Il titolo "quasi" e' inteso come un avvicinamento verso estremi diversi. Nella serie Verita', le opere si compongono di elementi che sembrano estranei gli uni agli altri, ma chiarmente riconoscibili e percio' ognuno portatore di una sua "verita'". Le opere sono composte da ritratti copiati da fotografie di protagonisti della Storia accostati ad oggetti o parti in creta modellata.
SpazioA presenta "quasi", seconda personale in galleria del giovane artista argentino Adriano Nasuti-Wood, la prima nello spazio di via Amati 13.
Il titolo della mostra cerca di definire il processo attraverso il quale sono stati creati i lavori che la compongono, per la maggior parte appositamente pensati per lo spazio della galleria.
Quasi non è inteso nella sua accezione negativa, come una resa, un dubbio o una mancanza, ma come un avvicinamento: ogni lavoro esposto è stato un avvicinamento dell’artista verso estremi diversi.
Nella serie Verità, nata dalla riflessione sul rapporto tra Arte e Verità, le opere si compongono di elementi che sembrano estranei gli uni agli altri, apparentemente incapaci di comunicare tra loro, ma chiarmente riconoscibili e perciò ognuno portatore di una sua propria "verità".
Secondo il pensiero dell’artista dietro ogni cosa si cela una verità incomunicabile.
Queste opere sono composte da ritratti copiati da fotografie di protagonisti della Storia. Copiare è per l’artista comprendere, osservare, scrutare continuamente una forma, con lo scopo di renderla verosimile, renderla simile al vero ma non uguale. Accostare il disegno (e accostarsi) al vero, o alla verità oltre la realtà indecisa.
Nel lavoro di Adriano Nasuti-Wood copiare è anche scoprire; con l’attenzione protesa dall’attività del copiare, l’artista scopre nuove forme che gli si rivelano nel momento del disegno.
La copia è una delle pratiche più comuni nel suo lavoro, sia nei disegni, sia nelle ultime opere in creta modellata. L’interesse dell’artista nell’autoritratto si riflette in molte delle opere recenti. In alcuni casi è la rappresentazione di alcune parti anatomiche del suo corpo, come nell’opera che apre la mostra Ear 1976.
Altre volte è espressione dello spirito, o di un desiderio, come nel caso del disegno dell’iceberg che affondò il Titanic, che diventa autoritratto. La dimensione dell’opera riprende quelle del corpo dell’artista, diventando misura con la quale guardare il mondo, dove l’artista deve avere un ruolo e deve assumere una posizione.
L’idea che l’arte ci riveli ciò che è quasi silenzioso, quasi invisibile, quasi intangibile, permette di pensare che sia un metodo per creare conoscenza e quindi coscienza.
L’allestimento della mostra è stato concepito e vissuto dall’artista come luogo di studio e di analisi.
Adriano Nasuti-Wood nasce nel 1976 a Buenos Aires. Dopo gli studi in Economia ed alcuni anni come giovane manager nel campo assicurativo, si iscrive alla Scuola Nazionale di Belle Arti Pueyrredon. Nel 2000 frequenta l’Accademia di Venezia dove si diploma in Pittura, indirizzo Nuove Tecnologie. Nel 2003, presso la Middlesex University di Londra, segue il corso di Electronics Arts. Nel 2007 viene selezionato dalla Fondazione Bevilacqua la Masa per l’assegnazione di uno studio. Vive e lavora a Milano.
Immagine: Verità n° 158, 2010, oil on paper, black lead on stone. Courtesy Galleria Spazio A, Pistoia.
Inaugurazione venerdì 4 giugno 2010 ore 18.30
Galleria Spazio A
via Amati 13, Pistoia
dal lunedì al venerdì 16.00 – 20.00 e su appuntamento