Doppia personale di Dario Costa e Alessandro Gioiello. La mostra e' una provocazione che esprime una critica acuta alla cultura di massa e alla commercializzazione dell'arte. I due artisti utilizzano materiali di scarto per riproporre grandi opere del passato.
Turn back: ossia “girati”, “torna sui tuoi passi”, o meglio ancora Turn your back on e quindi “lavatene le mani”. Questa è l’affermazione che dà il titolo alla doppia personale di Dario Costa e Alessandro Gioiello alla Galleria Glance, una provocazione che esprime una critica acuta alla cultura di massa e alla commercializzazione dell’arte. Il filo rosso che accomuna questi due artisti, capaci di utilizzare materiali di scarto per riproporre grandi opere del passato, è un gioco continuo tra affermazione e negazione dell’eredità artistica, tra utilizzo e smaltimento della materia.
Dario Costa utilizza tappi di bottiglia, talvolta appiattiti e lavorati, altre volte accartocciati e distorti, per riprodurre capolavori di grandi maestri: uno su tutti La grand latta, raffigurante il celebre lavoro di Seurat. I particolari di queste opere sono lavori monocromi o macchie di colore, sempre ottenuti attraverso composizioni di tappi di bottiglia, montati su mdf. In mostra anche una serie di lavori realizzati con i filamenti rilasciati dalle gomme da cancellare passate su diversi tratti di colore.
La gomma viene quindi snaturata dalla sua funzione primaria e, anziché cancellare, si presta alla realizzazione di un lavoro tangibile ed eterno. Fanno parte di questa serie Self-Portrait, riproduzione dell'autoritratto eseguito da Van Gogh nel 1889, La Pipa e La Stanza di Van Gogh, qui svuotata dei suoi arredi rispetto all’originale del maestro olandese, che gioca sul senso di straniamento generato dal contrasto tra l'apparente familiarità e l'effettiva incongruenza. L’opera è un’ironica riflessione sul rapporto tra artista e spettatori in un mondo dominato dall'immagine e dal mercato. E poi ancora carte bruciate ossia disegni preparatori per insegne al neon, spiegazzati e danneggiati dalle bruciature del vetro incandescente. Il filo rosso che unisce le diverse espressioni artistiche di Costa è una sprezzante critica al consumismo, ad un mondo che anticipa i bisogni dell’uomo, li soddisfa rapidamente e poi elimina, noncurante, ciò che resta del loro utilizzo. L’artista, attraverso le sue creazioni, regala una nuova funzione a ciò che è stato ritenuto inutile dimostrando allo spettatore che è possibile mettere un freno al vorticoso circuito “uso, consumo e smaltimento”.
Alessandro Gioiello propone una rilettura di opere del passato: disegni realizzati a grafite e lavori di Picasso e Fragonard riproposti con una tecnica particolare elaborata dall’artista utilizzando lana colorata polverizzata su superfici di Velcro applicato su tela. L’idea di fondo che attraversa questi ultimi lavori è un ragionamento circa il sempre mutevole concetto di identità: ognuna delle opere si può considerare come descrizione di un momento, di una temporanea situazione di passaggio in cui i soggetti sono in attesa in una sorta di zona limite, sospesa fra ciò che si è e ciò che si potrebbe potenzialmente diventare.
E così il ritratto di Paul vestito da Arlecchino di Picasso, Un Garçon comme Pierrot e il ritratto della donna bendata de Le Colin-Maillard (La mosca cieca) di J.H.Fragonard vengono riproposti e realizzati con un elemento volatile molto simile alla polvere per evidenziare la temporaneità della situazione in cui si trovano ad essere ritratti i soggetti in questione. Allo stesso modo, le figure del clown e dell’arlecchino, personaggi cari alla storia dell’arte, sono qui riproposte come simbolo dell’artista, personaggio camaleontico in grado di eludere e raggirare le regole, alla continua ricerca della verità. Col Lier, disegno realizzato a grafite, riprende invece un celebre dipinto di C.D.Friedrich assegnandogli un titolo che gioca sulle parole (leggendolo restituisce la parola collier) e non solo. Rispetto all’originale Chalk Cliffs on Rügen il soggetto risulta capovolto e arricchito dell'immagine di una collana, elemento di unione e ponte innaturale all'interno di un paesaggio romantico in cui il vuoto della vallata diventa protagonista e "collo ideale" per l'oggetto in questione. L’ironia espressiva di Gioiello continua con la riproduzione dell’immagine di un busto di gesso di John Fitzgerald Kennedy fotografato nel proprio studio, incappucciato con un sacchetto di plastica e con indosso occhiali da sole e un naso da pagliaccio. E ancora nasi da clown e mascherine camuffano due personaggi protagonisti della riproduzione di una vignetta di fine ottocento de Le Figaro sconcertati e scettici di fronte ad alcuni dipinti di loro contemporanei.
Dario Costa (Sassari, 1977) vive e lavora a Sassari e Milano. Tra le principali mostre nel 2007 è in mostra al Museo Lazzaretto di Cagliari con "Wars or words" promossa dalla Fondazione per L'arte Bartoli-Felter (opera permanente come miglior giovane artista sardo) mentre nel 2008 la "Doppia personale - niente di personale" è alla Room Galleria di Milano. Nel 2009 "Condannati a creare" Ex Carcere di Castiadas (Ca) a cura di Mauro Cossu e ancora la personale dal titolo "Smobilitazione" alla Room Galleria di Milano. Nel 2010 "Lost and Found" presso lo Spazio P di Cagliari, a cura di Antonella Camarda.
Alessandro Gioiello (Savigliano, 1982) vive e lavora a Torino e Milano. Nel 2005 espone per Nuovi Arrivi 11 “Reale come un sogno, vero come un ricordo” presso l’Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino (a cura di O.Gambari) e vince un soggiorno residenza presso la Karl Hofer Gesellschaft di Berlino. A seguito di questa un suo lavoro entra a far parte della collezione Unicredit. Dal 2006 partecipa a diversi workshop presso la Fondazione Spinola-Banna per l’Arte di Poirino (To) e nel 2009 la sua personale “Make yourself at home” presso DMT Loods di ‘s Hertogenbosch (NL). Recentemente ha partecipato ad “Atypical Root” in occasione di GI 2010, Festival of Visual Arts di Glasgow.
Informazioni:
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Immagine: Dario Costa, La Grande Latta, 2008, tappi di bottiglia su supporto in legno, 200x300 cm
Inaugurazione giovedi' 20 maggio ore 18.30
Galleria Glance
Via San Massimo 45, Torino
mar-sab 16-19, in altri giorni e orari su appuntamento
Apertura straordinaria per TAG: 10 giugno ore 19-24
Ingresso libero