta alta, da Christo a John Chamberlain.

Il loro valore, al di la dell'essere un parto straordinariamente riuscito della grande famiglia degli outsider, è però squisitamente riflessivo: sono puri oggetti speculativi, sublimi nel senso kantiano, perchè privi di valore d'uso, di immediati intenti espositivi o decorativi, ma frutto di una "necessità" creativa totalizzante, libera e disinteressata, anche grazie alla sua totale e custodita anonimità.

La mostra di Philadelphia Wireman, si propone come una piccola nota a piè di pagina del Museum of Everythings di James Brett, attualmente in mostra alla Pinacoteca Agnelli. Sarà aperta al pubblico in orario di galleria, fino a giovedi' 3 giugno 2010.

Inaugurazione: Martedì 18 maggio 2010 alle 19.00

Guido Costa Projects
via Mazzini 24, Torino
lunedì al sabato, dalle 15.00 alle 19.00
Ingresso libero

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