Elzbieta Krasinska
Nicola Fama'
Girolamo Lania
Lilly Nardi
Marina Sinitsyna
Francesca Surace
Elvino Echeoni
Adriano Chiusuri
Remo Panacchia
Un confronto fra autori di linguaggi diversi e pubblico per riflettere insieme sugli aspetti piu' significativi delle diverse tendenze artistiche. A cura di Elvino Echeoni, Adriano Chiusuri e Remo Panacchia.
a cura di Elvino Echeoni, Adriano Chiusuri e Remo Panacchia
Dal 29 maggio al 6 giugno a Palazzo Margutta “Composizione… Scomposizione… Movimento…”, una preziosa collettiva per riflettere sulle sfumature della pittura
L’evento, in programma a Via Margutta 55, è un appuntamento fisso nel calendario della nota Galleria e punta a far nascere nel pubblico una coscienza critica capace di riconoscere le differenze proposte da ciascun artista attraverso la propria produzione
Roma, 29 maggio 2010 – Un confronto fra autori di linguaggi diversi e pubblico per riflettere insieme sugli aspetti più significativi delle diverse tendenze artistiche. Questo il leit-motiv della mostra collettiva organizzata dalla Galleria “Il Mondo dell’Arte” a Palazzo Margutta (Via Margutta, 55) dal 29 maggio al 6 giugno prossimi (ingresso gratuito) e intitolata “Composizione…Scomposizione…Movimento”.
“Tutti gli autori coinvolti – ha detto a proposito dell’esposizione il Maestro Elvino Echeoni, Presidente dell’Associazione Margutta Arte e direttore artistico della società Il Mondo dell’Arte - presentano una tecnica diversa. Si passa da una pittura statica fortemente ancorata ai canoni della tradizione ad una che, ritraendo espressioni visuali non figurative, riconduce ai dettami tipici dell’astrattismo, per finire con una tecnica artistica che, così come il futurismo, rappresenta i soggetti attraverso nuove forme di prospettiva e di spazio in grado di estrinsecare velocità e dinamismo”.
La kermesse, che è uno degli incontri fissi nel calendario della nota Galleria, mira a sviluppare una coscienza critica che permetta allo spettatore di riconoscere le differenze presenti nella visione e nella produzione realizzata da ciascun artista. L’appuntamento per il vernissage è fissato per sabato 29 maggio 2010 dalle 18.30 alle 22.00. Per l’occasione è prevista l’esibizione di una ballerina di flamenco, danza sensuale in cui si fondono bellezza, eleganza, grazia, attrazione e che, rappresentando soprattutto fierezza, energia, ritmo e colore in movimento è la più immediata raffigurazione di questa mostra collettiva.
L’organizzazione dell’esposizione è stata curata dal Maestro Elvino Echeoni unitamente ad Adriano Chiusuri e Remo Panacchia. A prendere parte a questo piacevole scambio artistico: Elzbieta Krasinska (Elkra), Nicola Famà, Girolamo Lania, Lilly Nardi, Marina Sinitsyna, Francesca Surace.
Elzbieta Krasinska, in arte Elkra, ha seguito un percorso artistico definito dall’espressività prorompente e dalla passione per il vivo colore. Dai gioielli all’arredamento fino alla pura pittura, ogni sua opera è armoniosa composizione di elaborati contrasti. Se c’è un’artista che più di ogni altra cosa rappresenta con il suo lavoro la libertà dell’essere donna, questa è Elzbieta Krasinska (in arte “Elkra”). Una pittrice dal gusto poliedrico alla costante ricerca di nuovi stimoli cromatici e tecnici. E’ il vigore dei sensi che la fa da padrona nei suoi dipinti che sono una vera esplosione di energia ed emozioni. In questa nuova serie di maestosi quadri ispirati al mondo del “flamenco”, la parola chiave è passione. Riducendo all’indispensabile la tecnica pittorica che in questa occasione esprime la sua forza nel togliere piuttosto che nell’abbondare, Elzbieta Krasinska raffigura donne che dedicano ogni battito del loro cuore e ogni gesto della loro anima alla danza. In nome dell’amore per il movimento ogni quadro è una pura e rigorosa espressione dell’essere donna con fierezza e disinvoltura. Lasciandosi trasportare dentro questi nuovi entusiasmanti lavori di Elzbieta Krasinska si riesce quasi a sentire il ritmo che ne ha scandito l’esecuzione, come se essi sprigionassero una musicalità calda e seducente che conquista e stravolge.
Nicola Famà muove i suoi primi passi artistici da giovanissimo, dedicandosi esclusivamente alla pittura, scoperta quasi per caso dopo una breve esperienza lavorativa a Firenze e una parentesi all’Accademia di Belle Arti. L’artista riversa nelle opere, riproponendole in chiave surreale e onirica, certe oscurità e tratti dell’animo, che sono frutto dell’esplorazione del proprio mondo interiore e di un’intensa osservazione del mondo circostante. I toni sono intensi e brillanti, le linee precise, il disegno - nel suo complesso - è veloce, realizzato di getto, capace di cogliere il movimento e d’imprimere dinamismo alla pittura, curata e realistica. Egli riesce con semplicità ad affidare alla pittura il messaggio che vuole trasmettere: diretto e immediato è il linguaggio nella rappresentazione di una realtà che non lascia spazio a interpretazioni equivoche; allegorico, immaginifico, dotato di una forza che cattura e blocca l’attenzione dello spettatore, quando mette in scena un mondo in cui i soggetti – siano essi persone, animali mitici od oggetti – si trasformano in vere e proprie rappresentazioni corali, entità vitali urlanti dai molteplici significati.
Girolamo Lania, dopo aver frequentato corsi alla Scuola del nudo presso l’Accademia delle Belle Arti di Roma, ha praticato l’incisione con successo tanto da essere inserito nel catalogo che li riunisce. Memore della tradizione dell’ ‘800 italiano e degli insegnamenti compositivi e coloristici della scuola parigina, realizza lavori che suscitano il “sentimento del vero” radicato nelle poetiche dei Macchiaioli e reinterpretate dalla luce dell’epoca contemporanea. Nel piccolo formato della “tavoletta” riesce ad assimilare la modernità e le conquiste pittoriche scaturite dalle sperimentazioni del ‘900. Muore a Roma nel 2006. “Una vera umanità in attesa, il mondo poetico di questo sensibilissimo artista è veramente lo specchio dei dipendenti. La tavolozza di Lania indica il suo eterno desiderio di dare all’umanità, delle sue fatiche quotidiane, una immagine più felice”. (Toni Bonavita).
Lilly Nardi, caratterizzata da un’elevata qualità tecnica, da un ampio bagaglio artistico e da una continua ricerca formale ricca ed emozionante che oggi lascia il posto a un nuovo flusso creativo, attualmente dipinge e vive attraverso un'immediata gestualità, una vera e propria esplosione di colori non più riconducibile a un'univoca e certa identificazione. Tra i temi preferiti Roma, con i suoi dettagli e i suoi angoli nascosti, ma anche i fiori, soprattutto le rose dai colori reali e magnifici, e le donne dallo sguardo misterioso che raccontano un universo interiore e profondo. Quasi a completare un percorso circolare, dai primissimi lavori caratterizzati da microscopici segni che componevano paesaggi post-naïf, Lilly Nardy è giunta a una sorprendente e radicale astrazione, in cui i segni arrivano ad autoscomporsi. “Le nuove tele ci colpiscono per la carica di energia e per la freschezza che sono in grado di sprigionare: possiedono un ritmo e un'energia dirompente tale da mostrare tutto il coraggio di una pittrice che, seppur matura artisticamente, conserva inalterato lo spirito e la gioia di vivere delle prime creazioni ed è disposta a mettersi ogni volta, ogni giorno in gioco e in discussione”. (Anita Suppa)
Marina Sinitsyna, artista russa, da anni vive a Roma, città nella quale ha assimilato diverse suggestioni cromatiche - specie quelle dell’arte italiana pre-umanistica - rielaborate e coniugate in una poetica impregnata dagli echi medioevali della Russia, dall’iconografia bizantina e dalla tradizione pittorica ebraica sino all’onirismo di Chagall. “Il fascino della creatività di Marina Sinitsyna scaturisce, inoltre, dalla mirabile capacità di tradurre in linee e colori maree e tsunami coscienziali, epifanie mistiche, violente e cangianti intermittenze del cuore. Il cuore, tòpos di un’estetica cardiocentrica, si staglia come allucinazione ricorrente nella produzione di Marina Sinitsyna, artista grande ed originale, consacrata dai premi ricevuti nelle mostre personali e collettive a Roma, Berlino, Londra, Parigi e Barcellona. I suoi dipinti fanno parte di importanti collezioni private”. (Professor Giancarlo Lehner)
Francesca Surace, disegnatrice, pittrice e ceramista romana, dopo essersi laureata con il massimo dei voti all’Accademia di Belle Arti di Roma, si è concentrata nello studio e nella rappresentazione delle più antiche e prestigiose manifatture delle scuole di ceramica italiana, realizzando grandi opere che riproducono gli antichi decori epici del Rinascimento. In esposizione lavori ad olio ed acrilico su tela raffiguranti una delle sue grandi passioni, i cavalli, animali nobili e fieri, vigorosi e maestosi, che ben si prestano a rappresentare la forza caratteriale e di segno tipiche della personalità di questa artista. Altro soggetto amato è quello dei fondali marini che, da esperta subacquea, riesce a rappresentare, mescolando magia, leggerezza e fluidità. Parlando dei suoi lavori dice: “Vorrei trasmettere a chi guarda i miei quadri l’intensità delle mie esperienze, vorrei tanto che ci sia il trasporto che provo io, vorrei condividere l’emozione che si prova guardando gli occhi di un cavallo entrandoci dentro, o la profondità del fondo del mare sentendosi persi. Soggetti oscuri, potenti, avvolgenti, padroni”.
Per informazioni:
Ufficio Stampa Galleria “Il Mondo dell’Arte”
Paola Pacchiani
Cell.: 338 27.15.138 – 347 12.23.254
e-mail: paola_pacchiani@yahoo.it; paola_pacchiani@libero.it
Inaugurazione sabato 29 maggio 2010, ore 18.30
Galleria Il Mondo dell’Arte “Palazzo Margutta”
Via Margutta, 55 Roma
Orari: dal martedì al sabato dalle 10.30 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 20.00 (chiuso domenica mattina e lunedì mattina, aperto tutto il giorno mercoledì 2 giugno e domenica 6 giugno).
Ingresso libero