Diverse Sedi
Chieri (TO)

Scopri la Fiber Art a Chieri
dal 21/5/2010 al 3/7/2010
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WEB
Segnalato da

Stefania Garetto




 
calendario eventi  :: 




21/5/2010

Scopri la Fiber Art a Chieri

Diverse Sedi, Chieri (TO)

Tre mostre nei siti di archeologia industriale. Le esposizioni, curate da Silvana Nota, propongono altrettanti percorsi attraverso cui osservare le piu' suggestive espressioni della Fiber Art contemporanea: dalle sculture tessili all'art wear, dal libro d'artista all'installazione, dalle architetture corporee agli abiti scultura.


comunicato stampa

Nell’ambito del ciclo di mostre dedicate alla lettura, alla valorizzazione e arricchimento della Collezione Civica di Fiber Art “Trame d’Autore”, l’Assessorato alla Cultura della Città di Chieri promuove tre mostre di carattere internazionale presentate nei suoi spazi di archeologia industriale.
Le esposizioni, curate da Silvana Nota con l’allestimento degli architetti Fiorenzo e Massimo Tiberio, propongono altrettanti percorsi attraverso cui osservare le più suggestive e affascinanti espressioni della Fiber Art contemporanea: dalle sculture tessili all’art wear, dal libro d’artista all’installazione, dalle architetture corporee agli abiti scultura.

COMES FROM… POLO CULTURALE – SALA ESPOSIZIONI
presenta le nuove acquisizioni frutto di donazioni di Fiber Artist partecipanti alle precedenti Biennali Internazionali di Fiber Art e della collaborazione con il Premio Valcellina. Comprende una selezione di artisti provenienti da differenti percorsi di alto profilo qualitativo.
In questo spazio di archeologia industriale sono riunite opere che arrivano dal Giappone, dalla Turchia, dalla Francia e da altri Paesi del mondo recentemente entrati a far parte della raccolta, al cui interno sono rappresentati tutti i Continenti. La Collezione è stata ideata e fondata dall’artista Martha Nieuwenhuijs che ha costantemente collaborato per la selezione degli autori.

Gli artisti:
Sedef Acar (Turchia - Turkey)
Antonietta Airoldi (Svizzera - Switzerland)
Tegi Canfari (Italia - Italy)
Adriana Cappelli (Italia - Italy)
Maria Vittoria Castaldello (Italia- Italy)
Anna Clari (Italia - Italy)
Filli Cusenza (Italia – Italy)
Lucia Gatti (Italia – Italy)
Laura Giovannardi (Italia – Italy)
Ainsley Hillard (Gran Bretagna – Great Britain)
Leena Illukka (Finlandia – Finland)
Margit Kupsch (Germania – Germany)
Agneta B. Lind (Svezia - Sweden)
Giorgia Manfredini May (Italia – Italy)
Jurate Petrusckeviciene (Lituania – Lithuania)
Martine Plait Lemaire (Francia – France)
Alessandra Ruo (Italia – Italy)
Valeria Scuteri (Italia – Italy)
Marika Szaraz (Ungheria – Hungary)
Tiziana Tateo (Italia – Italy)
Justin Randolph Thompson (USA)
Amayokasim Yamamoto (Giappone – Japan)
Naoko Yoshimoto (Giappone - Japan)
Roberto Zanello (Italia – Italy)

FILTRI DI LUCE
POLO CULTURALE – BIBLIOTECA CIVICA “N. FRANCONE”
negli spazi della Biblioteca Civica Francone (Palazzina Uffici dell’ex Cotonificio Tabasso), offre una visione tematica sulle trasparenze e i suoi pieni e vuoti di un corpus tratto da “Trame d’Autore”. La scelta è stata operata in relazione e in concomitanza con la mostra dedicata ai merletti antichi di Palazzo Madama, che ospita tra l’altro anche tre fiber artists, di cui due presenti anche nella collezione Trame d’autore: Wanda Casaril e Gina Morandini. A quest’ultima protagonista, Chieri dedica la personale all’Imbiancheria del Vajro.
Gli artisti:
Fiorenzo Tiberio con alcuni pannelli dell’installazione “Il filo delle idee”
Antonietta Airoldi
Brigitte Amarger
Simonetta Battoia
Heidi Bedenknecht De Felice
Karin Binder
Leonilde Campora
Teodolina Caorlin
Giustino Caposciutti
Wanda Casaril
Mario Costantini
Katharina Della Chiesa
Marie-Noëlle Fontan
Akiko Kotani
Chantal Küng
Martha Nieuwenhuijs
Erny Piret-Heuretz
Rosmarie Reber
Gulla Ronnow Larsen

GINA MORANDINI
L’arte dell’imperfezione. Segni, simboli, trame. IMBIANCHERIA DEL VAJRO
è l’omaggio ad un’artista italiana di levatura internazionale, che ha dato lustro e contribuito alla diffusione e allo sviluppo della Fiber in Italia in anni in cui nel nostro Paese era quasi totalmente sconosciuta.

Artista, organizzatrice di eventi come il Premio Valcellina, nonché autrice di saggi e libri, propone un raffinato e colto percorso attraverso grandi installazioni relazionate allo spazio architettonico. Accanto ad abiti-scultura, sono esposti libri d’artista ed un ciclo di opere ispirate dedicato al corpo dove ne indaga l’essenza, utilizzando anche immagini tratte da vetrini su cui interviene per raccontare la meraviglia del corpo umano sotto la superficie della pelle.

IMBIANCHERIA DEL VAJRO
In un avvallamento scavato dei rami del rio Tepice, in mezzo ai prati, venne costruito il primo edificio della città destinato fin alle lavorazioni tessili: l’Imbiancheria del Vajro. L’edificio cinquecentesco era poco più che una semplice cascina lineare, circondata da ampi spazi utilizzati per stendere i panni ad asciugare al sole, dopo i bagni in acqua e cenere necessari per la sbiancatura. Le trasformazioni successive mantennero il carattere di piccolo edificio rurale, nonostante piccoli ampliamenti. Nel 1924 cambiò volto, sia per le nuove lavorazioni, sia per la chiara volontà di conferire un aspetto di maggior rappresentanza. A fianco delle grandi sale venne eretta una ciminiera, che completò il passaggio da un’immagine rurale a quella di piccola industria, in un momento di forte sviluppo dell’industria tessile, che ha punteggiato di ciminiere lo skyline della città, affiancandole a torri e campanili medievali.

L’immagine odierna è rimasta quella d’inizio secolo, ma nel frattempo la città è avanzata, fino a lambire l’Imbiancheria con massicci blocchi residenziali, che hanno modificato il rapporto dell’edificio con il rio e la campagna. Il progetto di recupero, elaborato dal Politecnico di Torino, ha ricevuto un contributo dell’Unione Europea per la sistemazione di siti industriali degradati, che ha permesso l’apertura, nel 1996, del cantiere, conclusosi nel 1999. Il progetto nasce intorno ad un doppio percorso, che attraversa le sale in infilata inanellandole una dopo l’altra a piano terreno, per proseguire con un sistema di scala-passerella-balconata-soppalco che si snoda tra le grandi sale al livello superiore, per permettere una visione dall’alto dei pezzi esposti, fino a ricollegarsi alla testata più antica, con il suo sistema di piccole sale.

TRAME PER UN MUSEO - Mostra permanente del tessile per il futuro museo del territorio, costituisce una prosecuzione, con macchine di fine Ottocento e prima metà del Novecento, del MUSEO DEL TESSILE.

Il MUSEO DEL TESSILE allestito fin dal 1996 dalla Fondazione Chierese per il Tessile nell’ex Convento di Santa Chiara, già opificio Levi nell’Ottocento. Il Museo rappresenta il primo nucleo della raccolta di oggetti dell’attività tessile chierese: strumenti utilizzati per un’attività prevalentemente manuale e strettamente collegata al lavoro agricolo, come gli attrezzi usati per la coltivazione del gualdo, per la tintura in azzurro delle pezze, per la bachicoltura, per la filatura e tessitura di cotone, lino e seta e per l’imbiancatura del tessuto di cotone.
All’interno dell’attività sviluppata dal Museo del Tessile è nata l’ ”ASSOCIAZIONE AMICI DEL RICAMO BANDERA”, istituita nel 1999 sotto l'egida della Fondazione Chierese per il Tessile, allo scopo di salvaguardare la tradizione artigiana tipicamente piemontese del ricamo Bandera, che risale alla fine del 1600, diffondendone e tutelandone la peculiarità del disegno, del ricamo e del tessuto ottenendo nel 2000 il marchio registrato.

Possiede una collezione sia di manufatti antichi sia di disegni che prendono spunto dai numerosi esempi che le residenze sabaude offrono e che vengono realizzati nei corsi di ricamo che l'Associazione organizza. Collabora con siti internet e riviste. Dal 2003 il contributo della Regione Piemonte consente di partecipare alle esposizioni di settore in tutta Italia e di realizzare un DVD con il corso di ricamo e il libro per il decennale: ”IL RICAMO BANDERA-L'arte della pittura ad ago”.

POLO CULTURALE –
BIBLIOTECA CIVICA “Nicolò e Paola FRANCONE”
Nell’area dell’ex-cotonificio Felice Tabasso, in via Vittorio Emanuele II, acquistato dall’Amministrazione Comunale, è inserito un centro di servizi culturali, il primo nucleo del quale è nato nel 2004 con il trasferimento, la riorganizzazione e lo sviluppo della Biblioteca Civica “Nicolò e Paola Francone” (2.900 mq) e dell’Archivio Storico (500 mq). La ristrutturazione dell’edificio, curata dall’arch. Gianfranco Franchini, esperto in biblioteche, che collaborò nel 1976 con R. Piano e R. Rogers per la progettazione del “Centre Pompidou” di Parigi, ha rinnovato tutti gli arredi con criteri di funzionalità, considerando di primaria importanza caratterizzare l’allestimento interno con manufatti integrati con lo stile Anni Cinquanta tipico dell’ex-cotonificio Tabasso. Alcuni spazi all’interno dell’edificio, in relazione alle caratteristiche architettoniche e in armonia con le funzioni tipiche della Biblioteca, sono stati pensati per ospitare mostre temporanee di arti visive e altri eventi culturali.

POLO CULTURALE – SALA ESPOSIZIONI
Nel Polo Culturale, collocato all’interno dell’ex “Cotonificio Felice Tabasso”, il locale oggi destinato ad ospitare eventi espositivi al primo piano dell’edificio principale , fu costruito per una funzione fondamentale del ciclo produttivo, che era il “controllo pezze”, operazione conclusiva legata alla qualità dei prodotti tessili prima della loro immissione sul mercato.

La necessità di ampi spazi e di luce naturale ha determinato la realizzazione architettonica di una sala rettangolare con una superficie di circa 280 m.q. con copertura vetrata a “denti di sega” (shed) ed ampie finestrature sulle due pareti longitudinali. Si è venuto così a creare un ambiente dotato di una forte tipizzazione e non privo di interessante originalità nell’ambito architettonico industriale. Questo ambiente è stato conservato nella sua dimensione primigenia, mantenendo addirittura la pavimentazione originale, testimonianza storica di materiali costruttivi risalenti alla prima metà del secolo scorso, così come si può verificare nella fotografia che fa parte di un opuscolo promozionale edito nei primi anni Sessanta del Novecento dallo stesso cotonificio Tabasso. Nella “sala controllo pezze” i tessuti venivano stesi su particolari apparecchiature chiamate “tribunali” simili a griglie verticali fornite di retroilluminazione su cui venivano fatte scorrere le pezze di tessuto da controllare e giudicare qualitativamente.

Segreteria organizzativa e ufficio stampa:
Stefania Garetto
Servizio Promozione del Territorio e Attività Culturali,
via Vittorio Emanuele II 1, 10023 CHIERI
011.9428.401/400
sgaretto@comune.chieri.to.it

Diverse Sedi:
Biblioteca civica
ex Cotonificio Felice Tabasso
Imbiancheria del Vajro
Museo del tessile
Chieri (TO)

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