Galleria Rivaartecontemporanea
In mostra Angelo Crazyone, Dario Molinaro e Michael Rotondi hanno sviluppato, ognuno con il proprio linguaggio, un percorso critico completo toccando tematiche politiche e sociali, ma anche letterarie e ideologiche.
a cura di Francesca De Filippi
Nell’intricato panorama dell’arte contemporanea, che vive oggi un tempo bizzarro in cui si mescolano i valori del concettualismo post-duchampiano, le evoluzioni estetiche di memoria pop, le contaminazioni della cultura post industriale a metà strada tra punk e cyber, ed infine i condizionamenti dell’evoluzione tecnologica, emerge l’urgenza, sociale e culturale, di modificare gli schemi precostituiti che sono a capo dei meccanismi convenzionali di produzione, divulgazione e fruizione dei linguaggi artistici. Negli ambiti più disparati della creatività si riconosce il seme rivoluzionario di una nuova coscienza che si fa strada tra gli addetti ai lavori e non solo: l’arte del presente si configura sempre più come un bisogno e un diritto collettivo, uno stimolo intellettuale e visivo, alternativo ai modelli offerti dalla società mortificata dalle ambigue deviazioni della globalizzazione e della comunicazione di massa.
Già in tempi non sospetti l’arte è uscita dai musei e dalle gallerie per dilagare nella quotidianità, infiltrandosi nei tessuti sociali e urbani delle città e divenendo essa stessa uno “spazio” fisico e mentale dirompente che, come una grande piattaforma interattiva, ha contribuito a codificare nuovi idiomi e innovativi sistemi di comunicazione visiva. Si pensi alle pratiche nate e sviluppatesi a partire dagli anni ‘70 della Land Art e della Performance, o a quelle più recenti della Street Art, che hanno rivoluzionato l’impianto etico ed estetico degli apparati irrigiditi sui modelli accademici e pertanto inadeguati ad accogliere i cambiamenti del tempo.
Oggi lo scarto tra il messaggio artistico e i sistemi di veicolazione tradizionali si fa ancora più ampio: non è solo l’artista a riconoscere la necessità di ridurre la distanza ideale tra l’opera e il pubblico, ma è tutto il sistema a prenderne coscienza, coinvolgendo così non solo i suoi attori principali ma anche i luoghi deputati. Se prima era l’arte a uscire per strada alla ricerca di un contatto più reale e meno convenzionale, ora sono gli stessi “contenitori” a proporsi come strumenti alternativi di divulgazione.
Sulla base di queste riflessioni nasce la mostra Smash The Wall Down che esibendo già nel titolo una chiara dichiarazione di intenti, si propone di attuare un modello espositivo “sovversivo” in cui tutti gli elementi concorrano a creare un movimento ideologico e critico svincolato dalle etichette e capace di rendersi autonomo e autosufficiente. La galleria si sveste del suo ruolo istituzionale e da ambiente preposto alla rispettosa fruizione si trasforma in uno “spazio pubblico” non convenzionale in cui l’arte libera il suo potenziale innovatore e provocatorio. L’allestimento, concepito come un momento di verifica e di incontro tra le riflessioni degli artisti, culminerà il giorno del vernissage in un vera e propria festa con tanto di musica “sparata a palla” che concorrerà a smantellare definitivamente la dimensione statica e auratica della fruizione dell’opera d’arte.
Angelo Crazyone, Dario Molinaro e Michael Rotondi sono gli artisti presenti che, accomunati da uno spirito intransigente derivato anche dalla giovane età, hanno sviluppato, ognuno con il proprio linguaggio, un percorso critico completo toccando tematiche politiche e sociali, ma anche letterarie e ideologiche. Il siciliano Crazyone, formatosi sulla sub-cultura dello Street Writing, si è confrontato questa volta sulla tela attraverso una tecnica che associa l’uso degli stencil ad una riproduzione geometrica e tridimensionale delle forme. Guardando con spirito ironico alle problematiche del presente, Crazyone propone una visione tagliente e a tratti esecrabile di alcuni simboli della società contemporanea. Il giovanissimo ed esordiente Dario Molinaro, affascinato dalla cultura pop e fumettistica, modella i suoi disegni a grafite sui grandi temi dell’attualità ma non solo: il suo è un linguaggio simbolico e visionario, contaminato in parte dalle influenze estetiche delle illustrazioni di epoca vittoriana e in parte da quelle più tipicamente appartenenti alla Street Art. In tal modo codifica un lessico visivo complesso che cortocircuita i canoni classici di percezione. Infine Michael Rotondi, già ampiamente confermato nella sua produzione “newbrow” di matrice pop/punk, propone una lettura caustica e pungente delle ideologie religiose che si fondono con la cultura popolare. Rinnovando il suo stile pittorico con una pennellata che ricerca una definizione del tratto e delle campiture di colore più vicina ai modi dell’illustrazione, Rotondi consolida la natura innovatrice della sua ricerca artistica.
Immagine: Dario Molinaro
Opening venerdì 11 giugno ore 20
Galleria rivaartecontemporanea
Via Umberto I, 32 Lecce
orari: martedì - sabato 10-13, 18-21
ingresso libero