Bruno Kladar
Giovanni Canova
Mohsen Vasiri
Guglielmo Di Mauro
Susanne Ludwig
Fereidoon Omidi
Antonella Craparotta
Doris Luger
Keivan Chavoshbaran
Eleonora Mayerle
Ferruccio Scabbia
Tout vient du fond et y retourne - Materia e memoria - Da Oriente e da Occidente. Kladar espone le Piccole opere democratiche frutto del processo di distruzione della tela e di ricomposizione, Canova utilizza gli scarti, materiali "rifiutati" dal processo produttivo che trasforma ed elabora, ridonandogli una nuova dignita'. Diverse culture e mondi artistici - Iran, Germania, Austria e Italia- che ruotano attorno alla scena veneziana, s'incontrano nella mostra collettiva.
Tout vient du fond et y retourne
a cura di Eleonora Mayerle
Tout vient du fond et y retourne è il titolo della mostra personale dell’artista francese Bruno Kladar curata da Eleonora Mayerle che inaugura oggi alle 17.30 allo Spazio Thetis di Venezia.
Da molti anni Bruno Kladar focalizza la sua ricerca sul processo della creazione pittorica cercando di liberarla dall’evocazione dell’immagine, dell’oggetto e di ogni soggettività. Per l’artista la pittura non è, infatti, né visuale né legata all’oggetto.
L’artista, il pittore, con la semplicità del materiale, tenta di rendere concreto ciò che la pittura può dire attraverso il suo linguaggio.
Le sue POD, Piccole opere democratiche, sono il frutto del processo di distruzione della tela e di lunghe settimane, mesi ed anni di lavoro. Kladar dipinge fino all’esaurimento della materia. I resti che ne vengono generati, sparsi nel suo atelier, sono in seguito ricuciti, rielaborati e ricomposti attraverso linee, quadrati o forme più libere.
Per questa mostra, Kladar ha realizzato opere inedite che s’inseriscono coerentemente all’interno del suo percorso d’artista incentrato sul colore e sulla luce e che spesso gioca con i vuoti e i pieni, con le vibrazioni e i movimenti impercettibili. Le sue tele si trasformano continuamente per diventare qualcos’altro.
Bruno Kladar ha esposto in numerose gallerie ed istituzioni d’arte in Francia e all’estero. Importanti critici d’arte si sono interessati della sua opera.
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Materia e memoria
a cura di Ferruccio Scabbia
Inaugura all’interno dello Spazio Thetis, la mostra MATERIA e MEMORIA dell’artista padovano Giovanni Canova.
L’esposizione trova l’innesto ideale nello splendido contesto dell’Arsenale, in questa Venezia già di per sé spazio della memoria per eccellenza, ma qui in una veste così particolare, contenitore - si direbbe post-industriale - di reperti che fieri sopravvivono all'usura dei secoli.
La ricerca di Canova in ambito pittorico-plastico ripercorre proprio i tracciati segnati dall’uomo nell’uso dei materiali, ed i significati intrinseci e simbolici che essi manifestano. Nel suo lavoro, l’artista, fedele ad una sempre più pressante estetica del recupero, in una devozione di matrice ecologica, utilizza gli scarti, materiali “rifiutati” dal processo produttivo che trasforma ed elabora, ridonandogli una nuova dignità, elevando così il relitto a reliquia. L’aspetto concettuale di questo procedere è ovviamente metafora di un camminare dell’esistenza umana in un’ottica spirituale in cui “errori”, rotture, imperfezioni, diventano maestri di noi stessi.
Giovanni Canova ha al suo attivo numerose mostre, personali e collettive, in Italia e in Europa.
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Da Oriente e da Occidente
a cura di Keivan Chavoshbaran
La laguna nord e la laguna sud sono incrociate e attraversate da culture e arti provenienti da est e da ovest, linguaggi e forme espressive da oriente e da occidente dove Venezia ne è il centro, mentre l’arcipelago rappresenta con le sue isole la circonferenza dentro la quale ruota il mondo veneto ed internazionale.
Le continue pulsazioni della laguna sono raccolte e sintetizzate in questa mostra collettiva di artisti caratterizzati da elevate qualità critiche ed espressive, di certo e riconosciuto livello intellettuale. Tutti questi artisti hanno inoltre in comune l’aver vissuto parte della propria vita a Venezia, dando e ricevendo in uno scambio interattivo di assoluto e perpetuo valore tra Venezia e il mondo fuori, una dimensione preziosa né da assecondare né da dimenticare.
Questi artisti sono Mohsen Vasiri (Tehran, 1924, Iran), Guglielmo Di Mauro (Latina, 1951, Italia), Susanne Ludwig (Hanau/Main, 1956, Germany), Fereidoon Omidi (Roudbar, 1967, Iran), Antonella Craparotta (Venezia, 1957, Italia), Doris Luger (Braunau, 1981, Austria), Keivan Chavoshbaran (Salò/BS, 1975, Italia/Iran).
Con la collaborazione di Antonietta Grandesso e di Eleonora Mayerle.
Le differenti provenienze e generazioni degli artisti con la carica e la forza a definire la profondità delle singole ricerche sono reciprocamente valorizzate dallo Spazio Thetis che accoglie la mostra, data la straordinaria struttura, l’equilibrio riscontrabile dalla luce emanata e la dimensione poetica.
Si viene così a creare un filo rosso tra l’importanza storica di Venezia e l’attuale impegno a far interagire molteplici culture e forme attraverso la contemporaneità dei linguaggi delle opere presentate all’interno dello spazio, creando così una mostra d’arte che diventa crocevia del Mediterraneo e promuovendo Venezia come simbolo di tutto il territorio Veneto.
L’internazionalità artistica coincide con la circolarità lagunare a definire un unico piano multilivello fatto di elementi e dinamiche differenti come le opere stesse degli artisti, le idee alla base della loro realizzazione, le tecniche e i materiali, nonché le architetture che le accoglie con i suoi flussi, le sue maree in un processo di ritmi a dir poco unici.
La localizzazione dello Spazio Thetis a Venezia aggiunge alla mostra quel senso mistico presente negli artisti a tutto tondo come questi, esibendo unicità e unitarietà che derivano dalle diversità e dalla capacità di saper ascoltarsi e parlarsi, ricercando semplificazione e non complicazione (che non è complessità). Una sorta di percorso interiore a comunicare con la parte intima del proprio fare e pensare, coinvolgendo lo spettatore ad evidenziarne la purezza e la poeticità che li fa convergere tra loro, esaltandone la diversità che intercorre come elemento costituente.
Immagine: Giovanni Canova, Senza Titolo
Inaugurazione: giovedì 3 giugno ore 17.30
Spazio Thetis
Castello Arsenale – Fermata Bacin, Venezia
lunedì al venerdì, dalle ore 10 alle ore 18
Ingresso libero